La trilogia della villeggiatura - articolata in tre commedie Le smanie per la villeggiatura, Le avventure della villeggiatura e Il ritorno dalla villeggiatura - viene scritta nel 1781 da Carlo Goldoni (Venezia 1707 - Parigi 1793) e presentata per la prima volta in un allestimento unitario da Giorgio Strehler nel 1954.
Oggi Toni Servillo (Afragola/NA 1959) offre una rivisitazione unitaria dell’opera non solo occupandosi della regia, ma recitando in modo piacevolissimo un ruolo all’apparenza secondario, ma che per la patina di umorismo macchiettistico assunto finisce con il generare divertimento e risate nonché aspettative sul suo riapparire: Ferdinando, infatti, non è solo lo ‘scroccone’ per eccellenza, opportunista e pieno di pretese, ma anche giudice severo e osservatore implacabile di coloro che ‘munge’.
Nel lavoro della durata di più di tre ore si legge a chiare lettere l’impegno del regista per rendere atemporale la pièce attualizzandola secondo la sua visione.
Gli attori, pur vestendo abiti settecenteschi, assumono atteggiamenti che paiono più propri di oggi che del passato, anzi la volontà di dare un’anima moderna a corpi antichi fa assumere una voluta monotonia parodistica di recitazione ad alcuni personaggi rendendoli caricature, quasi burattini di se stessi.
Va comunque detto che le opere di Goldoni hanno in sé (al di là di facili e affrettati giudizi su un’inesistente banalità) valenze, significati e valori universali come tutte le rappresentazioni di debolezze, virtù e vizi dell’uomo, ahimé invariati da sempre, e in questo caso di una borghesia che vuole salire nella scala sociale.
In fondo il celebre e geniale commediografo veneziano - capace di trattare le mille sfaccettature dell’amore con il suo carico di melanconia, inquietudine, gelosia, dolore e sacrificio alle ragioni della reputazione e dell’onore - non fa altro che stigmatizzare la divaricazione tra apparire ed essere così diffusa nel mondo odierno grazie anche agli stimoli dei media che la accentuano.
Nulla è cambiato rispetto al volere ‘fare vedere’ dei protagonisti della pièce quando si apprestano a partire per la villeggiatura, palcoscenico e ostentazione di una ricchezza e di un benessere spesso inesistenti che comunque individuano il valore dell’uomo nel censo e non nell’animo.
Pur ritenendo interessantissimo lo sforzo del regista napoletano che molto ed egregiamente ha curato la precisione dei meccanismi quasi alla Feydeau, un’interpretazione più fedele nulla avrebbe tolto al messaggio goldoniano.
Prosa
TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA
LA TRILOGIA DELLA VILLEGGIATURA
Visto il
26-11-2010
al
Piccolo Teatro - Teatro Grassi
di Milano
(MI)