Danza
W.A.M. - ROSSINI CARDS

Camerino, teatro Filippo Marc…

Camerino, teatro Filippo Marc…
Camerino, teatro Filippo Marchetti, “WAM” e “Rossini cards” di Mauro Bigonzetti UN VIAGGIO ONIRICO. UN VIAGGIO IRONICO. RICORDANDO I MOBILES DI ALEXANDER CALDER “Definirei WAM un viaggio onirico intorno alla musica e al personaggio di Mozart. Un sogno: non narrato, ma vissuto in una dimensione diversa”. Così Mauro Bigonzetti parla della sua coreografia, un testo drammaturgico molto criptico, sia riguardo al personaggio che alla storia. Il balletto non è biografico e non ha un andamento narrativo, ma presenta situazioni mozartiane, simboli e rimandi alla vita e all'ambiente familiare del compositore. I quadri scorrono lievi e leggeri, come le pagine di un libro, mentre l'atmosfera si mantiene particolarmente densa. Il gesto, come sempre in Bigonzetti, smuove l'anima e il cervello, il sentimento e la razionalità; è un gesto che sembra scaturire quasi di getto, naturale, spontaneo, emanazione del corpo come il respiro; un gesto asciutto, rapido, sintetico che crea una scrittura coreografica fortissima, asciutta, drammatica. Lunghi e riposati risvegli, prese aeree, i soliti contorcimenti, i soliti, vibranti “stomp” sui legni del palco, prodotti dalle scarpe o dai piedi nudi. Il sestetto per soli uomini con le scarpe dal tacco rosso, poi l'intenso pas de deux con gli abiti rossi pieno di passione amorosa (“voi che sapete che cos'è amor..”), l'assolo col piccolo pianoforte sgangherato, un passo a tre plastico e morbidissimo, l'assolo del ballerino con la gonna, con quegli occhi che emanano una grande forza magnetica e, nel finale, gli uomini se ne vanno lentamente, mentre, nel silenzio, le luci scemano, le donne issate sulle spalle a testa in giù, le gambe a formare delle grandi V verso il cielo. Tutta la compagnia è impegnata, con parti solistiche che emergono in assoli, duetti, trii, quartetti e altri pezzi per soli uomini, una danza variegata, ma al tempo stesso sottovoce, con la presenza costante del pianoforte, elemento inscindibile da Amadè (le musiche sono quasi interamente eseguite dal vivo da Bruno Moretti). I costumi di Maurizio Millenotti sono in stile settecentesco, ma stilizzato e rivisitato, un contemporaneo con tocco rococò; particolarmente belli quelli degli uomini, con le mutande molto sgambate indossate con sopra dei busti e giacche senza maniche dalle lunghe code, oppure il solista con la gonna trasparente lunga fino a terra e il busto nudo. In abbinamento è stato presentato Rossini cards su musiche del pesarese (anche queste in gran parte suonate dal vivo da Bruno Moretti), che unisce la consueta, riconoscibile scrittura coreografica di Bigonzetti a una notevole ironia: ne deriva una creazione divertente e divertita, che inizia con la compagnia schierata davanti al sipario chiuso, tutti in giacca e pantaloni, poi uno si spoglia completamente e si butta giù dal palcoscenico. Poi la ricetta dei maccheroni alla Rossini e il sipario si apre su una tavola imbandita con i commensali intorno; poi assoli, duetti, trii e ensamble: figure statiche ed aeree, alcune ai limiti dell'acrobazia. A me le coreografie di Bigonzetti ricordano sempre i “mobiles” di Alexander Calder, quel muoversi leggero nell'aria che rende aereo anche il solido più solido. Visto a Camerino, teatro Filippo Marchetti, il 25 luglio 2007 Francesco Rapaccioni
Visto il
al Filippo Marchetti di Camerino (MC)