Prosa
UNA GIORNATA PARTICOLARE

Una tenerezza particolare

Una tenerezza particolare

Lo spettacolo, tratto dall’omonimo film (1977) di Ettore Scola, Una giornata particolare, è dedicato al regista e sceneggiatore recentemente scomparso.

Due storie umane che si incontrano in uno spazio comune (un condominio popolare), nel quale si trovano quasi come “prigionieri”. Fuori, la Storia, della quale il pubblico a teatro percepisce l’eco attraverso la radio (e le immagini di repertorio proiettate su schermo).

6 maggio 1938, il giorno della storica visita di Hitler a Roma: un grande evento fa da sfondo a due micro-storie personali, una “giornata particolare” per tutti i protagonisti.
Antonietta (Valeria Solarino), donna semplice e poco istruita, votata alla casa e alla famiglia (numerosa), grazie all’incontro casuale con Gabriele (Giulio Scarpati), inizia a mettere in discussione le sue “granitiche” certezze sul regime, acquista maggior rispetto di se stessa, assaporando una diversa modalità di approccio con l’altro sesso.
Gabriele, uomo colto e raffinato, allontanato dalla radio perché omosessuale, proprio quel giorno è in attesa di essere mandato al confino e, di fronte ad Antonietta, condivide le sue idee e la propria scelta di vita, uscendo allo scoperto, cosa che finora non aveva mai fatto. 
Apparentemente diversi, i due si fiutano e si riconoscono, condividendo momentaneamente un destino sul quale incombe la Storia, purtroppo sempre presente, di coloro che non hanno spazio per far sentire la propria voce.
Valeria Solarino, nata in Venezuela, ma siciliana da parte di padre, sfrutta le sue origini utilizzando quel dialetto per interpretare il personaggio reso iconico sul grande schermo da Sofia Loren. Ma ci mette del suo, anche a livello di postura, offrendo un’interpretazione dimessa, ma all’occorrenza, anche risoluta.
Giulio Scarpati si cala senza particolari esitazioni nei panni di Gabriele, ma la sua interpretazione teatrale risulta forse troppo garbata (con un guizzo di fervore quando il suo personaggio dichiara “ai quattro venti” la propria omosessualità), sicuramente con sfumature piuttosto lontane dai toni rassicuranti del medico televisivo che il grande pubblico da anni ha imparato a conoscere.

Pur essendo l'attenzione del racconto concentrata sui due protagonisti, tutto il resto del cast non manca di farsi notare: Giulio Janni (Emanuele, il marito di Antonietta), Matteo Cirillo, Anna Ferraioli, Paolo Minnielli e Federica Zacchia (i figli e altri ruoli).

Luigi Ferrigno realizza una funzionale scena su due piani che, attraverso un telo e opportuni effetti luce, all’occorrenza svela tutti gli ambienti necessari allo svolgimento della vicenda.
La regia di Nora Venturina sottolinea la dimensione di tenera intimità nella quale questi due personaggi, nel bene e nel male, trascorrono le loro differenti – eppure tristemente simili esistenze, nell’apparente assuefazione a un ineluttabile destino.
.

Visto il 12-02-2017
al Coccia di Novara (NO)