Prosa
TROILO E CRESSIDA

Troilo e Cressida, valorosi attori della modernità

Troilo e Cressida, valorosi attori della modernità

Dopo un inizio all'insegna della danza con gli spettacoli “Manomissioni” e “SanTarantella”, Stazioni d'emergenza continua con lo spettacolo Troilo e Cressida – storia tragicomica di eroi e buffoni del Collettivo LunAzione. La storia è tratta dall'opera shakespeariana “Troilo e Cressida” con testo di Alessandro Paschitto, la cui riscrittura mantiene tutta la bellezza dell'impianto originale.

La trama si regge sui due assi della lussuria e della guerra, motori del mondo. Da un lato la vicenda di Troilo innamorato che patirà l'infedeltà di Cressida, dall'altro i patimenti di Agamennone per il ritiro di Achille, suo asso per la vittoria sui troiani, e i conseguenti artifici per riportarlo tra le schiere. La vicenda, tuttavia, scende dal piedistallo del mito. I personaggi non si presentano secondo l'immagine consolidata dalla tradizione, ma vengono umanizzati, assumendo tratti altamente realistici. Non semidei o guerrieri forgiati nell'integrità, ma uomini, e come tali corrotti da vizi, debolezze, manie e incontinenze. Non c'è spazio per armature splendenti ed armi rifulgenti, la messa a nudo della psicologia diventa tangibile e passa anche attraverso il corpo degli attori.

La scenografia si riduce ad un circolo, che da solo basta a creare l'illusione tra scena e quinte e a delimitare interni ed esterni. Un circolo che ricorda un'arena, o una lente d'ingrandimento che metta a fuoco le pieghe psicologiche dei singoli. Su tutto campeggia il colore rosso, il rosso del sangue e delle passioni che in esso fluiscono. La bravura degli attori, che hanno unito ad arte recitazione ed espressività corporea, si rivela soprattutto nel passaggio da un personaggio all'altro. La caratterizzazione perfetta e i dialoghi ben costruiti lo rendevano evidente nonostante esso fosse comunicato visivamente da segni tracciati sul corpo e legati ad una precisa simbologia.

Fondamentale è la veste tragicomica dell'intera rappresentazione e il personaggio che maggiormente l'incarna è senza dubbio Tersite, il greco deforme che accompagna e commenta gli avvenimenti. Tersite sbeffeggia tutto e tutti: ride, e la sua è una risata che è al di sopra di tutto, del bene e del male, benché unica via di accettazione della realtà. Anche le sue sentenze, sempre molto lucide, sono accompagnate da una buona dose di spirito, come quando afferma “...e il nocciolo di tutta questa storia è sempre una puttana ed un cornuto”. Del resto lo spettacolo si chiude con la sonora risata di Agamennone e Tersite, dapprima sguaiata, poi sempre più vicina ad un rantolo, che mostra quanto siano vani i sogni e le brame degli uomini. Un'opera già innovativa per il suo tempo, qui riproposta con una modernità che non ne offusca il significato, anzi, lo amplifica.

Visto il 15-09-2014
al Elicantropo di Napoli (NA)