Immaginiamo un futuro dove gli strumenti musicali non esistano, dove la libertà d’espressione sia solo apparente. Un mondo “Orwelliano”, se così possiamo definirlo, in cui si è imposta una realtà musicale digitalizzata (la computer music), e la vera musica è abolita dalla Global Soft Corporation in quanto considerata forma di comunicazione troppo liberale. Un ragazzo, un sognatore che sente strane parole nella testa (che si rivelerà essere la reincarnazione di Freddie Mercury), assieme ad un gruppo di ribelli (i bohémiens), potrà rivelare di nuovo al mondo la libertà regalataci da una delle forme d’arte più diffusa nella vita di tutti gli esseri umani: LA MUSICA DAL VIVO. Raccontare una trama del genere attraverso l’unione delle più belle canzoni dei Queen è stato geniale, e finalmente approda in Italia, dopo 7 anni dal debutto a Londra, “We will rock you”, il musical prodotto da Ben Elton in collaborazione con due componenti dei Queen stessi: il batterista Roger Taylor ed il chitarrista Brian May. Per l’edizione italiana Maurizio Colombi ne cura la regia in maniera impeccabile. Uno spettacolo senza sbavature e imperfezioni, grazie anche ad un cast di veri professionisti, i quali hanno potuto dimostrare la loro competenza nell’interpretazione delle canzoni di un gruppo rock che ha cambiato la storia della musica nel panorama mondiale, il cui eco si propaga ancora nei prodotti discografici di oggi.
Grinta, grinta, grinta! È questa la parola d’ordine di questo musical, assieme ad una moltitudine di sensazioni che si sono accavallate durante tutto il recital il quale ha tenuto i corpi degli spettatori vibranti attaccati alle poltrone del teatro. Percezioni scaturite non solo dalle voci dei cantanti, le quali hanno avuto il potere di penetrare le più recondite emozioni dei presenti, ma anche dai danzatori, dai costumi, dalle scene, dalle luci, dalle videoproiezioni e dall’esecuzione orchestrale dal vivo. Tutti elementi fondamentali che hanno contribuito alla riuscita di questo spettacolo soprattutto per l’armonia con i quali sono stati messi in scena, esaltandosi e completandosi a vicenda per plasmarsi e fondersi insieme, dando cosi vita al mirabile show di cui siamo stati spettatori. Un musical in cui sono incarnati tutti i valori del vero rock, il rock che decanta l’ “amore”, per dirla con le parole di Oz (abbreviazione di Ozzy Osbourne, è la più importante donna dei Bohemians); un musical che lancia un messaggio di denuncia nei confronti della globalizzazione che attanaglia i nuovi anni ’10, i nostri; un musical nel quale gli interpreti hanno creduto fino in fondo,lanciando in pieno un messaggio che ha scaturito una reazione di ammirazione, tradottasi in una standing ovation di circa 10 minuti.
Un’edizione italiana con dialoghi e adattamenti musicali degni di nota, senza tempi morti e dai ritmi incalzanti, ilari e sarcastici allo stesso tempo provocando umorismo, a tratti pirandelliano, tra il pubblico. Un copione che funge da sottile metafora e che perciò lascia nella gente che esce da teatro la strana sensazione di conoscere da quel momento i Queen, la loro lotta e il loro viaggio, ma non solo … anche la lotta e il viaggio che oggi intraprendono tutti gli artisti per guadagnare i loro diritti, e la forza tangibile di una passione che vive in ognuno di loro e che viene portata avanti con sacrificio, pazienza e sofferenza. Questo sottolinea ancora di più lo scrupolo nel voler creare un buon prodotto non dando per scontato che, utilizzando le musiche dei Queen, la strada verso il successo sarebbe stata agevolata. E tale messaggio è giunto grazie ad una produzione che ha ricreato, non ho timore a dirlo, uno dei più bei We will rock you visti in Europa, che vede grandi protagonisti quali Gianluca Merolli (Galileo) e Martina Ciabatti (Scaramouche), in un’esibizione “very very Rock”!!!
Visto il
05-02-2010
al
EuropAuditorium
di Bologna
(BO)