Se l'ormai storica Compagnia "Attori&Tecnici" si chiama così, un motivo ci sarà: chi ha lavorato alla scenografia e ai costumi ha saputo evocare tutto il microcosmo della tragicommedia. In poche parole, un gioiello di messa in scena. La recensione dello spettacolo.
Soffia il vento della tempesta di neve e le luci del teatro tremano. Così veniamo catapultati nella pensione Monkswell dei coniugi Ralston, inaugurata in una giornata di tempo da lupi, con un assortimento di ospiti sui generis - tra cui il veterano Stefano Altieri nei panni del forestiero signor Paravicini - che vengono presentati in poco tempo, eppure subito metabolizzati e inquadrati. La convivenza sarebbe già difficile di per sé, se non irrompesse il sergente Trotter (Massimiliamo Franciosa) a preannunciare la possibilità di un omicidio tra le mura di legno dell'albergo, isolato dal resto del mondo.
Siamo alla prima nazionale, il grande rodaggio. Se qualche tentennamento c'è, colora di umanità i personaggi in scena. Figurarsi dopo qualche replica. Per il resto, la macchina funziona come un orologio.
Il merito principale è di Agatha Christie, che ha scritto un giallo avvincente e divertente, pur con lo spaesamento che riserva il finale - su cui, da tradizione, si deve mantenere il massimo riserbo.
D'altro canto, Stefano Messina (nei panni di Giles Ralston) si conferma attore e regista di razza. I "suoi" interpreti si rubano la scena l'un l'altro, perché ben caratterizzati, e comunicano con gesti minimali e studiati, fanno ridere come se a portare questo umorismo britannico fossero davvero attori inglesi del West End - quegli stessi che portano avanti le repliche dal 1952, giorno dopo giorno, facendone l'opera teatrale più rappresentata nella storia contemporanea. L'interpretazione dello svanito e ambiguo Christopher Wren è la più efficace e memorabile per lo spettatore comune.
Se l'ormai storica Compagnia "Attori&Tecnici" si chiama così, un motivo ci sarà: chi ha lavorato alla scenografia e ai costumi (Alessandro Chiti e colleghi) ha saputo evocare tutto il microcosmo della tragicommedia, con il vento, la neve, il fuoco del camino, l'arredamento, i costumi d'epoca, la radio con i notiziari e la musica, le luci verosimili. In poche parole, un gioiello di messa in scena.