Prosa
UN BACIO DAI TUOI PAPà

Una commedia approssimativa

Una commedia approssimativa

Un bacio dai tuoi papà affronta l'omogenitorialità proponendo una comicità di situazione che presenta però dei passaggi che tradiscono una visione dell'argomento distorta e superficiale.
Per l'impossibilità dei due protagonisti, Sebastiano e Daniele, di adottare un bambino in quanto coppia la commedia presenta ragioni burocratiche che non affrontano chiaramente la realtà dei fatti: in Italia possono adottare solamente le coppie sposate.
Per aggirare il problema Sebastiano chiede a Daniele di concepire un figlio con sua sorella Marta, andandoci a letto,  spiegandogli che così fanno molte coppie che affittano un utero un'argomentazione che mette insieme questioni diverse con una approssimazione imperdonabile.
Amici e amiche possono condividere i propri gameti senza necessariamente fare sesso grazie a una inseminazione artificiale improvvisata e casalinga (ci sono film e serie tv che ce lo hanno raccontato) senza scomodare l'incesto (il figlio che Marta e Daniele concepirebbero sarebbe il nipote di Sebastiano).
Ferrato, che firma la commedia, confonde la fecondazione assistita con la Gestazione Per Altri (che chiama con termine giudicante utero in affitto)  nella quale l'ovulo fecondato non è mai quello della donna che porta avanti la gravidanza ma sempre quello di una donatrice.
Anche l'argomentazione di Marta che spiega a suo marito Aldo che ha accettato perchè, visto che non può avere figli, almeno vuole provare a sapere come ci si sente a essere madri,  scaturisce da una visione della maternità angusta e riduttiva che ne fa una questione di concepimento, gestazione e parto.
Fare un figlio, o una figlia, non è mai solamente l'espletamento di una funzione fisiologica ma è sempre l'espressone di una progettualità di vita.
Quel che Ferrato non capisce delle possibilità date dalla fecondazione assistita è che, essendo sterile Aldo e non lei, Marta potrebbe benissimo concepire un bambino con lo sperma di un donatore anonimo e viversi una gravidanza e una maternità complete, tenendosi il figlio o la figlia.

Altrettanto infelice è il discorso che Marta fa per giustificare la ninfomania (sic!) con la quale viene catalogato il suo appetito sessuale (descritto come inappropriato perché, maschilisticamente,  la fame sessuale è esclusivo appannaggio del maschio) che scaturirebbe dalla carenza di figure maschili visto che il padre è morto e suo fratello aveva tanti problemi per conto suo, dando della omosessualità maschile la più trita (e omofoba) delle descrizioni: l'ammanco di virilità (corroborata da quel vissuto pre-adolescenziale di Sebastiano fatto a suon di coreografie imitate da Lorella Cuccarini...).
Se per Ferrato la mancanza di un uomo in famiglia fa diventare le figlie ninfomani (sic!) viene spontaneo chiedersi cosa ne pensi della prole cresciuta in una famiglia omogenitoriale...

La commedia presenta sempre questa confusione tra orizzonte etico e orizzonte morale come quando Sebastiano, riferendosi all'impossibilità fisica di fare figli con Daniele, parla di limiti divini e non di limiti fisici o biologici.

Dispiace infine che le questioni toccate dalla commedia (l'abbandono familiare, l'adozione, la sterilità, il progetto genitoriale all'interno di una coppia dello stesso sesso) vengano affrontate esclusivamente dal punto di vista personale e privato dei personaggi senza tenere mai conto degli effetti collettivi, cioè sociali, dell'arretratezza italiana,  ignorando la pressione negativa del pubblico ludibrio sull'omosessualità senza la quale non si spiegherebbero le difficoltà di Sebastiano a fare coming out con la madre, che nella commedia è ridotta a una difficoltà caratteriale del personaggio...

La regia, un po' farraginosa, fa muovere di continuo gli elementi di scenografia distraendo dalla recitazione, che trova i suoi momenti migliori nelle coreografie, e poco nella plausibilità psicologica dei personaggi, a causa di un testo approssimativo su argomenti che avrebbero richiesto un respiro maggiore, anche rimanendo nell'alveo della commedia.

Visto il 03-04-2016
al De' Servi di Roma (RM)