Erri de Luca è uno dei maggiori esponenti della letteratura italiana contemporanea.
La sua capacità lo porta a fondere in perfetta armonia prosa e poesia, andando a creare mondi sublimi su una realtà che altrimenti sarebbe banale. D'altra parte è questo il dono dei grandi: riescono a rendere esaltante qualcosa che non lo è.
La passione di uno scrittore può, come nel caso di De Luca, trasbordare oltre gli argini della pagina scritta fino ad inondare il teatro, così come aveva fatto con il suo precedente "Il peso della farfalla", un monologo corale di rara delicatezza.
Ma questa volta osa di più, tenta di entrare lui stesso in scena per dare la sua versione dei fatti.
Mi spiego meglio: il teatro, per sua stessa natura, è una questione di riscrittura dei testi. E' Mutevole, poichè nessuna replica è uguale alla precedente, ed è possibile per un drammaturgo (o scrittore che sia) percepire che il proprio testo venga travisato. E' Legittimo.
Ma qui incontriamo un grave problema: De Luca non è un regista e questa sua inesperienza è palese ne "In viaggio con Aurora". Un minimo di regia in più ed avremmo ottenuto un esempio interessante di teatro di narrazione, un genere prolifico in Italia, soprattutto negli ultimi anni.
A ciò si aggiunge la presenza della nipote di De Luca, Aurora, che, onestamente, più che essere una compagna di viaggio risulta solo una spalla del maestro. Una noncuranza che poteva essere evitata con una ripartizione diversa della partitura drammaturgica.
Non Teatro, ma un racconto di un vecchio zio dentro a una piola. Ovvero ad un racconto non troppo coinvolgente, a volte sconclusionato a volte commuovente, che ha potenzialità enormi
Un'esibizione sospesa tra teatro e dialogo, un qualcosa che, mi dispiace ammettere, non è ne carne nè pesce.
E non travisate questa frase. Non è una stroncatura, ma una considerazione dell'inesperienza, e sottolineo non dell'incapacità, di De Luca come regista.
Con un po' di esperienza in più questo spettacolo potrebbe essere ripreso e portato al massimo della propria potenzialità ed è questa la mia personale speranza.