Prosa
VITA

Letrtura scenica sul senso della vita

Letrtura scenica sul senso della vita

Vita”, al Teatro Belli fino al 6 novembre, non ha una scenografia; solo tre leggii adornano la scena minimal. Lo spettacolo è giustamente tutto affidato alla potenza delle parole, alla bellezza del testo proposto e alla bravura dei protagonisti.

Una madre, un padre e una figlia sono schierati sul palcoscenico davanti alla platea. Sono pronti a svelarsi, a raccontare la loro storia, il proprio dramma familiare. Ad interpretarli tre straordinari attori: Pamela Villoresi, Emilio Bonucci, Eleonora Ivone.

Quelli proposti, nei dialoghi, sono personaggi anonimi, privi un nome e di un cognome, come a sottolineare che nelle loro vesti e nei loro pensieri qualsiasi persona potrebbe riconoscersi.

“Vita”, scritto da Angelo Longoni che ne cura anche la regia, è incentrato sull’attualissimo tema dell’eutanasia. Un tema che molto a fatto discutere in epoche recenti, si pensi al dramma di Eluana.

Sul palcoscenico, la vita di due genitori improvvisamente viene sconvolta da un incidente stradale che vede implicata la figlia diciassettenne. La clessidra del tempo di colpo si ferma. La spensieratezza cede il posto all’ansia, alla preoccupazione, al dolore; padre e madre si ritrovano da un giorno all’altro con una figlia in stato vegetativo.

Di grande impatto emotivo il testo si snoda in un flusso continuo di pensieri-ricordi-racconti della quotidianità, tra passato e presente, tra la vita sospesa e la morte che tarda a arrivare.

Tra le righe vengono raccontate due visioni contrastanti in merito all’eutanasia: da una parte un padre che desidererebbe piangere la propria figlia su una lapide piuttosto che vederla priva di conoscenza e coscienza, dall’altra parte una madre che pazientemente accudisce la figlia sperando in un miglioramento, anche minimo, delle condizioni. Posizioni inconciliabili ma unite da un comun denominatore: l’amore paterno e materno. Tesi contrapposte che dividono e che fanno riflettere. Ci si domanda se sia veramente una vita degna di essere vissuta quella in cui neanche si possono compiere le funzioni elementari, in cui non si ha coscienza di sé e del mondo circostante; se aiuta avere fede, pregare un Dio che permette che accadano tragedie simili… perché davanti al dramma anche il Credo può essere messo in discussione.

Davvero complimenti ai tre interpreti: Bonucci sa splendidamente rendere sulla scena la figura del padre, a tratti pacato a tratti irruento, che tanto ama la propria figlia da essere disposto a lasciarla andare via definitivamente. Villoresi dona al personaggio della madre energia, grinta riuscendo a strappare anche qualche sorriso che allenta la tensione. Infine Ivone conferisce tenerezza e fragilità all’innocente figlia.

Si esce dal teatro turbati e coinvolti, con le certezze di ciascuno pro e contro l’eutanasia messe in discussione. “Vita” è una lettura scenica che emoziona e commuove, che sa toccare le corde del cuore e scuotere l’anima ponendo contemporaneamente tanti interrogativi sul senso e sul valore dell’esistenza.

Visto il 28-10-2011
al Belli di Roma (RM)