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IN VIAGGIO CON AURORA - IL VIAGGIO CON AURORA CONTINUA

Erri De Luca impareggiabile funambolo della parola

Erri De Luca impareggiabile funambolo della parola

Erri De Luca, seduto ad un tavolaccio, scolpisce parole col cesello della sua voce… ed è già magia. Racconta una storia che è la sua, ma anche la nostra, quella di un popolo, di una gens, di una “città del sud del mondo” che era, dice, “piena di infanzia inferocita e decimata dai morbi, dalle mancanze, città a cosce aperte per fare da sfogo alle migliaia di marinai della sesta flotta degli stati uniti, città che campava di loro e di rimesse di emigranti.” La stessa città che lo scrittore definisce un ricordo, città che oggi va dimenticata e dalla quale è fuggito, “città del nord, ma con i nervi di una città del sud in cui la vita è appesa con lo sputo”. E di Napoli l’impareggiabile funambolo della parola traccia il profilo antico, disegna di passo in passo un ritratto lucido, svela colori vividi e chiaroscuri, punteggiando le vicende con melodie classiche o con sue liriche musicate, che interpreta a fil di voce e di chitarra. E questa lezione di vita così appassionata e sagace, racconta di Napoli misteri e mestieri, lingua e languori, canzoni, poesie, passioni e miserie, per poi condurci lontano da Napoli sulle orme del protagonista… fino a Sarajevo. Accanto al maestro di penna due presenze femminili: la giovanissima Aurora De Luca, dalla voce di violino, nipote ventenne dell’autore, che ha ispirato il titolo e spinto lo scrittore a lanciare un ponte tra due generazioni lontane; Micaela Zanotti, col suo violino che canta, allegro o soave, accompagnando poesie e canzoni, con-fondendosi con le voci, sottolineando atmosfere. Degna di nota la lettura del racconto “Il pannello” da “In alto a sinistra”, con la toccante partecipazione in video di Mariano Rigillo nei panni di un vecchio professore di greco, affabulatore che “Ci innamorò della Grecia antica perché ne era innamorato”, dice De Luca. La sua andata via dalla vita, sembra la fine non solo di un  generoso sapere, ma quella di un’epoca dominata dal gusto di “innamorare”, epoca di rigore, forse eccessivo in alcuni casi, ma istruttivo e costruttivo, certo più di un lassismo che non insegna nulla! E se incontrare il brano nelle pagine scritte stringe il cuore e stilla lacrime, l’accorata lettura teatrale sortisce lo stesso emozionale effetto.
Lo spettacolo prodotto da Ente Teatro Cronaca, lezione di vita più che di teatro, raggiunge i nostri tempi congedandosi con un messaggio in poesia dal titolo emblematico: Valore... Ancora una volta grazie, Erri!

Visto il 14-02-2012
al Bellini di Napoli (NA)