Lirica
TRAVIATA

Traviata allo specchio

Traviata allo specchio
Jesi, teatro Pergolesi, “La traviata” di Giuseppe Verdi TRAVIATA ALLO SPECCHIO Come primo titolo di opera della stagione di tradizione 2009 la Fondazione Pergolesi Spontini ha proposto la Traviata dello Sferisterio che debutto nel 1992, la produzione Svoboda-Brockhaus vincitrice del premio Abbiati e celebratissima ovunque, della quale ha provveduto a realizzare una versione ridotta che in questi mesi girerà i teatri di Fermo, Treviso, Brindisi per poi approdare sul glorioso, appena restaurato palcoscenico del San Carlo a Napoli. Lo spettacolo è sempre bello e interessante, seppure i nuovi fondali (stesi sul palcoscenico e riflessi nel grande specchio inclinato che chiude la scena e dove il pubblico, nel finale, vede se stesso) sono più brutti di quelli originali, una sorta di fumettoni naif dai colori e dalle immagini grossolane. Per il resto lo spettacolo è stato riallestito dallo stesso Brockhaus, seppure i giovani talenti in scena non sono riusciti a dare giusto spessore e credibilità alle scelte registiche, a cominciare da quella passeggiata di Alfredo durante l'overture mentre ricorda fatti già avvenuti, un deja vu da cui parte anche Laurent Pelly per la sua Traviata che in questi giorni ha inaugurato la stagione del Regio di Torino. I costumi non sono gli stessi dello Sferisterio e delle successive riprese: qui molti veli per Violetta e Flora, un gioco di trasparenze che rende esplicito il loro mestiere ma che fa perdere la raffinatezza e la ricercatezza dell'originale. Il cast è composto da giovani per una duplice ragione, condivisibile: dare occasioni di visibilità a giovani talenti, formandoli adeguatamente, e contenere i costi di produzione. E il grande specchio rimanda ottimamente le voci. Uni Lee, nel ruolo del titolo, parte con qualche insicurezza ma migliora decisamente nel corso della recita, raggiungendo l'apice nel secondo atto grazie a voce ampia ed estesa ed a pronuncia corretta; la voce ha qualche carenza nei registri gravi, ma è ben spinta nei medi e negli alti, seppure il legato dovrebbe essere maggiormente curato soprattutto al fine di rendere la drammaticità e la liricità del canto. Nella recitazione la coreana è impacciata, come d'altra parte anche gli altri. Piero Pretti mostra subito notevoli difficoltà vocali, addirittura la voce si rompe in due momenti ma purtroppo si tratta di una indisposizione; il primo intervallo viene prolungato di quasi un'ora per consentire il cambio con il tenore del secondo cast, Salvatore Cordella, che si fa onore come Alfredo per proprietà di accento e voce, seppure nell'interpretazione non si colgono le sfumature ed evita forzature, per cui “Oh mio rimorso, oh infamia” viene chiusa con nota bassa. Una rivelazione Simone Piazzola, giovanissimo ma bravissimo Germont: ha appena 24 anni e non ha l'autorevolezza del “vecchio genitore” ma la voce è davvero bella nel colore, estesa, bene usata ed emessa. Daniela Innamorati è una procace Flora che non lascia dubbi sulla sua professione, benchè abbia notevoli difficoltà a muoversi con quel costume e quei tacchi. Nei ruoli di contorno Nan Zheng (Annina), Ramtin Ghazavi (Gastone), Mattia Olivieri (Douphol), Matteo Ferretti (D'Obigny), Abramo Rosalen (Grenvil). Con loro Massimiliano Nori (servo di Violetta) e Ferruccio Finetti (domestico di Flora e commissario). Giampaolo Maria Bisanti ha diretto la Filarmonica Marchigiana con poche morbidezze, privilegiando tempi vivaci che in alcuni momenti hanno creato difficoltà ai cantanti, lasciati indietro rispetto alla musica e poi ripresi con vistosi gesti di braccia. In alcuni frangenti i tempi si sono allargati ed hanno consentito maggiore controllo e cura delle voci. Nessuna difficoltà per il Coro lirico marchigiano preparato da David Crescenzi: Traviata è un'opera frequentata ripetutamente, recentemente in cartellone anche alle Muse e allo Sferisterio. Teatro pieno, pubblico infastidito dalla eccessiva durata del primo intervallo in assenza di annunci; comunque molti applausi durante la recita ed alla fine, soprattutto per il baritono Piazzola. Da segnalare la lodevole iniziativa dell'anteprima riservata ai giovani, un modo per avvicinarli al teatro e per formare nuovo pubblico, ma con un limite: avere escluso l'anteprima giovani per il dittico “La voix humaine” e “Pagliacci”, spettacolo che, per i contenuti e l'atteso debutto nella regia lirica di Leo Muscato, di certo avrebbe maggiormente coinvolto i giovani. Visto a Jesi (AN), teatro Pergolesi, il 23 ottobre 2009 FRANCESCO RAPACCIONI
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