Elsa Bossi

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Spettacoli

Le mille e una notte
Le mille e una notte
Pinocchio
TEATRO DEL CARRETTO
Pinocchio
Spoon River
Spoon River
Clausura
Clausura
Estate in dicembre
Estate in dicembre
Via della Maddalena
MARCO TADDEI
Via della Maddalena

Contenuti redazionali

Senza Ezio Bosso, da oggi il mondo è un posto più triste
Si è spento a Bologna Ezio Bosso, compositore, pianista e direttore d’orchestra di fama internazionale. 48 anni, conviveva dal 2011 con una malattia neurodegenerativa.
Ada Negri, la solitaria, in scena a Milano fra teatro e musica.
Lo spettacolo, ispirato ai racconti di Ada Negri, Le solitarie, in scena nella metro di Milano. A dare espressione alla sensibilità della scrittrice l’attrice Elsa Bossi e il musicista Alberto Braida.
Polemiche sul film 'Barbarossa': la troupe contro Bossi
"Non è il film di Bossi". Questo il commento degli attori che prenderanno parte alla pellicola "Barbarossa". Raz Degan, Rutger Hauer, il premio Oscar F. Murray Abraham, Cecile Cassel, Kasja Smutniak, Angela Molina e tutta la troupe tengono a precisare che il loro film "...non sarà mai il manifesto politico della Lega". Sarà un'opera vera e importante senza strumentalizzazioni da parte della politica italiana". Degan, attore e modello israeliano, nonchè "guida" della sommossa dell'intero cast, interpreterà Alberto da Giussano, il personaggio cui il leader della Lega Umberto Bossi ha detto di essere idealmente l'erede. Un lungo periodo di preparazione, sia fisica che mentale, per riuscire a vestire i panni del leggendario personaggio. " Un ruolo importantissimo per me - afferma Raz - Un'accasione d'oro per la mia carriera. Mi sono documentato storicamente e poi sono passato all'allenamento fisico, ore e ore per restituire sullo schermo la fisicità del condottiero". LA STORIA La vicenda si svolge nelle terre dell'Italia del Nord sotto il dominio dell'Imperatore tedesco Federico Barbarossa. Il suo sogno è di conquistare anche le regioni del Centro e del Sud per riunificare l'Impero che un tempo era di Carlo Magno. Il racconto inizia nelle campagne intorno a Milano, anno 1158. Alberto da Giussano, milanese, ha davanti un guerriero imponente, Federico I di Hohenstaufen, l'imperatore. I due si affronteranno poi nell'epilogo finale nella celebre battaglia, a Legnano, in cui Alberto da Giussano, diventato nel frattempo condottiero della Lega lombarda, guidando i comuni padani il 29 maggio 1176, sconfisse l'esercito romano-germanico di Federico Barbarossa. «Ho immaginato Alberto da Giussano come un'anima libera - aggiunge l'iraniano - un uomo che, dopo aver vissuto grandi sofferenze familiari, aver visto Milano rasa al suolo, trova la forza di reagire, convince col giuramento di Pontida e la formazione dell'esercito della Lega Lombarda, i comuni sottomessi, impoveriti e umiliati, guidando questo popolo oppresso nella battaglia, senza aver paura di niente». Il film è anche la storia d'amore tra lui e Eleonora (Kasja Smutniak), una giovane che dopo essere sopravvissuta ad un fulmine viene sospettata di stregoneria. Il kolossal sarà distribuito nelle sale cinematografiche da' 01' e, successivamente, sarà su Raiuno in prima serata.
Alla Limonaia di Castiglioncello : Mauro Covacich e Isabella Bossi Fedrigotti
Doppio appuntamento, domenica e lunedì ore 18, con “La vita è un film?” rassegna di incontri con l’autore, organizzati dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Rosignano M.mo, in programma alla Limonaia nel parco del Castello Pasquini a Castiglioncello e curati da Gloria De Antoni . Domenica 20 luglio Mauro Covacich presenterà il suo nuovo libro dal titolo: “Prima di sparire” edizioni Einaudi . L’autore ne parlerà con Goria De Antoni. Lunedì 21 alla stessa ora, Isabella Bossi Fedrigotti presenterà con la giornalista RAI del TG3 Francesca Barzini“Il primo figlio” edito da Rizzoli “Prima di sparire” è l’ultimo romanzo di Covacich: la particolarità è che si tratta di un romanzo autobiografico. Uno scrittore deve scrivere un romanzo che ha in testa da moltissimo tempo; ma un giorno dopo l'altro, la scrittura non arriva, e più s'inceppa e si perde, più la vita dello scrittore preme con potenza, con passione, con la necessità del sangue che corre, per trovare una forma. Intorno allo scrittoio vuoto, la stanza si riempie di pensieri, di sensi di colpa, di desiderio, di telefonate clandestine, di disperati tentativi di reprimere per amore della moglie un nuovo amore nascente, giocoso e irresistibile. Lo scrittore si chiama Mauro Covacich, le giornate che racconta sono quelle del suo matrimonio con Anna, le notti sono quelle tormentose del desiderio di Susanna, di un amore nuovo e dirompente. E più lunghe e arrovellate si fanno le giornate davanti alla pagina bianca, più chiaramente emerge che la storia di un amore che nasce e di un amore che muore è l'unica che abbia senso raccontare. “Sparire dalla vita di un'altra persona significa tradire prima di tutto se stessi: alla fine, anche se sei innocente, scopri di aver fatto comunque del male a un sacco di gente. Scrivere la cronaca di un amore che uccide un altro amore significa provare a raccontare il momento in cui i sentimenti si confondono: il giorno in cui il desiderio e la paura, l'integrità e la colpa, la nostalgia e la voglia di scappare si ritrovano inspiegabilmente fusi dentro un unico corpo. I frammenti di un romanzo che sognavo di scrivere- afferma Covacich- giacevano inerti sotto il peso delle cose che mi erano successe negli ultimi diciotto mesi, forse dovevo provare a raccontare quelle. Così ho cominciato. Il motto che avevo in mente era Questi fatti esistono, queste persone esistono, io esisto». D'un tratto la vicenda privata diventa storia di tutti, attraverso una scrittura che si mette totalmente in gioco in una paradossale «confessione con personaggi». Lo scrittore divora l'uomo che vive e regala a chi legge le parole per comprendersi. Accettando la sfida impudica di dire «io», Mauro Covacich ha scritto il suo romanzo più coraggioso e più bello. Una storia così vera da essere viva, un libro straziante sul desiderio e l'abbandono. Mauro Covacich è nato a Trieste nel 1965. Ha esordito nel 1993 con il romanzo - inchiesta Storie di pazzi e di normali. Collabora con varie testate, scrivendo reportage, racconti di viaggio e storie tratte dalla cronaca. Covacich vive e lavora a Roma. Ha pubblicato: Colpo di Lama (Neri Pozza 1995), Mal d’autobus (Tropea 1997), Anomalie (Mondadori 1998, 2001), La poetica dell’Unabomber (Theoria 1999) - raccolta di reportage scritti per Diario, Panorama e varie altre riviste - L’amore contro (Mondadori 2001), A perdifiato (Mondadori 2003) e, infine, Fiona (Einaudi, 2005). Suoi racconti sono presenti in numerose antologie della più recente narrativa italiana. Collaboratore assiduo del Corriere della Sera, Covacich ha inoltre realizzato per la RAI alcuni radio documentari e il radiodramma Safari. Nel 1999 l’Università di Vienna gli ha conferito l’Abraham Woursell Prize. Il primo figlio di Isabella Bossi Fedrigotti, che sarà presentato lunedì 21, racconta la storia di tre donne di estrazione sociale, educazione, età, nazionalità diverse – e però simili nel loro destino di mal amate, ritenute minorenni tutta la vita o forzatamente adulte fin dall’infanzia – sono le protagoniste di una vicenda che dai primi del Novecento arriva agli anni del secondo dopoguerra. Eppure le storie di Teresa, Maria e Sofia trovano il loro corrispondente in situazioni di oggi anche se al posto di una ragazza del nord Italia, che va a servizio, potrebbe esserci una ragazza moldava o ucraina e al posto della bambinaia tedesca, come usava fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, una sudamericana. L’universo femminile sembra essersi incastrato in un meccanismo circolare e apparentemente inalterabile, perché immutate sono la arrendevolezza, il desiderio di affidarsi, il bisogno d’amore delle donne, come immutate sono le condizioni sociali che ne determinano i percorsi di vita. Le tre protagoniste sono legate, in modi e con motivazioni e risultati diversi, all’infanzia, vero e proprio centro focale delle loro storie. Nei figli – mancati, mancanti o strappati alla madre perché non legittimi – e nella loro cura le tre donne trovano inizialmente la ragione della loro vicinanza, poi, il motivo di una sincera solidarietà. Col suo linguaggio terso e lineare Isabella Bossi Fedrigotti narra una storia di femminile quotidianità – tre vite commosse e commoventi coi loro silenzi, le parole non dette, le prevaricazioni, il mistero tenuto chiuso nel cuore dove sempre dimora la speranza della gioia – creando tre figure mitiche e senza tempo. Isabella Bossi Fedrigotti è nata a Rovereto, e vive a Milano. Giornalista al “Corriere della Sera”, scrive su argomenti culturali e di costume e tiene da anni rubriche di corrispondenza con i lettori. Ha un suo forum sul sito del “Corriere della Sera”. Nel 1980 ha esordito nella narrativa con Amore mio, uccidi Garibaldi. In seguito ha pubblicato Casa di guerra (1983), Di buona famiglia (1991) che ha vinto il Premio Campiello, e Magazzino vita (1996); quindi, presso Rizzoli, Il catalogo delle amiche (1998), Cari saluti (2001), La valigia del signor Budischowsky (2003). Tutti gli appuntamenti si terranno alla Limonaia nel Parco del Castello alle ore 18 e saranno a ingresso gratuito. In caso di maltempo si sposteranno nell’auditorium del Castello Pasquini.
Arriva Cattivik, cartoon con Prodi, Berlusconi e Bossi
Romano Prodi, Silvio Berlusconi e Umberto Bossi appaiono in formato cartoon nella prima serie animata tratta dal fumetto Cattivik di Silver (l'ideatore anche di Lupo Alberto, che verraà trasmessa prossimamente su Italia 1. I tre politici fanno una comparsata in una delle puntate, di cinque minuti l'una. Nel filmato in 3D (titolo La porta) il ladro più pasticcione dei fumetti cerca di aprire una serratura in mille modi, passando dal 'metodo zen' a quello 'new age', da quello stile 'Matrix' a quello ispirato a 'La guerra dei mondi', fino a rassegnarsi alla 'par condicio', camuffandosi come i tre uomini politici, tra canottiere, bici e bandane. Tra comicità slapstick e battute in dialetto meridionale, sono state già prodotte 52 puntate delle avventure del maldestro malfattore in nero, sorta di parodia comica di Diabolik e Satanik creato da Bonvi nel 1965, ma presto affidato alle cure di Silver che, per la versione cartoon, ha deciso di assegnargli, come ospiti speciali, i colleghi Lupo Alberto ed Enrico La Talpa.