In tema con le feste natalizie la commedia “Vicini di stalla” di Antonio Grosso (Minchia Signor Tenente e Giggino Passaguai), scritta insieme a Francesco Stella e diretta da Ninni Bruschetta. È il racconto fantasioso dei “vicini di stalla” di Giuseppe e Maria, ovvero della natività di Gesù visto dalla focale di due pastori nomadi dal passato non troppo chiaro, che viaggiano con la loro asinella Rosina.
In apertura i personaggi appaiono in scena immobili come pastori sul presepio; come le statuine di via San Gregorio Armeno a Napoli che possono essere anche personaggi contemporanei da inserire sul presepio. Anche nella commedia si attualizza il contesto (i costumi di scena sono moderni); tutto ciò rende ancor più vivo il testo.
Ad interpretare la parte dei pastori sono lo stesso Antonio Grosso (che esprime una comicità verace alla Siani) e Ciro Scalera (con molteplici esperienze cinematografiche). Ci sono poi un ebreo proprietario di tutte le stalle del circondario (Antonello Pascale) ed una prostituta (Federica Carruba Toscano). I due pastori saranno pienamente coinvolti dall’evento della natività di Gesù.
Altre volte c’è stato il racconto dei Vangeli da una focale “laica” e popolare. L’incontro con Gesù visto dai testimoni, poveracci anche loro, restituisce al Salvatore tutta la sua umanità, ma anche la sua grandezza e straordinarietà. Pensiamo ad esempio al film di Pasquale Festa Campanile, “Il ladrone” del 1980, con Enrico Montesano.
Ecco, “Vicini di stalla” si inserisce in questo filone narrativo ed è una commedia che sa essere, allo stesso tempo, divertente e romantica. Comicità ma anche momenti lirici ed una chiusura inaspettata che ci ricorda (ed anticipa) il tema della crocefissione.