Goldoni? Si diverte a fare e disfare la vita degli esseri umani troppo distratti nel preparare le valigie per le loro vacanze, per accorgersi della pochezza delle loro anime. Il commediografo veneziano prende di mira una società borghese mediocre quanto ambiziosa. I suoi personaggi non sono certo nobili di estrazione elevata e ricchi possidenti, piuttosto affannati nel voler vivere sopra le loro possibilità. Non badano a spese per divertirsi e non hanno remore e riserve di nessun tipo nell'accaparrasi beni superflui, al fine di aumentare il loro agio viziato. Una spietata analisi di una realtà allora contemporanea a Goldoni, visibilmente attuale ancora oggi, dove i meccanismi che regolano la vita di tutti i giorni sono saltati , grazie alla prevaricazione e all'egoismo sociale, ad uno stile di vita sopra le righe. Ecco che la Trilogia della Villeggiatura è un affresco che riporta in scena usi e costumi di una società decadente, talmente simile alla nostra, da farci credere ad un drammaturgo dotato di preveggenza. L'allestimento elegante e arioso di Toni Servillo (altrettanto bravo come attore) è degno di tale nota. Una recitazione corale vivace e dinamica, a tratti volutamente caricaturale, ma non fonte di disturbo, dove tutta la numerosa compagnia attoriale si presta ad un turbinio di azioni che s'intrecciano regalando momenti di puro divertimento. Servillo opera per una riduzione teatrale del testo che riassume le tre commedie, puntando su una versione agile, scattante, facendo muovere in scena i bravissimi attori e attrici (ben 15), in continue incursioni, entrate ed uscite cronometrate e ben calibrate. Mai un vuoto o una pausa inutile, anche nei cambi di scena a vista c'è un'idea registica forte. Il cambio dalla casa della villeggiatura al bosco notturno è realizzato dagli attori stessi che spiegano così il passaggio temporale della storia. Una girandola scoppiettante di duetti, triangoli amorosi fonte di sospiri, gelosie, ammiccamenti e perfidie. Capricci femminili che eguagliano anche quelli maschili. Solare la scenografia vira da colori pastelli a tinte brunite. Pochi arredi di scena rendono perfettamente il gran da fare che si danno tutti per preparare e disfare valigie che appaiono e scompaiono, tavoli apparecchiati, bauli, e quant'altro possa servire a rendere appetibile la vita dei vacanzieri. Si passa così dall'eccitazione per la partenza alle aspettative da soddisfare, alla distensione sonnolenta del vivere quotidiano nell'ozio, e infine il malinconico e rassegnato rientro alla vita di tutti i giorni, dove la realtà è ben diversa da quella sognata in qualche paradiso vacanziero. Ma non succede lo stesso anche oggi?
Visto il
12-03-2010
al
Sociale
di Trento
(TN)