Fabriano (AN), teatro Gentile, “Why be extraordinary if you can be yourself” coreografia di Daniel Ezralow
IL FASCINO STRAORDINARIO DELLA NORMALITA'
“Why be extraordinary if you can be yourself” (perchè essere straordinario se puoi essere te stesso) è l'ultimo spettacolo, suggestivo ed intenso, di Daniel Ezralow, il coreografo americano teorico dell'improvvisazione nella danza. Prima dell'entrata in scena scorrono sullo schermo nero che fa da sfondo al palcoscenico immagini quotidiane in bianco e nero di ballerini intenti a prepararsi, a fare le prove, inesorabile in alto a sinistra scorre il conto alla rovescia dai trenta minuti. Allo scoccare esatto della mezz'ora inizia un viaggio all'interno del mondo interiore dell'umanità. Il concept attorno a cui è stata costruita la trama narrativa è proprio la “santificazione” della normalità, della vita quotidiana in quanto cosa straordinaria. Fin dall'inizio dello spettacolo, le parole proiettate sullo schermo invitano lo spettatore ad essere se stesso, a fare come se fosse a casa propria.
Dieci ballerini, una struttura alta in cui sono state ricavate caselle stile "Il gioco dei nove", filmati, giochi di luci, proiezione di scritte e azioni in contemporanea alla danza dal vivo, quella fisica fatta di corpi intrecciati: sono questi gli ingredienti, insieme a musiche a volte d'ambiente e a volte note (U2, Alanis Morissette), di uno spettacolo extra-ordinario, un'ora e quindici di magia, espressione di una fisicità plastica, di passione per il proprio lavoro. Spesso il ballerino in carne ed ossa danza insieme alla sua immagine digitale. Il ritmo incessante è il filo conduttore di uno spettacolo che celebra la normalità come cosa straordinaria, in un mondo in cui proprio l'extra-ordinario è diventato invece la cifra a cui ispirare il proprio stile di vita.
Ritmo, modularità, interatività, flusso continuo: la trama narrativa multimediale si intreccia con il corpo ed il movimento dei ballerini che danno sostanza alla danza, azione scenica, racconto corale e teatrale del nostro quotidiano interiore. Corpi, immagini musica e parole danno insieme un messaggio globale. Ci vuole coraggio ad essere se stessi, una persona comune, persa nella folla, che non emerge per qualche qualità o attributo eccezionale, ma che va avanti giorno dopo giorno vivendo la sua vita. Per godersela. Ci vuole determinazione a seguire la propria strada, a cercare, a cercarsi, a seguire il proprio io, quello vero, senza perdersi in una foresta di replicanti e di simboli, che dilatano la realtà fino a farla diventare un fluido leggero, quasi inesistente.
La cosa straordinaria è essere se stessi perchè siamo unici, abbiamo qualcosa che ci rende speciali, i nostri desideri ed il nostro modo di essere, che ci differenziano da qualunque altro essere umano sulla terra.
Perchè non si vive di fantasmi o di illusioni, se mai di sogni....
Visto a Fabriano (AN), teatro Gentile, il 10 gennaio 2008
MONIA ORAZI
Visto il
al
Ventidio Basso
di Ascoli Piceno
(AP)