La traversata dall’Italia a Buenos Aires è l’occasione per Raffaele Viviani per perfezionare il suo “varietà”. Siamo alla fine degli anni Venti e Viviani mette a punto sulla nave uno spettacolo nazional-popolare che rivoluziona il teatro e la canzone napoletana.
Questo il tema di “Viviani Varietà” – in scena al Teatro Argentina di Roma dal 16 al 28 aprile 2013 – spettacolo diretto da Maurizio Scaparro e che vede in scena uno straordinario Massimo Ranieri, proprio nei panni dell’autore e interprete napoletano.
Quella traversata Viviani e la sua compagnia la fecero davvero e l’autore dei testi Giuliano Longone Viviani (nipote del grande Viviani) immagina l’autore-interprete che prepara con la sua compagnia lo spettacolo, nel corso del viaggio.
La scenografia ricostruisce l’interno del piroscafo. Si vede la poppa del battello ed il mare. Gli attori si muovono nello spazio antistante le cabine e le scalette che portano al ponte superiore. Un’orchestrina, in sala ai piedi del palcoscenico, suona dal vivo.
“Viviani Varietà” è il racconto del popolo migrante, guitti e poveri cristi in viaggio alla ricerca di un futuro migliore a Buenos Aires, la terra promessa. Ranieri-Viviani arruola nel cast qualcuno dei poveracci per rimpolpare l’organico o per dare un aiuto concreto (come avviene per una coppia di clandestini).
Lo spettacolo è diviso in due tempi. Nel primo ci sono le prove; nel secondo si assiste alla messa in scena per i viaggiatori del varietà; una grande serata quando la nave arriva sulla linea dell’equatore.
Gag, macchiette, canzoni allusive, coreografie particolari (di Franco Miseria). Emerge il doppio volto di Viviani, quello della risata e quello riflessivo e malinconico , con la nostalgia per la terra madre lontana.