Cominciamo dalla fine .
Gli attori , come è tradizione , si avviano verso il proscenio per ricevere “ il giusto soldo “ : gli applausi del pubblico , che possono essere “ di mano “ , “ di cervello “ , “ di cuore “ e “ d’anima “.
Ebbene sì , ho sentito un applauso che somigliava ad un fremito di ali di farfalle ; le anime dei presenti si interrogavano ed interrogavano quella di Joppolo.
Questo era l’atteso segnale : l’operazione di Alessandro Garzella e Antonio Alveario con la consulenza drammaturgica di Anna Barsotti era riuscita . Joppolo era ritrovato , dopo la sua morte a Parigi nel 1963 e l’oblio artistico che lo aveva cancellato dalle scene e dal ricordo della gente.
Non era facile far superare al pubblico la voglia di “ capire “ per portarlo a” sentire” , ma una geniale alchimia fatta con una regia attenta, dove i suoni e le luci hanno svolto un ruolo importante insieme ad una superba interpretazione di Serena Barone , hanno fatto il miracolo così che tutta la carica emotiva dell’anima è venuta fuori nei dialoghi paradossali, palpitanti ed energetici raggiungendo il pubblico.
Scrive Alessandro Garzella ,di Joppolo: “ uno scrittore carnale d’espressionismo mediterraneo che , con spirito profetico davvero sorprendente, anticipa i paradossi esistenziali del terzo millennio .”
Ed “ Il grido d’allarme “ ? E’ un invito che insieme ad Antonio Alveario hanno rivolto al pubblico usando le suggestioni della poetica di Joppolo : risentiamo l’irreale per scoprire il reale.
Teatro Rossini di Pontasserchio (PI)- 20 marzo 2007
Visto il
al
Roma
di Castagneto Carducci
(LI)