Lirica
VITA E ARTE DI BENIAMINO GIGLI

IL POTERE ETERNATORE DEL BEL CANTO

IL POTERE ETERNATORE DEL BEL CANTO

Serata d’eccezione sotto il cielo stellato di Macerata allo scopo di ricordare la vita e l’arte del recanatese Beniamino Gigli che, proprio all’interno dello Sferisterio, tenne nel 1927 un celebre concerto per i mutilati e gli invalidi della Grande Guerra. Sul muro di fondo scorrono a tutto campo immagini della vita pubblica e privata del grande tenore, quasi come un album di ricordi sfogliato lentamente e, quando la sua voce solida, potente ma al contempo ricca di colori risuona all’interno dell’arena, l’emozione del pubblico che la gremisce è quasi palpabile. Scopo dell’evento, la cui realizzazione è stata possibile anche grazie alla partecipazione totalmente gratuita degli artisti, è quello di dare il via a una raccolta fondi che culminerà nel restauro della tomba di Gigli, sita nel cimitero di Recanati e attualmente ridotta in condizioni piuttosto critiche.

Mattatore della serata è stato Francesco Micheli cui va riconosciuta la grande capacità di intercettare, grazie alle sue innegabili doti affabulatorie, l’attenzione di varie tipologie di pubblico: suo il compito di introdurre i cantanti e di ripercorrere le tappe principali della vita di Beniamino Gigli, insistendo in particolare sull’esperienza di emigrante del ‘19 e sui successi al Metropolitan di New York. Efficacissima e al contempo indicativa di umiltà e generosità profondamente radicate la frase del tenore recanatese proiettata sul muro di fondo: «Io sto forse vivendo un sogno, all’improvviso il sogno finirà e io mi ritroverò qual ero, il figliuolo del campanaro detto “il canarino del campanile”».

Dopo l’esecuzione della sinfonia de La forza del destino da parte dell’Orchestra Regionale delle Marche, ad inaugurare la serata sale sul palcoscenico Andrea Concetti che ha sostituito Roberto Scandiuzzi, impossibilitato per motivi di salute: l’aria è quella del catalogo del Don Giovanni, la voce è bella e scura e Concetti si mostra padrone di un ruolo come quello di Leporello a lui congeniale. A seguire la coppia Dessì-Armilliato: inizia il secondo che riempie l’arena con la sua voce piena e robusta dall’emissione però forse eccessivamente muscolare con “E lucean le stelle” da Tosca, la prima esegue, invece, in modo delicato e struggente “Io sono l’umile ancella” da Adriana Lecouvreur. Simone Piazzola, che abbiamo già ammirato nel ruolo del Conte di luna nella prima de Il trovatore, esegue “Il balen del suo sorriso” con sicurezza e convinzione: l’emissione è solida e vigorosa, il colore piacevolmente brunito. “Mercè dilette amiche” da I vespri siciliani vede poi salire sul palcoscenico un’ottima Carmela Remigio dalle sonorità ampie e distese, dotata di uno strumento davvero ricco di sfumature. A chiudere la prima parte dello spettacolo interviene Nazareno Antinori, che canta “Core ‘ngrato” di Salvatore Cardillo; egli viene presentato da Micheli, in quanto ex allievo di Del Monaco, come simbolo del bel canto ed elemento di congiunzione fra la generazione passata e quella presente.

Nell’intervallo gran parte del pubblico ha avuto l’opportunità di visitare nella sala dell’ex cinema una piccola, ma gradevole mostra allestita dall’Associazione “B. Gigli” con abiti di scena e fotografie del maestro.

Lo spettacolo riprende con Aquiles Machado e Simone Piazzola che eseguono “O Mimì, tu più non torni” da La Bohéme: la voce di Machado, pur caratterizzandosi per un timbro vigoroso e  lucente, appare però a tratti oscillante. Molti ancora a questo punto i brani in programma: si parte da Andrea Chenièr di cui vengono eseguiti “L’Improvviso” e l’aria “La mamma morta” rispettivamente da Fabio Armiliato e Daniela Dessì, per procedere poi con “O mio babbino caro” interpretato da Carmela Remigio, “Quando le sere al placido” da Luisa Miller cantato da Aquiles Machado, fino a giungere ad un divertente “Là ci darem la mano” eseguito da Concetti e Remigio. Per il gran finale “Non ti scordar’ di me” di Ernesto de Curtis interpretato da Nazzareno Antinori, “Già nella notte densa” da Otello che vede in scena ancora la coppia Dessì-Armillato ed infine “Mamma” di Bixio-Cherubini, eseguita da tutti i cantanti partecipanti alla serata con anche l’ausilio del pubblico dello Sferisterio che è apparso entusiasta.

Visto il 21-07-2013
al Arena Sferisterio di Macerata (MC)