Cango (Cantieri Goldonetta,) nel cuore pulsante dell'Oltrarno fiorentino, a due passi da piazza Santo Spirito, è lo spazio nato a suo tempo come sala da ballo del teatro Goldoni, dove ebbe sede negli anni '80 la storica 'bottega teatrale' di Vittorio Gassman e oggi residenza artistica della Compagnia Virgilio Sieni, luogo di sperimentazioni e contaminazioni tra danza, musica, teatro, arti visive.
Dalla collaborazione tra Cango, che è uno dei tre centri di produzione di danza della Toscana e il Teatro della Toscana, riconosciuto Teatro Nazionale dal Ministero dei beni e delle attività culturali, nasce la rassegna Umano - Cantiere internazionale sui linguaggi del corpo e della danza, con eventi in programma dal 14 al 31 ottobre. Abbiamo assistito alla strada lastricata d'oro, quella in cui ha la sua sede il cantiere di Cango, in omaggio alla tradizione artigiana dell'Oltrarno fiorentino e in omaggio agli artisti.
Lo Studio davanti a una testa è la performance di Claudia Catarzi , un dittico itinerante la cui prima parte viene fatta in uno spazio esterno e successivamente viene deposta nella Sala piccola di Cango, un luogo più intimo ove avere la giusta conclusione. Lo Studio davanti a una testa prende spunto dall'opera di Amedeo Modigliani, sulla scultura rappresentante la testa, sede della mente ma anche dell'emozione, vista però non dall'interno ma da fuori, come alterità. Il tutto rappresentato dalla danzatrice Claudia Catarzi, sola in scena, come solitario è sempre il lavoro dell'artista, in questo caso dello scultore che crea, nel silenzio, in un luogo esterno, e poi viene a depositare il lavoro svolto nell'intima sala piccola di Cango.
Emozionante. Un lavoro fatto solo col corpo, un esercizio a togliere, fino all'essenza, fino a giungere al centro, senza orpelli inutili, senza musiche. Solo il corpo della ballerina, le sue mani abili, i movimenti, il tutto nitido , lineare, preciso, a rendere le movenze dello scultore che lentamente pensa, impasta, modella, crea.
La seconda performance , in successione, è stata 'Florence' dell'israeliano Emanuel Gat, sette giovanissimi danzatori in scena, cinque femmine e due maschi che si esibiscono nella Sala Grande di Cango, interagendo tra loro con il sottofondo di musiche elettroniche, prima tutti insieme, poi a coppie, poi in trio, fino a che una sola danzatrice resta in scena. Una traduzione visiva dei rapporti umani, un'allegoria dei meccanismi della socialità odierna. Meravigliosi i danzatori nel loro insieme e assai piacevole vedere lo spettacolo collettivo dopo aver assistito alla doppia azione in solitario della Catarzi.