Se porti il martello sii sicuro di portare anche i chiodi.
Lo abbiamo imparato da Pinter che la paura è fuori dalla porta. In Trappola mortale di Ennio Coltorti, che si ricorda per aver firmato anche il primo allestimento italiano dello spettacolo scritto da Ira Levin, la paura entra nell'elegante chalet di un maturo commediografo in crisi (Corrado Tedeschi) e plasma un thriller dove c'è un po' di sangue. A casa Bruhl, infatti, è invitato Clifford (Ettore Bassi) brillante allievo pieno di entusiasmo e insicurezze, autore di un copione avvincente e a dir poco appetibile. L'intento del vecchio scrittore è quello di ucciderlo per rubargli l'opera ma la presenza della moglie (Miriam Mesturino) e il legame che si stabilisce tra i due uomini producono una catena di colpi di scena dove nulla è mai scontato. Ci scappa anche il morto, ma le cose come sempre non sono quello che sembrano...
Un'ironia spassosa pervade i dialoghi del vecchio Sydney Bruhl che "paiono divertenti" e davanti al caminetto anche una medium (Silvana De Santis) che sente e profetizza la morte può far ridere. Appunto paiono divertenti e si ride, ma si ride verde, direbbe Eduardo. Sotto le scene in voluto precario equilibrio c'è il precipizio umano e morale della gente dei nostri giorni, a volte capace di calpestare tutto e tutti per un goccio di potere e un tozzo di successo.
In questo thriller che prende vita in un interno bello come se ne vedono pochi (lo scenografo Gianluca Amodio merita al minimo una menzione) non tutto però torna e si incastra alla perfezione. Cosa succede quando si ha per le mani un soggetto particolarmente intrigante ma molto difficile da sviluppare in tutte le sue sfumature? Qualche volta ci si salva (o ci si prova) ammiccando allo spettatore. E qui di occhiolini a favore di pubblico se ne vedono molti a cominciare dal giovane Clifford che nel primo atto, dopo essere stato fintamente ammazzato, ritorna sulla scena con una cinematografica tenuta da morto vivente sporchissima di terra. Peccato che il giovanotto non sia mai stato sepolto e che non si riesca a trovare una spiegazione logica nemmeno a volersi impegnare. La pièce, crepe a parte, resta comunque godibile e ben sorretta dall'irresistibile talento di Corrado Tedeschi e da Ettore Bassi, credibile ed efficace nel ruolo dello scrittore in erba.