Zorro è piaciuto ai livornesi prima di tutto perchè rappresenta da sempre la maschera di colui che lotta contro l'ingiustizia e l'oppressione . Questo è l'antefatto , però …
Musiche eccezionali di Roby Facchinetti con sonorità “ ultra-Pooh “ che mettono un po' “ all'angolo “ le voci non troppo imperiose di Zorro ( Michel Altieri ) e Cecilia ( Alberta Izzo ) , molto belle alcune coreografie ( in particolare i passi di tip tap ) , curatissimi i costumi , ma eccessivamente minimaliste le scene poco valorizzate oltretutto da giochi di luce scarsamente incisivi .
D'Orazio ha arricchito il testo classico della storia di Zorro proponendo un maggiore peso ai ruoli femminili : come si contrappongono Zorro e Don Juan De Salvatierra con scontri verbali e fisici così le rispettive compagne Cecilia e Consuelo acquistano in questa rivisitazione scenica uno spessore notevole quasi a sottolineare l'ancestrale abbinamento uomo buono con donna buona , uomo cattivo con donna cattiva .
Molto ben realizzata nel testo e in scena la simpaticissima figura del pingue , ma buono Henriquez Diego Pinto Garcia ben interpretato da Maurizio Semeraro che oltretutto con grande disinvoltura ha lanciato il proprio massiccio corpo in una elegante ribaltata strappando numerosissimi applausi e la virtuale medaglia del più simpatico in scena.
Le due ore di spettacolo scorrono veloci in un crescendo di canti e balli che sublimano la vittoria del buono contro il cattivo , ci si aspetta quasi la frase suggestiva “ e vissero felici e contenti “ , ma intanto di sicuro ci sono stati gli scroscianti applausi del pubblico , se non altro liberato dall'incubo : “ meno male nelle favole vincono ancora i buoni ! “.
E se D'Orazio provasse a fare ora un musical tutto suo ? Senza le musiche dei Pooh , voglio dire .