"Uomo e galantuomo" torna sulla scena

La commedia" Uomo e galantuomo" di Eduardo De Filippo torna, dopo anni di assenza dalle scene, con la regia di Armando Pugliese, interpretata da Francesco Paolantoni e Nando Paone. La storia di fondo è molto coinvolgente, una sorta di commedia nella commedia dove diversi equivoci e situazioni impreviste fanno scaturire gag divertenti. Da subito, la commedia prende una piega diversa da quella tipica del teatro di Eduardo, gli attori non sembrano essere all'altezza di sostenere la comicità che il testo esige, le battute si susseguono calanti, sembrano slegate tra loro. La forza del testo perde di valore, il pubblico sembra assistere ad una commedia improvvisata dove ognuno segue un proprio copione. Ci si diverte ma come se si assistesse ad una commedia qualunque. Quello che ci si aspetta dalla rappresentazione di una commedia di De Filippo non è semplice ilarità ma vero e proprio coinvolgimento delle emozioni, così come richiede il testo. A salvare il tutto, fin dall'inizio, l'ars recitandi di Paone che si distingue per la sua teatralità singolare e mai stereotipata. Abilissimo nel vestire i panni del ricco Alberto De Stefano, porta avanti la commedia quasi da solo. Paolantoni, al contrario, sembra riprodurre in scena i suoi stereotipi da cabaret. L'interpretazione che concede al pubblico del suo personaggio, il capocomico Gennaro De Sia, appare limitata, non sostiene il ritmo della battuta, anche le scene più esilaranti per copione appaiono costrette, forse a causa di attitudini teatrali troppo lontane da quella che era l'arte del teatro di Eduardo. Improponibili le interpretazioni date da Fulvia Carotenuto, nelle vesti di Viola, e da Federica Aiello, nei panni della cameriera Ninetta. Entrambe appaiono scordinate, "ingombranti" sulla scena. Le battute non si comprendono, anche a causa del tono di voce troppo alto. Le performance si allontanano decisamente dalle interpretazioni degli stessi ruoli che, all'epoca di Eduardo, furono concesse da attrici quali Angelica Ippolito e Marina Confalone. Notevoli le scenografie di Andrea Taddei, curati i costumi di Silvia Polidori. La commedia non ha purtroppo raggiunto gli obiettivi sperati, a testimonianza del fatto che non è semplice riprodurre la teatralità del grande De Filippo.