Prosa
VA TUTTO BENE

Un poetico senso di abbandono

Un poetico senso di abbandono

Una giovane donna dall’aspetto angelico (ali comprese) entra in scena intonando a cappella una delicata versione di You’re the One That I Want, dal musical Grease… e già che si intuisce che “Va tutto bene” (nomen omen) in questo spettacolo ideato e diretto da Stefano Cordella, per la compagnia Oyes.
Lo stesso brano – questa volta nella versione utilizzata da Baz Luhrmann per lo spot pubblicitario di un noto profumo - viene riproposto al termine come ninna nanna per una nuova vita che si affaccia al mondo.

Una famiglia tragicomica
Lo spettacolo è una tragicommedia sul tema dell’abbandono, declinato in diverse forme: l’assenza di un padre, Ruggero, che decide di ritrovare la voglia di vivere sfuggendo alla routine famigliare; il distacco diventa definitivo quando l’uomo “muore per la troppa felicità” e quella figura salvifica che il pubblico ha apprezzato fin dalla prima scena (Lilly) decide di fare visita alla famiglia di lui, per riconsegnarne gli effetti personali.
Il suo arrivo viene frainteso, ma accolto con le migliori intenzioni, soprattutto da Attilio, figlio adolescente del defunto: rimasto privo di un riferimento importante e in piena crisi di identità sessuale, il ragazzo si affida alle discutibili strategie di conquista del genere femminile propinategli dall’amico Edo; finché la presenza salvifica di Lilly - come già era successo con suo padre - non colmerà quel bisogno di amore e di contatto umano che mancava nella sua famiglia

Una sostituzione in extremis
Se da un lato Attilio (aka Attila) deve fare i conti con l’assenza del padre, dall’altro subisce la frustrante convivenza con la madre Annamaria, totalmente succube del tubo catodico. Va segnalata, una sostituzione nel cast, dovuta a una circostanza particolare: l’attrice titolare del ruolo della madre (Alice Redini), per un impedimento personale non ha potuto prendere parte ad alcune delle recite previste ed è stata prontamente sostituita da Paola Tintinelli, che in una sola giornata ha imparato il copione, imprimendo nel personaggio sfumature sensibilmente inedite.

Temi universali come la famiglia, la morte (segno di una nuova vita che nasce), il sesso, l’amicizia e i rapporti umani sono trattati in maniera rassicurante e senza cinismo; anche se i piani narrativi, a tratti, sembrano confondersi, ciò non impedisce allo spettacolo di mantenere un taglio delicato e poetico, soprattutto nelle scene in cui i personaggi, a rotazione, cercano il contatto umano.

Visto il 06-06-2017