La platea del Teatro Colosseo di Torino è gremita e dalle quinte emerge una voce a lungo attesa.
“Signore e signori: Daniele Luttazzi!”
Egocetrismo assoluto. Magnifico.
Dall’ingresso sul palco una sequela continua di battute che, come al solito, non deludono. Il repertorio parte da“C.R.A.M.P.O.” a “Va’ dove ti porta il clito” rendendo la platea sua schiava.
Però, è necessario guardare al passato.
Il precedente lavoro, riedizione di “Bollito misto con mostarda”, era caratterizzato da una verve sferzante al limite della sofferenza fisica.
Infatti le battute, satira pura con una concentrazione altissima di politica, erano crudeli e attuali. E non solo! Si delineava una dura analisi critica dello sfacelo italiano, sia da un punto di vista culturale che politico. La rabbia di uno degli ultimi satiri italiani era il motore trainante dello spettacolo.
“Va dove ti porta il clito” non contiene questa dose di astio e le battute son già state dette.
Bukowski diceva: “Se sei un musicista puoi salire sul palco e riproporre i pezzi che conosci quante volte vuoi. Ma con la poesia non funziona così. Ogni volta che affronti il pubblico devi avere pezzi nuovi”. Allo stesso modo la satura lanx che lo “chef” Luttazzi propone deve essere nuova e non riscaldata, altrimenti il pubblico se ne potrebbe lamentare.
Non è un atto di accusa nei confronti dell’attore. È una semplice constatazione dei fatti.
Consigliato a chiunque non abbia letto o visto “Va dove ti porta il clito” & “C.R.A.M.P.O.”. Le risate son assicurate!
Visto il
06-02-2010
al
Colosseo
di Torino
(TO)