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VOGLIAMOCI TANTO BENE

‘Dicesi famiglia un nucleo di…

‘Dicesi famiglia un nucleo di…
‘Dicesi famiglia un nucleo di persone che, accomunate dallo stesso sangue tendono a volersi bene, rimanendo unite sotto lo stesso tetto’. E’ questo l’estratto più importante, l’estremo riassunto, della rappresentazione in scena all’elegante Teatro San Babila. “Vogliamoci tanto bene”, è una brillante commedia in due atti scritta da Carlo Buccirosso. L’apprezzato attore napoletano, per anni spalla comica di Vincenzo Salemme e in seguito presente in molti lavori cinematografici dei fratelli Vanzina, è autore, regista e attore di questa particolare opera. Buccirosso, interprete di Cirino Pomicino nel film vincitore del Premio della Giuria di Cannes 2008 “Il Divo”, per gli spettatori del San Babila questa volta interpreterà il signor Buonocore. “Vogliamoci tanto bene” è la storia di Mario Buonocore (Carlo Buccirosso), impiegato delle poste che, a seguito di una crisi depressiva, decide di ritornare nella casa che fu dei suoi genitori e che alla morte di questi divenne delle sue sorelle Titina (Graziella Marina) e Teresa (Maria del Monte). SI inizia nello studio della psichiatra Valeria Perrotta (Serenella Tarsitano) che, attraversando situazioni tragicomiche, cerca di analizzare Buonocore. Sfruttando l’intelligente scenografia ruotante lo scenario muta prima in un commissariato, in cui si fa la conoscenza dell’onnipresente ispettore di polizia Formisano, e in seguito nella casa Titina Buonocore vedova Gargiullo. In questa umile dimora, oltre alle due sorelle Buonocore, abitano anche il nipote gay Bruno, la nipote neolaureanda con il suo compagno ed una misteriosa commessa di profumeria. Proprio quest’ultima ragazza, Gioia Gargiullo (Federica Petrella) sarà colei che aiuterà Mario Buonocore a decifrare la babele in cui è tornato. Il signor Buonocore, oltre ai piccoli dissidi mai del tutto sopiti nei confronti della sorella Titina, scopre che i suoi timori, ovvero furbizia e disonestà, sono divenuti realtà inquinando il sangue della sua famiglia. In un primo atto carico di ironia Buccirosso, perfettamente immedesimato nel suo personaggio, sembra combattere contro i mulini a vento come un novello Don Chisciotte. Mentre il pubblico divertito applaude, la piacevole colonna sonora di Diego Perris, che accompagna l’intera rappresentazione, introduce un secondo atto profondamente diverso. La commedia assume i contorni seri e drammatici di un giallo ed attraverso situazioni difficili si giunge ad un finale a sorpresa tutto da vedere. In questa corposa commedia, emerge su ogni cosa la bravura di Buccirosso. La sua ironia, la spontaneità e l’intelligente comicità sono parte integrante dell’opera. L’importanza della famiglia, la ferma critica alla corruzione dei valori morali e l’attenta accusa ad una società in cui ‘nessuno utilizza più la fantasia e nessuno riesce più a volare’ sono il filo logico dell’intera commedia. L’autore nello scriverla ha, poi, sibillinamente inserito alcuni quesiti lasciando trovare le risposte al suo alter ego Buonocore. Come cambiare il Mondo? ‘Non dobbiamo pensare a come fare. Noi dobbiamo adoperarci per non farlo diventare ancora più ‘na monezza’. Ottima anche l’interpretazione di Graziella Marina, verace napoletana. Bene anche Federica Petrella a suo agio nella parte misteriosa ed intrigante di Gioia ed infine un plauso anche a Serenella Tarsitano, metodica psichiatra, perfetta nel ruolo della dottoressa. Molto apprezzabile anche la scenografia che, oltre ad essere funzionale, risulta gradevole ed intrigante. Milano, Teatro San Babila, 13/02/2009
Visto il
al Cannata di Melilli (SR)