Ambientata tra Londra e Venezia, la storia si sviluppa a ritroso, dal 1977 al 1968. Emma (Ambra Angiolini), manager in una galleria d’arte, e Jerry (Francesco Scianna), scrittore e agente letterario, si rivedono due anni dopo la fine della loro relazione. Sono stati amanti per alcuni anni, distraendosi dai rispettivi matrimoni in un appartamento preso in affitto, finché Robert (Francesco Biscione), marito di Emma e testimone di nozze di Jerry, costringe la moglie ad ammettere il tradimento.
Lo sviluppo a ritroso della narrazione è un elemento innovativo dal punto di vista drammaturgico di curiosità per il pubblico che assiste allo spettacolo. La regia di Michele Placido sembra “asciugare” il testo pinteriano all’eccesso, limitando, paradossalmente, al minimo l’interazione tra i tre personaggi e collocandoli, però, a livello interpretativo, in una dimensione intima, quasi domestica – e mai troppo sospettosa o voyeuristica – non difficile da cogliere.
Per lo spettatore, dunque, non assumono importanza, i dettagli sulle relazioni che intercorrono tra i personaggi, quanto sulle reazioni che, gradualmente, ognuno di loro esterna circa la condizione di tradito/traditore. Naturale pacatezza e disinvoltura – se non vogliamo chiamarle rassegnazione – (Jerry e Robert), “colposa” preoccupazione (Emma).
L’interpretazione di Francesco Biscione è l’elemento che scuote, nel suo complesso, lo spettacolo, reso gradevole dal garbato affiatamento in scena della coppia Angiolini-Scianna.