Gianluca Merolli

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Spettacoli

Un tram che si chiama desiderio
Regia Gianluca Merolli
Un tram che si chiama desiderio
Ophelia
Ophelia
Yerma
Yerma
Un Gabbiano
Un Gabbiano
Spoglia-Toy
Spoglia-Toy
Stranieri
Stranieri

Contenuti redazionali

Sono Solo Suono
Ciccio Merolla,diretto da Raffaele Di Florio, al teatro Sannazzaro per la prima volta in un One Men Show racconta la storia di un detenuto che nel suono trova l'elevazione dello spirito.
Gianluca Merolli: il Tragico in Lorca. Masterclass di recitazione e canto
Il Cielo di carta – scuola di Teatro presenta un evento unico ed esclusivo per Trani e dintorni: Masterclass di recitazione e canto con Gianluca Merolli. OBIETTIVI “L’uomo comune sta in piedi; l’attore sta in equilibrio”. Sono così tanti gli elementi che un attore deve acquisire e far propri per dar vita ad un personaggio che è come se dovesse, da adulto, imparare nuovamente a stare in piedi, a cercare il suo equilibrio. A questo essere in lotta ma soprattutto essere in vita, è richiesto un grande lavoro su se stessi con il quale l’attore paga lo scarto rispetto all’uomo comune che semplicemente agisce, laddove l’attore si mostra mentre agisce. Lo studio si concentra su tre elementi fondamentali: il corpo, la voce, il lavoro sul testo. Partire dalla persona per cominciare un lavoro profondo su se stessi, per diventare consapevoli e saper restituire ciò che siamo e ciò che possiamo creare per raccontare ciò che non ci appartiene. STRUTTURA DEL CORSO "Il Tragico in Lorca" Il corso si svolgerà in due giorni: 26 e 27 novembre 2016 Giorno 26: dalle ore 13 alle ore 20 Giorno 27: dalle ore 09.00 alle ore 16 Ogni partecipante dovrà proporre un testo di Federico Garcia Lorca ( monologo o scena a più personaggi) tratto da "Yerma" o "Nozze di sangue" e/o una Poesia. Per i cantanti, è possibile proporre un Canto di F.G.Lorca tratto da "Yerma" e/o una canzone a scelta del partecipante ispirata al tragico di Lorca. L’allievo sarà accompagnato in un percorso individuale e personale attraverso il quale liberare le proprie possibilità espressive. L’obiettivo dell’incontro è quello di esplorare le infinite capacità della voce e del corpo che raccontano una storia, per tanto il lavoro sarà diviso in due fasi: 1- Lavoro sul corpo e sulla voce La duttilità e la capacità di utilizzare il proprio corpo sono fondamentali: l’azione dell’attore infatti si sviluppa attraverso gestualità, mimica ma soprattutto in uno “stare” sincero. Si lavorerà sulla coscienza dei propri elementi, fisici e vocali; sulla gestione dello spazio e sull’improvvisazione scenica. 2- Lavoro di approfondimento e sul repertorio Si lavorerà sulle scene ed i brani scelti, cercando di lavorare specialmente sulla capacità di trasmettere in modo vero e credibile le direttive e le emozioni del personaggio. Per iscriversi e prenotarsi è necessario inviare una mail esclusivamente a info@ilcielodicarta.net con nome, cognome e numero di telefono dalla quale vi sarà inviata in risposta la documentazione necessaria per effettuare l'iscrizione e il numero iban. Modalità di pagamento: il costo della masterclass è di euro 150. 1)bonifico bancario anticipato 2)pagamento diretto anticipato presso la segreteria del cielo di carta in corso vittorio emanuele 242 trani dalle 18 alle 20, previo appuntamento al numero 3479395652 Il Pagamento per intero va effettuato entro il 15 novembre. Verrà presa in considerazione SOLO la data di invio mail e la successiva ricevuta di pagamento effettivamente versata per la scelta dei partecipanti che saranno in numero di massimo 20. La cifra non verrà restituita per mancata partecipazione. Per coloro che avessero necessità di pernottamento si consiglia Hotel Trani, nei pressi della stazione ferroviaria e della Scuola di Teatro. BIOGRAFIA Gianluca Merolli, classe 1981, attore e cantautore, studia canto con Antonella Sdoia, Eleonora Bruni e Tosca e recitazione con Antonio Latella, Danio Manfredini, Cesar Brie, Lindsay Kemp, Pierpaolo Sepe, Ricci/Forte. Si divide tra il teatro musicale e la prosa lavorando con Marco Carniti, Pino Micol,Claudio Insegno, Cristopher Malcolm. Studia e lavora per anni con Giancarlo Sepe, approfondendo il lavoro di improvvisazione e di ricerca nel movimento (Favole di Oscar Wilde, Compagnia Totò). Nel 2007 viene scelto per interpretare Claude nel musical Hair, con gli arrangiamenti musicali di Elisa; per questo spettacolo vince il premio Ammaniti come miglior attore della stagione 2008/2009. A fine estate 2008 fa parte del cast de “I Giganti della montagna” di Pirandello che gira i teatri di pietra in Sicilia. Viene scelto dai Queen per interpretare il ruolo di Galileo, protagonista di “We will rock you”. Luca Tommassini gli affida l’adattamento in italiano delle canzoni del suo spettacolo “Il pianeta proibito” e la composizione del tema originale, “Incolpame”, che viene cantata dalla protagonista Lorella Cuccarini con Chiara Ranieri. Scrive e interpreta “Piccolo”, brano portante della colonna sonora de “I bambini della sua vita” film per il cinema diretto da Peter Marcias,con Piera degli Esposti, in cui recita anche un piccolo ruolo. Al cinema lavorerà anche con Maria Sole Tognazzi e Pappi Corsicato. Nel 2010 frequenta una Masterclass al Piccolo Teatro di Milano, diretto da Luca Ronconi, studiando con Flavio Albanese, Antonella Astolfi, Marise Flach e Michele Abbondanza. Ritorna a Roma ed entra a far parte della famiglia di Dignità Autonome di Prostituzione, sotto la guida di Luciano Melchionna, per cui ha scritto e cantato lo stornello d’apertura: “Puttana con Dignità”. Successivamente nasce Gianluca Merolli #Pure, band con la quale suona le sue canzoni nonchè cover che spaziano dai Radiohead a David Bowie, dai Talking Heads ai Queen. Nel 2013 viene scelto per interpretare Tebaldo nel musical Romeo e Giulietta – Ama e cambia il mondo per la regia di Giuliano Peparini, spettacolo che debutta all’Arena di Verona e col quale è ancora in tournée nei più grandi teatri italiani. Nel 2014 esordisce alla regia con “Un Gabbiano”, versione inedita della celebre opera di Cechov, in cui interpreta il tormentato Konstantin. Lo spettacolo ha debuttato con grande successo al Teatro Sannazzaro di Napoli in occasione dal Napoli Teatro Festival Italia, e successivamente al Teatro Sala Uno di Roma. La sua regia di Yerma di Federico Garcia Lorca ha debuttato a Roma, al teatro Vascello, a marzo 2016 con un enorme successo di critica.
MASTERCLASS CON GIANLUCA MEROLLI
Il Cielo di carta – scuola di Teatro presenta un evento unico ed esclusivo per Trani e dintorni: Masterclass di recitazione con Gianluca Merolli. OBIETTIVI “L’uomo comune sta in piedi; l’attore sta in equilibrio”. Sono così tanti gli elementi che un attore deve acquisire e far propri per dar vita ad un personaggio che è come se dovesse, da adulto, imparare nuovamente a stare in piedi, a cercare il suo equilibrio. A questo essere in lotta ma soprattutto essere in vita, è richiesto un grande lavoro su se stessi con il quale l’attore paga lo scarto rispetto all’uomo comune che semplicemente agisce, laddove l’attore si mostra mentre agisce. Lo studio si concentra su tre elementi fondamentali: il corpo, la voce, il lavoro sul testo. Partire dalla persona per cominciare un lavoro profondo su se stessi, per diventare consapevoli e saper restituire ciò che siamo e ciò che possiamo creare per raccontare ciò che non ci appartiene. STRUTTURA DEL CORSO Il corso si svolgerà in due giorni: 23 e 24 aprile 2016 Giorno 23: dalle ore 11 alle ore 14; dalle ore 15 alle ore 20 Giorno 24: dalle ore 09.00 alle ore 14; dalle ore 14.30 alle ore 18 Ogni partecipante dovrà proporre un monologo di A. Cechov tratto da: Il giardino dei ciliegi, Il Gabbiano, Le tre sorelle, Ivanov, Zio Vanja. L’allievo sarà accompagnato in un percorso individuale e personale attraverso il quale liberare le proprie possibilità espressive. L'obiettivo dell'incontro è quello di esplorare le infinite capacità della voce e del corpo che raccontano una storia, per tanto il lavoro sarà diviso in due fasi: 1- Lavoro sul corpo e sulla voce La duttilità e la capacità di utilizzare il proprio corpo sono fondamentali: l'azione dell'attore infatti si sviluppa attraverso gestualità, mimica ma soprattutto in uno “stare” sincero. Si lavorerà sulla coscienza dei propri elementi, fisici e vocali; sulla gestione dello spazio e sull’improvvisazione scenica. 2- Lavoro di approfondimento e sul repertorio Si lavorerà sulle scene ed i brani scelti, cercando di lavorare specialmente sulla capacità di trasmettere in modo vero e credibile le direttive e le emozioni del personaggio. Lo Stage ha un costo di euro 120. Per iscriversi e prenotarsi è necessario inviare una mail esclusivamente a info@ilcielodicarta.net con nome, cognome e numero di telefono. Modalità di pagamento: 1)bonifico bancario su numero iban che verrà comunicato via mail del quale si richiede poi ricevuta di bonifico effettuato di almeno euro 60 come acconto da inviare via mail entro il 13 marzo 2016. 2)pagamento diretto di almeno euro 60 come acconto presso la segreteria del cielo di carta in corso vittorio emanuele 242 trani dalle 18 alle 20, previo appuntamento al numero 3479395652, sempre entro il 13 marzo 2016 e sempre dopo aver inviato in ogni caso una mail di prenotazione. Il saldo della cifra totale avverrà il giorno 23 Aprile presso il cielo di carta prima dell’inizio delle lezioni. Verrà presa in considerazione SOLO la data di invio mail e il successivo acconto effettivamente versato per la scelta dei partecipanti che saranno in numero di massimo 20. Gli acconti non verranno restituiti per mancata partecipazione. Per coloro che avessero necessità di pernottamento si consiglia Hotel Trani, nei pressi della stazione ferroviaria e della Scuola di Teatro. BIOGRAFIA Gianluca Merolli, classe 1981, attore e cantautore, studia canto con Antonella Sdoia, Eleonora Bruni e Tosca e recitazione con Antonio Latella, Danio Manfredini, Cesar Brie, Lindsay Kemp, Pierpaolo Sepe, Ricci/Forte. Si divide tra il teatro musicale e la prosa lavorando con Marco Carniti, Pino Micol,Claudio Insegno, Cristopher Malcolm. Studia e lavora per anni con Giancarlo Sepe, approfondendo il lavoro di improvvisazione e di ricerca nel movimento (Favole di Oscar Wilde, Compagnia Totò). Nel 2007 viene scelto per interpretare Claude nel musical Hair, con gli arrangiamenti musicali di Elisa; per questo spettacolo vince il premio Ammaniti come miglior attore della stagione 2008/2009. A fine estate 2008 fa parte del cast de "I Giganti della montagna" di Pirandello che gira i teatri di pietra in Sicilia. Viene scelto dai Queen per interpretare il ruolo di Galileo, protagonista di "We will rock you”. Luca Tommassini gli affida l'adattamento in italiano delle canzoni del suo spettacolo "Il pianeta proibito” e la composizione del tema originale, "Incolpame", che viene cantata dalla protagonista Lorella Cuccarini con Chiara Ranieri. Scrive e interpreta "Piccolo", brano portante della colonna sonora de "I bambini della sua vita" film per il cinema diretto da Peter Marcias,con Piera degli Esposti, in cui recita anche un piccolo ruolo. Al cinema lavorerà anche con Maria Sole Tognazzi e Pappi Corsicato. Nel 2010 frequenta una Masterclass al Piccolo Teatro di Milano, diretto da Luca Ronconi, studiando con Flavio Albanese, Antonella Astolfi, Marise Flach e Michele Abbondanza. Ritorna a Roma ed entra a far parte della famiglia di Dignità Autonome di Prostituzione, sotto la guida di Luciano Melchionna, per cui ha scritto e cantato lo stornello d'apertura: "Puttana con Dignità". Successivamente nasce Gianluca Merolli #Pure, band con la quale suona le sue canzoni nonchè cover che spaziano dai Radiohead a David Bowie, dai Talking Heads ai Queen. Nel 2013 viene scelto per interpretare Tebaldo nel musical Romeo e Giulietta - Ama e cambia il mondo per la regia di Giuliano Peparini, spettacolo che debutta all’Arena di Verona e col quale è ancora in tournée nei più grandi teatri italiani. Nel 2014 esordisce alla regia con “Un Gabbiano”, versione inedita della celebre opera di Cechov, in cui interpreta il tormentato Konstantin. Lo spettacolo ha debuttato con grande successo al Teatro Sannazzaro di Napoli in occasione dal Napoli Teatro Festival Italia, e successivamente al Teatro Sala Uno di Roma. Attualmente sta lavorando alla seconda regia, Yerma di Federico Garcia Lorca, che debutterà a Roma, al teatro Vascello, a marzo 2016.  
Speciale NTFI 2014: l'urlo di Čechov terrorizza la platea-Un gabbiano di Merolli
Un certo mal riposto senso della libertà di espressione domina e affligge il nostro tempo. È un’epoca questa in cui fotografi, attori e registi, nutriti dalla loro stessa ipertrofia egoica, spuntano come funghi dalla mota dell’anonimato; tutte creature assolutamente pregne dello spirito, dell’essenza dell’arte di cui si sentono gli unici, veri depositari: sacerdoti sussiegosi delle loro corrive muse. Andrebbe forse posto un argine a questa pericolosa ondata di creatività, visto che la selezione naturale lascia alquanto a desiderare. Un effettivo, pianificato controllo delle nascite autoriali potrebbe risparmiare allo spettatore/lettore medio, più o meno edotto delle cose dell’arte, istanti di disperata solitudine intellettuale. Per intenderci, verrebbe finalmente meno quell’attimo agghiacciante in cui al termine, ad esempio, di uno spettacolo teatrale, ci si ritrova nell’imbarazzante condizione di non sapere che partito prendere: se applaudire come i troppo entusiasti e spesso ingenui partigiani della pièce, oppure sfogare la nostra indignazione insieme ai detrattori in platea o all’uscita del teatro. Attimi di pura disperazione! Tuttavia, a pensarci bene, il gioco teatrale è anche un po’ questo: senza una certa rutilante cialtroneria creativa forse ci sarebbe da annoiarsi a furia di capolavori; non era forse Artaud, del resto, a urlare “basta con i capolavori” dalle pagine del suo storico saggio sul teatro? Un gabbiano di Gianluca Merolli, in scena al Teatro Sannazzaro di Napoli il 19 e  20 giugno, da questo punto di vista può certo sentirsi al riparo da ogni equivoco possibile sulla sua natura effettiva. La scena si presenta sostanzialmente spoglia, ne vengono anzi ostentate le viscere  (intravediamo qualche puleggia e qualche altro strumento scenico dalle quinte scoperte); sul fondo del palcoscenico è posto un rudimentale siparietto, un teatrino improvvisato dove avverrà la rappresentazione del poemetto decadente di Kostantin. Gli attori fanno la loro apparizione tutti insieme richiamati dai giri di chiave che Sorin/Nello Mascia effettua nella serratura invisibile della porta della sua tenuta di campagna: a ogni scatto della serratura corrisponde un improvviso lampo luminoso, della durata di qualche secondo, che illumina tutti i personaggi del dramma intenti in qualche azione ludica tipica dell’otium borghese. Dopo questo breve prologo i personaggi si presentano al pubblico, uno alla volta, urlando il proprio nome, procedura che si ripeterà anche alla fine dello spettacolo. Il testo di Čechov è sostanzialmente rispettato, almeno per quanto riguarda la lettera, per lo spirito… beh lo spirito va messo da parte stavolta, non c’è, si è smarrito, era da qualche parte e il regista ne era pur consapevole, ma è poi andato perduto nella chiassosa colonna sonora e nei movimenti concitati degli attori. Lo spettacolo vuol di fatto porsi come una interpretazione antirealistica dell’opera del drammaturgo russo; una lettura convenzionale - nel senso teatrale del termine - ossia resa attraverso una riscrittura simbolica della partitura gestuale e cinetica degli attori. Questi ultimi mettono in mostra le loro doti ginniche, la propria padronanza dei movimenti corporei: Kostantin/Gianluca Merolli racconta della sorte toccata all’amata Nina, nei due anni che li hanno tenuti separati, rimbalzando con tutto il corpo sul materasso di un lettino; Trigorin parla della sua arte e dei suoi intenti seduttivi nei confronti di Nina danzando come un monaco shaolin; i movimenti di Masha/Giulia Maulucci, Nina/Francesca Golia e Medvedenko/Fabio Pasquini sono altrettanto funambolici e frenetici. La colonna sonora è composta da brani rigorosamente moderni suonati ad altissimo volume con l’intento, riuscito in buona parte, di aggredire l’udito del pubblico. L’opera di Merolli, del resto, vorrebbe proprio attentare alla sicurezza percettiva del pingue pubblico partenopeo, sconvolgerne le aspettative, mettere il quieto e progressista abbonato di fronte a qualcosa di violentemente nuovo. Tuttavia v’è troppa approssimazione: l’uso dei fantocci di cartapesta come simulacro degli altri personaggi marginali del dramma cechoviano non è molto efficace e il connubio attore in carne e ossa e pupazzo a tratti risulta involontariamente ridicolo; gli attori si muovono troppo, ad ogni loro azione non corrisponde uno stato d’animo precipuo, un conato emotivo, ciò determina l’attestarsi del lavoro cinetico/simbolico del regista su di un piano meramente pellicolare; la musica di Luca Longobardi infine diviene da perturbante ossessiva, e infine semplicemente fastidiosa. Insomma questa tigre ha i denti ma non morde; l’urlo di un gabbiano si fa sentire e la pelle si accappona, tuttavia il terrore è legato a ben altro che a un inquietante, ma fascinoso smarrimento estatico: è il terrore di quello spaesato spettatore che non sa che fare, se lanciare ortaggi o gridare al capolavoro!