Per festeggiare una delle ultime sere di Carnovale, il tessitore veneziano Zamaria (Antonio Sarasso) invita a cena i suoi colleghi Augustin (Matteo Romoli) e Lazaro (Andrea Romero) e un mercante di seta, Bastian (Diego Casalis), insieme alle rispettive mogli; alla comitiva si uniscono un manganaro (Alessandro Meringolo) una filatrice d’oro (Erika Urban) e un abile disegnatore di stoffe di nome Anzoletto (Alberto Onofrietti). Costui ama, corrisposto, la figlia di Zamaria (Maria Alberta Navello), ma il matrimonio è reso impossibile dall’imminente partenza dell’artista, che ha deciso di lasciare Venezia per poter esprimere liberamente il proprio talento in Moscovia. Alla fine del primo atto, fa il suo ingresso in scena, Madama Gatteau, matura ricamatrice, che si offre addirittura di accompagnarlo nel suo viaggio, perché infatuata dell’uomo, molto più giovane di lei.
Così, fra accese discussioni, amori impossibili, malanni dettati dalla noia e aneddoti divertenti, i protagonisti mostrano al pubblico uno spaccato di un’epoca in fermento, guardata forse, attraverso la lente di eccessivi e ingiustificati timori; ma progressivamente trova spazio uno sguardo fiducioso sull’avvenire.
La commedia, solo in apparenza, intende concentrare l’attenzione del pubblico sul classico conflitto tra le ragioni del cuore e le motivazioni dell’ambizione professionale, attraverso lo spassoso espediente della Meneghella, tradizionale gioco a carte veneziano, che prevede la partecipazione di numerosi giocatori riuniti a coppie (uomo-donna) intorno a un tavolo.
In realtà, si tratta di una testo allegorico e in parte autobiografico. Carlo Goldoni, infatti, scrive Una delle ultime sere di Carnovale proprio mentre è in procinto di trasferirsi definitivamente in Francia per sfuggire alle critiche e alle invidie che la sua riforma teatrale stava suscitando.
La regia di Beppe Navello, nonostante la scelta di mantenere il dialetto veneziano, non risulta appesantita, né mostra di “perdere colpi”.
Gran parte del ritmo della commedia è comunque all’interpretazione degli attori e in particolare Alessandro Meringolo nello spassosissimo ruolo di Momolo, stuzzicante perdigiorno che alla fine riuscirà a mettere la testa a posto trovando l’amore; oppure Marcella Favilla, nei pannidi Alba, petulante moglie di Bastian, ipocondriaca per noia.
Anche la scelta di far recitare principalmente nella sua lingua madre l’attrice francese Geneviève Rey-Penchenat (che comunque può contare su un’ottima padronanza della lingua italiana), nel ruolo di Madame Gatteau, è ovviamente un particolare che non passa inosservato, ma conferisce maggior “smalto” a tutto lo spettacolo.