Attenzione agli spazi che separano lui e lei. In Weekend Comedy, una produzione della Compagnia Attori & Tecnici in scena al Duse di Genova dal 23 al 28 febbraio, il regista Stefano Messina colloca i personaggi su un’immaginaria scacchiera dove le mosse sono speculari e traducono visivamente sentimenti e stati d’animo.
Questa fisicità, la traduzione pratica e “coreografica” della disciplina che i semiologi definiscono prossemica, è in sintonia con le intenzioni degli autori, gli statunitensi Jeanne e Sam Bobrick che dichiarano una spiccata vocazione al cosiddetto teatro di intrattenimento anche se, va detto, quando gli interpreti si concedono qualche approfondimento psicologico lo spettacolo risulta più godibile.
Frank e Peggy, marito e moglie che trascinano un rapporto vecchio e stanco, tentano di rivitalizzarlo con una luna di miele in una sperduta località montana. Il caso vuole che nel cottage da loro affittato, per un errore dell’agenzia immobiliare, piombino Terry e Jill, giovani fidanzati, fantasiosi e focosi. Il fine settimana di convivenza forzata innesca, attraverso una serie si situazioni comiche e grottesche, l’inevitabile confronto generazionale. Crisi speculare per entrambe le coppie, “ribaltone”, lieto fine garantito. Di fronte a un copione che certo non manca di sapienza costruttiva ma che rivela qualche cedimento e ovvietà, si giustificano trovate spiritose in stile cartoon come i cambi di scena affidati all’orso che entra nel villino. Qualche taglio tuttavia gioverebbe.
Alla fine è proprio l’esperienza attoriale “europea” a farla da padrona. Viviana Toniolo, cofondatrice della compagnia con Attilio Corsini, nella parte di Peggy si conferma una di quelle navigate signore del teatro leggero capaci di imprimere autoironia ed eleganza ad ogni battuta. Roberto della Casa, Frank, le tiene testa mentre Stefano Messina, che si fa carico anche della parte di Terry oltre che della regia, e Claudia Crisafio, Jill, specie nel primo tempo prendono un po’ troppo alla lettera le indicazioni degli autori. Meglio il secondo: Sam Bobrick ha ragione quando dice che gli spettatori non devono andare a casa con la voglia di suicidarsi, ma le sfumature non sono incompatibili con il divertimento.