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TUTTA CASA, LETTO E CHIESA

Tutto casa, letto e chiesa: Valentina Lodovini e la femminilità incompresa

Valentina Lodovini
Valentina Lodovini © Romano Nunziato

Valentina Lodovini è una femme fatale ironica, tenace, carnale e realistica. Le donne di Valentina sono vitali, grazie a una presenza scenica dirompente e versatile.

Valentina Lodovini è una femme fatale ironica, tenace, carnale e realistica. La sua interpretazione in Tutta casa, letto e chiesa – scritto da Franca Rame e Dario Fo nel 1977 – è coinvolgente e naturale. Tra ironia, sensualità e frustrazione le donne di Valentina sono vitali, grazie a una presenza scenica dirompente e versatile, con cambi di accento e tono di voce repentini e fluidi, come gli stessi cambi di abito in scena.

La sua interpretazione ricorda Juliette Binoche nella commedia di Claire Denis L’amore secondo Isabelle (2018), un altro testo profondamente femminile che riflette sui conflitti di una donna cinquantenne alle prese con storie amorose superficiali e incostanti, senza che ancora abbia imparato ad amare se stessa.

Stereotipi femminili di donne consacrate al focolare

I tre monologhi - Una donna sola, Abbiamo tutte la stessa storia, Il risveglio – e l’epilogo Alice nel paese senza meraviglie – sono fluidi e rigorosi, merito dai tagli del regista Sandro Mabellini che in tal modo ha dato allo spettacolo un percorso unico e irriverente nei confronti dello stereotipo di una donna devota alla casa e alla famiglia.

“Dopotutto sono solo una donna” – dice Valentina Lodovini nel ruolo di una casalinga che ricorda le mamme Pancine, fenomeno social surreale che propaganda una maternità artefatta e ossessiva, reso pubblico dal blogger Vincenzo Maisto in arte “Il signor Distruggere”.
Tra mamme Pancine, casalinghe disperate, troniste e femme fatale, il prototipo di una femminilità sottomessa, nonostante le rivoluzioni culturali e politiche che dagli anni Settanta rivendicano l’emancipazione dall’immaginario maschilista e misogino, è ancora presente nelle cronache contemporanee.


Le dee nella donna

Sul tema della sessualità e della psicologia femminile la psicoanalista Bolen in Le Dee dentro la donna (1985) scrive: “Quando la donna sa quali dee sono presenti in lei come forze dominanti, impara a conoscere la forza di certi istinti, le sue priorità e capacità, le possibilità di trovare il senso di sé attraverso scelte che altri possono non incoraggiare”.

Artemide, Afrodite, Era, Estia, Persefone, Demetra sono alcune delle undici dee analizzate da Bolen che evidenzia le diverse personalità femminili archetipiche della donna. Conoscerle e comprenderle aiuta a scoprire quel sé femminile che si mostra sotto forme differenti a seconda dell’età e delle esperienze vissute.
Due testi – uno teatrale e uno psicologico – dialogano negli stessi anni sulla complessità del femminile: da un lato chiuso entro immaginari machisti dall’altro aperto al cambiamento della crescita di sé.


L’Alice adulta e sperduta

L’epilogo di Tutta casa, letto e chiesa mantiene il tono ironico ma l’atmosfera – finora all’interno di appartamenti borghesi e popolari – diventa inquieta e fatata. Dalla nebbia compare un Alice adulta che non deve più avere paura di cadere nei burroni. Allontana le lusinghe di chi vorrebbe corteggiarla solo per la sua bellezza, ma si lascia sedurre dall’ossessione per ottenerla. Una critica, questa volta, al contesto commerciale che continua a mettere in atto le stesse ideologie maschiliste e cliché sessisti nonostante decenni spesi in analisi e valutazioni di questa “società dello spettacolo”, profetizzata così bene da Guy Debord negli anni Sessanta.

Visto il 19-12-2018
al Duse di Bologna (BO)