Prosa
TOTò, PEPPINO E LA MALAFEMMENA

“Totò, Peppino e... la malafe…

“Totò, Peppino e... la malafe…
“Totò, Peppino e... la malafemmena”, uno dei film commedia di maggior successo della coppia storica Antonio De Curtis - Peppino De Filippo, diretto da Camillo Mastrocinque nel 1956, viene ripresentato in versione teatrale, dal 3 maggio, sul palco del Teatro dell’Angelo di Roma, con la direzione ed interpretazione di Antonello Avallone. Totò (Zio Antonio) e Peppino (Zio Peppino) sono possidenti terrieri, classici campagnoli un po’ ignoranti, i “Fratelli Caponi”. Il primo, gran giocherellone, spendaccione e capriccioso, coinvolge nelle sue bricconate da ragazzino il fratello distratto e un po’ ingenuo, che invece cerca di far quadrare i conti della famiglia, senza tanto successo. Hanno una sorella, Lucia ed un nipote, Gianni (interpretato nel famoso film da Teddy Reno, presente in sala per la sera della prima) che studia per diventare medico. Gianni si innamora di Marisa, una ballerina di rivista che seguirà a Milano. I tre fratelli decidono così di seguire le vicende del nipote, per cercare di sbarazzarsi della presunta “malafemmena” e riportarlo sulla retta via dello studio. Famosissima la scena della lettera rivolta alla signorina Marisa, dettata da Totò a Peppino e celebre anche la frase “noio volevam savuàr” con cui Totò si avvicina all’usciere del teatro in cui lavora Marisa (nel film si trattava di un vigile urbano a Piazza del Duomo), scambiandolo per un ufficiale austriaco, il tutto riportato in questa versione teatrale di Avallone con un’interpretazione originale e simpatica, senza nessun tentativo di imitazione della resa del personaggio di Totò, chiaramente troppo legata al famoso attore. Fa da colonna sonora, come nella versione cinematografica, “La malafemmena” composta dallo stesso Totò. Teatro dell’Angelo, Roma, 3 Maggio 2007
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