Con disincanto, ironia e sorriso si mette in scena la pièce “Trote” al Teatro Sala Umberto. Si riflette sui temi della malattia, della follia e della morte. Un meccanico ipocondriaco da un lato, un operaio che si diletta con la pesca dall’altro, due sconosciuti, si incontrano un giorno. Un incontro voluto dal fato, dal caso, dalla vita…
Trote è una nuovissima commedia nata dalle penna di Edoardo Erba. Sul palco ci sono la bravissima attrice Elisabetta De Vito e due mattatori teatrali, che ormai costituiscono da anni un duo affiatato (così affiatato che firmano insieme anche la regia dello spettacolo): Nicola Pistoia e Paolo Triestino. I due attori sono reduci da commedie di successo (si pensi a Ben Hur, Grisù, Giuseppe e Maria e Muratori). Ancora una volta mostrano la loro grandissima capacità nel far ridere ma al contempo commuovere il pubblico.
Pistoia (l’operaio pescatore) e Triestino (il meccanico ipocondriaco) danno un’ottima prova di recitazione nei rispettivi ruoli; sanno dar corpo a due personaggi perdenti, emarginati e destinati inevitabilmente alla sconfitta.
Accompagnano gli spettatori sulle sponde del fiume Aniene con riflessioni amare ma sapendo sempre strappare una risata. Non mancano nella commedia risvolti inaspettati che rendono addirittura possibile il passaggio dalle sponde dell’Aniene al buio di una cantina.
Sullo sfondo c’è Roma e il dialetto romanesco adottato dai personaggi ce lo ricorda. L’Urbe che assiste, che guarda lo spettacolo dei due uomini.
Uomini che fanno i conti con se stessi, con le proprie paure, con i propri sogni e con la vita, fortunatamente/ sfortunatamente piena di imprevisti.