ULISSE, IL RITORNO

Debutta al Libero l'Odissea secondo Corrado d'Elia

Debutta al Libero l'Odissea secondo Corrado d'Elia

Liberiamo Odisseo dalla convenzione. Corrado d’Elia, autore e regista, desacralizza e impasta con la contemporaneità  questa sua edizione già dal titolo per trarre liberamente dal brogliaccio una costante sensazione di declino del presente.  Su un palcoscenico che grazie alla fantasia  può trasformarsi di volta in volta in sala da ballo, imbarcazione, palco e retropalco passato e presente si  alternano e compenetrano fino a perdersi in un’unica atmosfera venata di malinconia e sogno.
Ulisse, figlio, amante, viaggiatore moderno e antico allo stesso tempo,  nel suo incessante peregrinare incontra una donna ed un uomo che di volta in volta, con lo snodarsi organico e senza strappi delle scene, prendono forma in  personaggi di derivazione omerica (Calipso, Circe, Nausicaa, Alcino…) per raccontare un’epoca di ideali morti dove l’utopia e l’etica sono sempre più  schiacciati dalle macerie dei sogni perduti. Su tutto atmosfere profondamente evocative  che strizzano l’occhio ai film del compianto Theo Angelopoulos a cui  peraltro lo spettacolo è dedicato.

Viaggiare significa tornare a noi stessi, a quello che forse ci siamo scordati di essere. Ed è così che Corrado d’Elia nel suo viaggio drammaturgico dentro il testo omerico prende per mano lo spettatore e lo porta ad interrogarsi sul ruolo dell’artista nella nostra società  in un presente dilatato tra ricordi resi indefiniti dal rarefarsi di riferimenti  e speranze sempre più spesso negate.  La musica connota la sequenza delle scene, quasi un giro di danza che incornicia e avvolge la narrazione.

Le poche ombre di uno spettacolo riuscito sono gettate da alcuni rari momenti  di soppressione della vita in favore di un “ far finta di” che affiora, per fare un esempio, nella ripetuta ostinazione con cui i personaggi versano il vino da una brocca vuota e riempiono calici per poi brindare e bere di gran gusto. 

Un cast scelto felicemente che vale la pena di ricordare: Giovanni Franzoni, Franco Ravera e Sara Bertelà. Bravi nell’entrare ed uscire con naturalezza da ruoli con sfumature diverse  tradotti  sul palco con buona coerenza e viva partecipazione.

Un omaggio alla forza del teatro in un’epoca in cui il rischio di naufragare è dietro ogni angolo.
 

Visto il 28-06-2013
al Libero di Milano (MI)