Lirica
UN BALLO IN MASCHERA

UN BALLO CONTEMPORANEO

UN BALLO CONTEMPORANEO

Secondo appuntamento della Stagione lirica al teatro Sociale di Rovigo l'allestimento di Un ballo in maschera, coproduzione con il Donizetti festival di Bergamo e il teatro dell’Opera Giocosa di Savona.
 

Incentrata non su tematiche politiche, come il primo Verdi, ma sul tema dell’amore, il classico triangolo del melodramma è qui arricchito da un’ambientazione variegata tipica del grand-opéra, punteggiata da personaggi di varia natura che si inseriscono in un’atmosfera frivola e mondana in cui si muovono un paggio dalla voce femminile, Oscar, erede del Cherubino mozartiano, i poco credibili e paurosi congiurati, Samuel e Tom, nemici di Riccardo, tratteggiati da Verdi in maniera ridevole attraverso un tema fugato dei bassi, una zingara divinatrice, Ulrica, presentata autoironicamente dall’autore quasi quale parodia delle streghe del Macbeth, l’elemento popolare incarnato dal marinaio Silvano. L’interesse di Verdi, sulla scia del precedente Rigoletto, andava drammaturgicamente nella direzione di una shakespeariana commistione di comico e tragico, ma qui in una prospettiva di chiaroscuro che si colora in tanti momenti di umorismo e dove risulta mirabile la mano leggera con cui il musicista tratta l’orchestrazione estremamente raffinata nel realizzare una sorta di ambiguità della musica di grande fascino. È infatti un ritmo di danza che nel ballo mascherato del terzo atto fa da sfondo all’irruzione della tragedia nella cornice di brillante mondanità attraverso l’uccisione di Riccardo da parte di Renato proprio quando l’amico aveva nobilmente deciso di rinunciare all’amore di Amelia. Su tutto domina la passione d’amore tra i due personaggi protagonisti non tanto scandagliati psicologicamente ma in quanto pervasi da un sentimento che si esprime massimamente nella musica.
 

L’idea registica è affidata a Ivan Stefanutti che attualizza in modo visivamente convincente l’opera, attualizzandola in una visione originale e di forte impatto. Suoi anche i costumi belli e colorati. Sobrie le scene ma di grande raffinatezza, con due piattaforme nere fisse sui lati del palco con elementi che riportano agli Stati Uniti. La casa e lo studio di Renato vengono rappresentati molto semplicemente con un enorme mappamondo. Di forte impatto invece l’antro di Ulrica nella seconda scena, dove un teschio enorme pende dall’alto e una sfera luminosa in primo piano, mentre nubi minacciose sono proiettate su di uno schermo in fondo. L’orrido campo del secondo atto è dominato da una forca che rimanda ad una provincia americana priva di leggi e governata da bande. Belli gli effetti di luce, i lampi e lo sfondo con video proiezioni. Nell'ultimo atto il salone della festa presenta una serie di stelle sullo sfondo e una gigantesca dal soffitto, fasci di luce a festa ed una fila di bandiere sul retro.
 

Nel cast emergeva Dimitra Theodossiu: il suo ruolo di Amelia è stato convincente e di grande potenza drammatica; ottima tecnica, bella voce, acuti perfetti e sicuri, bel fraseggio, meritatamente applaudita a scena aperta nell’aria Morrò - ma prima in grazia nel terzo atto.
Il tenore Mario Malagnini ha sostenuto il ruolo di Riccardo, buona esecuzione, interprete raffinato, voce che appare più volte trattenuta nonostante gli acuti perfetti, dunque poco coinvolgente. Giovanna Lanza è stata un’Ulrica molto convincente, con una voce dal timbro deciso e sicuro e giustamente scuro nelle note gravi, con una grinta decisamente aggressiva.
Il baritono russo Igor Golovatenko in Renato ha voce di buona estensione, nonostante qualche incertezza. Paola Cigna è Oscar, convincente, sicura e briosa. Buona la prova di Davide Luciano in Silvano. Poco tratteggiati e non molto convincenti i ruoli di Enrico Rinaldo (Samuel) e Stefano Rinaldi Miliani (Tom). Bravo il Coro Lirico Veneto preparato e diretto dal maestro Giorgio Mazzucato.
Direzione lenta e poco coinvolgente del maestro Stefano Romani alla guida dell’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta.


In un Teatro Sociale non pieno, senz’altro a causa della bufera di neve, il pubblico presente ha dimostrato di apprezzare molto la produzione e la Theodossiu.

Visto il
al Donizetti di Bergamo (BG)