Un giardino di aranci fatto in casa

Un giardino di aranci fatto in casa
Michael Hut, interpretato da Gianfranco D’Angelo, è un famoso ma decaduto scenografo di Hollywood, da tempo, ormai, in perenne crisi creativa e di idee. Ha un matrimonio fallito alle spalle ma una nuova compagna, Hilary, interpretata con eleganza da Ivana Monti, che con amore e dedizione cerca di spronare il compagno a reagire all’apatia artistica che lo attanaglia. Michael vive in un appartamento con un piccolo giardino annesso, dove ha piantumato degli alberi di arance, sua nuova passione. Ted, vicino di casa dagli ambigui costumi sessuali, è il suo migliore amico, con cui gioca ai cavalli i pochi risparmi. Ma, ecco, come fulmine a ciel sereno, piombare nella sua vita Jenny, la figlia abbandonata 13 anni prima insieme al fratello e alla ex moglie. Stordito dall’evento, Michael accetta di tenere con sé la figlia ritrovata, che sogna di diventare una grande attrice di Hollywood e, per questo, chiede l’aiuto del genitore. In realtà, Jenny è mossa dalla voglia di conoscere suo padre e recuperare il tempo perso: non vuole diventare un’attrice, ma crede che sia l’unico modo per poter condividere col padre qualcosa. Dal canto suo, Hilary, donna forte e indipendente, ma anche dolce e comprensiva, è sempre vicina a Michael dando consigli e suggerendo che la figlia altri non vuole che il suo amore. Michael rivede la sua vita, affronta Jenny e il passato, trova nuova linfa nell’amor filiale, e recupera la creatività perduta. La commedia è piacevole ma tratta con ironia il tema del rapporto padre-figlio, del confronto tra due mondi diversi ma legati dallo stesso filo conduttore. Gianfranco D’Angelo interpreta a meraviglia il ruolo del genitore pentito, mentre Ivana Monti dimostra, ancora una volta, di essere un’attrice di classe, esempio per le generazioni di attrici moderne. Mario Scaletta, che interpreta Ted, comunica bene il suo personaggio, rompe gli schemi e regala, con le sue moine, esilaranti attimi di allegria. Simona D’Angelo, interpreta entusiasta la parte dando il meglio di sé nel momento più intenso della commedia: il confronto-verità col padre. La scenografia è davvero ben curata. L’interpretazione degli attori rispetta i tempi scenici ma non lesina qualche battuta improvvisata, con contaminazioni moderne rispetto al testo originale.