Prosa
UN POP ANTICO

Un pop antico e claudicante

Un pop antico e claudicante

Massimo Andrei, accompagnato dal violoncellista Giuliano Colace, porta in scena, al Nuovo Teatro Sancarluccio, il suo Un pop antico. Arturò, chef di cucina molecolare di origini popolari, cerca ispirazione nel retro-cucina del ristorante di tendenza dove lavora per creare nuove ricette che superino le tradizioni culinarie partenopee. Ma Arturò, chef ricercato, famoso ed iperconnesso alla moderna multimedialità web, non riesce a trovare la giusta inventiva per dare vita alla pietanza del futuro e, nel vortice di attacchi hacker che lo subissano di messaggi audio e video, si perde nel racconto di fiabe comiche ambientate in un folcloristico passato (la Rosa parlante, la Cozzeca nera ed il Pireto scostumato).      

Seppur la migliore predisposizione conduce ad assaporare la pièce di Andrei (sarcastici ed efficaci sono i mini-spot, Snack, che imperversano nella rete video delle stazioni di trasporto pubblico napoletano, ed ampio è stato il riscontro ottenuto nel 2005 dal suo lungometraggio, Mater Natura) più che deludente è la resa finale.

Scarno e pretestuso si rivela lo sviluppo drammaturgico: difficile comprendere i legami che intercorrono tra le sommarie idee esposte sulla cucina molecolare, le campanilistiche invettive a favore di quella tradizionale e le storielle narrate. Una più forte autorialità avrebbe potuto scrivere fiabe popolari, unendo con un fil rouge poetico le antiche tradizioni popolari con la moderna cultura pop, o meglio ancora, avrebbe potuto attingere a piene mani all’immensa enciclopedia dei cunti campani, lagati al cibo ed all’arte culinaria. Sono invece presentate tre storielle (tra le più note) che poco o per niente contribuiscono a donare struttura e profondità all’opera.

L’evidenza di quanto detto è insita nella stessa messa in scena che risulta discontinua e claudicante. Le capacità interpretative di Andrei non negano allo spettatore attimi di ilarità ma eccessivo è il tempo dedicato alla visioni degli inserti video che imperversano sullo schermo posto sul proscenio. Infine, frettolosa, arriva la chiusura che lascia il pubblico sospeso, forse, in attesa di un secondo atto.

Visto il 12-12-2014
al Nuovo Teatro Sancarluccio di Napoli (NA)