XXX Festival "La Notte dei Poeti"
MATER & BELLUM
di e con Rossy de Palma
Teatro Romano di Nora (Pula - CA) - giovedì 19 luglio ore 22
Racconti in spiaggia intorno al fuoco
Nora, sulla spiagga davanti alla Chiesetta di Sant'Efisio
mercoledì 18 luglio h 21.30: LA GUERRA DI TROIA... UN PO' PRIMA
di e con Senio GB Dattena e la partecipazione di Tino Petilli
giovedì 19 luglio h 21.30: LE METAMORFOSI (da Ovidio)
di e con Senio GB Dattena in scena con Maria Loi
SONO NATA DALLA LUNA di e con Virginia Viviano
Pula - Piazza del Popolo giovedì 19 luglio ore 22
Parole, note e visioni tra le vestigia dell'antica città fenicio-punica e poi romana con il XXX Festival "La notte dei poeti" a Nora (Pula) con un ricco cartellone tra recitals e mises en espace nella cornice affascinante e magica del Teatro Romano dal 13 al 21 luglio e incursioni nel centro del paese a pochi chilometri da Cagliari e nell'area archeologica, ma pure nell'ex cantina Sociale di Santa Margherita di Pula con le sinestesie bacchiche di "Fermentación" del catalano Teatro de Los Sentidos, per la regia di Enrique Vargas (dal 17 al 20 luglio, alle 19.30 alle 21 e alle 22.30 - info & prenotazioni 345.4894565).
Dopo l'ouverture con "Salammbô" - da Flaubert nella traduzione di Patrizia Valduga - interpretata da Caterina Murino, in scena con Valter Malosti, e le rime evocative di un "Canto degli Esclusi" con Alessio Boni e Marcello Prayer per un "concertato a due per Alda Merini", intenso e lieve nell'ironia, chiave di lettura del mondo della poetessa milanese e la danza con il Gran Galà del Balletto dell'Esperia, l'intrigante kermesse firmata CeDAC prosegue tra Racconti (e cinema) sotto le stelle e ancora Racconti intorno al fuoco.
Antichi miti rivisitati dal Teatro Barbaro di Senio GB Dattena: "La guerra di Troia... un po' prima" gioca tra archeologia e storie di dèe e eroi, con fantascientifiche macchine e scoperte sorprendenti con imprevedibili epifanie in un divertissement per grandi e piccini (lunedì 16 luglio alle 21.30 nell'area archeologica di Nora e mercoledì 18 luglio sempre alle 21.30 in spiaggia presso la Chiesa di Sant'Efisio a Nora) con la partecipazione straordinaria di Tino Petilli; ne "Le Metamorfosi" le fiabe belle e crudeli di Ovidio rivivono nella narrazione di Senio GB Dattena e Maria Loi (martedì 17 alle 21.30 nella zona archeologica, giovedì 19 alle 21.30 davanti a Sant'Efisio).
Nel segno della settima arte, dopo "Pina" di Wim Wenders (lunedì 16) per un omaggio alla danzatrice e coreografa Pina Bausch e "Cesare deve morire" dei fratelli Taviani (martedì 17), tra segnali di libertà oltre le sbarre con il teatro shakespeariano, mercoledì 18 luglio alle 22.30 nell'area archeologica di Nora per l'ultimo appuntamento del trittico cinematografico spazio alle immagini del "Faust" di Aleksandr Sokurov
Tra vita e sogno, scienza e poesia, "Nata dalla Luna" di e con Virginia Viviano propone - giovedì 19 luglio dalle 22 nella Piazza del Popolo di Pula - una riletture dalle Cosmicomiche di Calvino tra aeree danze e voli, in un onirico viaggio tra la Terra e l'astro notturno in forma di moderna fiaba.
Festival "fuori le mura" dunque, ma soprattutto sul palco del Teatro Romano di Nora, dove "La Notte dei Poeti" ritrova (alla fine di un lungo esilio per restauri e scavi) la sua sede naturale: sarà l'incanto del cielo e del mare a far da scenario giovedì 19 luglio dalle 21 a "Mater& Bellum" - la pièce scritta e interpretata (in luogo dell'annunciato viaggio tra Versos Contrarios) da Rossy de Palma , volto indimenticabile del cinema di Pedro Almodóvar, simbolo di bellezza "picassiana" e fuori dai canoni. Creata (nel 2005) per "Confidenze" al Teatro Maria Guerrero di Madrid, la partitura per un'ttrice mescola le gioie e ansie della maternità con le complicazioni della guerra, affrontando con eleganza, brio e leggerezza aspetti controversi e "estremi" della contemporaneità.
In prima nazionale Rossy de Palma, la chica di Almodovar, sbarca a Nora con Mater&Bellum: un monologo a cui la versatile artista spagnola - attrice e cantante, creatrice di abiti e accessori, appassionata di scultura - affida le paure e le emozioni della maternità, un dialogo col nascituro ironico e divertente, a tratti, drammatico perché le cronache di guerra contemporanee irrompono d'improvviso in questo dialogo intimo col loro portato di lutti.
“Come Teseo in un labirinto di ombre, Rossy de Palma, esplora i propri ricordi e le sensazioni seguendo un filo, rosso cordone ombelicale, che raccoglie in una matassa e la conduce a un coagulo di parole che giocano ad essere dritto e rovescio, amore e dolore, interiore ed esteriore, pieno e vuoto, madre e figlio. Il discorso è una spirale che culmina in una sfera, il battito di una nuova vita. Ipnotico canto alla vita sopra gli orrori quotidiani e i disastri della guerra, disfacendo schegge di angoscia con uno scarto di poetico humor, la maternità come centro, idea fondamentale” scrive il critico Juan Ignacio Garcia Garzon.
Il monologo diventa dialogo costante con chi abita, seppure temporaneamente, il sé della madre, confidenza e straniamento costruiti attraverso il gioco di parole, l’iperbole, l’onomatopea, finché la guerra, le sue cronache, la contabilità dei suoi morti, irrompe reale e concreta più di ogni paura. Follia eterna dell’uomo che uccide i figli prima ancora che vedano la luce del mondo. Lettura scenica drammatizzata, Mater&Bellum nasce come adattamento del monologo “Ombra e culla” ideato e composto da Rossy de Palma per il ciclo “Confidenze” del Teatro Maria Guerrero, su richiesta del suo direttore Juan Carlos Perez de la Fuente alla fine del 2005. Mater&Bellum è stato concepito dall’autrice come un'esperienza sonora inquietante: “Attraverso il testo e la sua impotenza, il suo amore e le sue paure – dice Rossy de Palma - si viaggia a delle profondità estreme, dalle quali la maternità e la guerra si guardano senza, ovviamente, potersi capire”.
ROSSY DE PALMA - Biografía
Esordio La movida
All'inizio degli anni '80 fece parte del gruppo musicale Peor Impossible, col quale iniziò la sua carriera di cantante con piccole tournée guadagnandosi da vivere come ogni altro gruppo nell'epoca della movida madrileña, della quale Rossy fu protagonista. Lavorò per molti anni come cameriera in un pub e lì conobbe Pedro Almodóvar, conosciuto per i film Pepi, Luci, Bom...,Laberinto de pasiones... Nel 1986 lo stesso Almodóvar la scoprì e le propose una piccola parte nel film La ley del deseo, in una scena divertente con Eusebio Poncela.
La Chica di Almodóvar
Da quel momento lavora col regista manchego a film come Donne sull'orlo di una crisi di nervi, insieme ad attori come Carmen Maura, Antonio Banderas e María Barranco, in Legami!, che arricchiscono il suo curriculum di attrice mentre continua a cantare e posare come modella per fotografi e disegnatori dal momento che il suo viso particolare attira i disegnatori della moda d'avanguardia come Jean-Paul Gaultier che ha visto in lei una belleza cubista, come diceva appunto Pedro Almodóvar.
Durante gli anni '90 diviene chica Almodóvar grazie a film come La flor de mi secreto o Kika, che le procura la nomination al Premio Goya. Lavora quindi come protagonista col regista francese Karim Dridi e ottiene premi per pubblicità e serie televisive . Più del talento interpretativo Rossy de Palma diventa un personaggio popolare della cronaca rosa.
Rossy de Palma senza Almodóvar
Nonostante alcuni altri registi la guardassero con sospetto Rossy lavora a film come Los gusanos no llevan bufanda o Don Juan, mi querido fantasma, e collabora con registi ugualmente famosi come Álex de la Iglesia.
Legata a Victoria Abril lavora con lei nel film francese La mujer del cosmonauta.
Dal 2000 prosegue la sua carriera trasferendosi in Francia, dove gira i film El embolao, La mule, Double zéro. Attualmente vive a Parigi con due figli nati dalla relazione col modello spagnolo Santiago Lajusticia, Rossy si è allontanata negli ultimi anni dal cinema e dalla vita pubblica per dedicarsi a progetti musicali. E' tornata in Spagna per promuovere un progetto musicale che vede la sua collaborazione: Venti centimetri.
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note sugli spettacoli de LA NOTTE DEI POETI
TEATRO:
"La guerra di Troia...un po' prima" è lo stralunato racconto di Senio GB Dattena sui miti che precedono la narrazione dell'Iliade, con l'irruzione di Tino Petilli nella parte di Zeus; lo spettacolo viene presentato mercoledì 18 sulla spiaggia di Nora tra i falò alle 21,30.
Nella mise en scène - con sobria scenografia ma senza rinunciare agli "effetti speciali" di una singolare macchina scenica - de "La Guerra di Troia... un po' prima" il racconto dell'Iliade nel teatro di narrazione diviene un’avventura, un’esperienza, un viaggio affascinante nella mitologia. Protagonista dell'incontro è un archeologo decisamente particolare che durante gli scavi perde i suoi compagni di lavoro e mette a rischio la propria salute fisica e mentale per portare alla luce reperti archeologici di fondamentale importanza. I risultati delle sue ricerche riguardano gli accadimenti che precedettero la guerra di Troia. Finalmente apparirà la verità sull'amore tra Teti e Peleo, sul pomo della Discordia e così via fino alla partenza per Troia. Una serie incredibile di ritrovamenti consentiranno di vedere con altri occhi e sentire con altre orecchie molto di quello che chiamiamo mitologia ed è oggi storia.
"Le Metamorfosi" del Teatro Barbaro, secondo Senio GB Dattena, attore, dramaturg e regista - in scena con Maria Loi (Racconti intorno al fuoco il 19 luglio alle 21.30 presso la Chiesa di Sant'Efisio):
Il lavoro nasce da un’appassionata lettura delle Metamorfosi di Ovidio. Sono storie leggere e profonde a un tempo, piene di magia e crudeltà, delle quali non siamo mai sazi. Storie che aprono dentro di noi varchi insospettati. Ci trasformano, appunto.
Ognuna di loro è un viaggio nella nostra anima, nel nostro mondo interiore e oscuro. Sempre raccontano di noi, delle nostre metamorfosi, dei nostri sentimenti e delle battaglie del cuore. Si parla di un tempo in cui c’erano gli dei .. le ninfe .. i fauni .. e altre creature ancora ..! Un tempo in cui è naturale che una ninfa si trasformi in un frondoso albero di alloro, un meraviglioso giovinetto in un fiore o un assassino in upupa. Quello de le “metamorfosi”, è un viaggio di purificazione senza incensi e mantra, senza preghiere e rinunce, senza sensi di colpa e confessioni. Le Metamorfosi ci ricordano che siamo figli degli dei e che gli dei sono come noi.
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FERMENTACIÓN
Regia e Drammaturgia di Enrique Vargas
con Nelson Jara Torres, Francesca Giaconi, Aurora Arenare, Francisco Javier Garcia e Davide Giacobbe e Marta Proietti Orzella e Corrado Licheri
“Tanto, tanto tempo fa, solo alcuni uomini conoscevano il segreto e il rischio di risvegliare l’anima che abita nel vino....“
I viaggiatori ascoltano il racconto in una cornice unica, scoprono il minuscolo chicco d’uva che compare nella terra fertile. Sorgerà molto lentamente sotto una piccola montagnola di terra umida e verrà raccolto con attenzione estrema. Consegnato ai viaggiatori, il chicco e il suo futuro saranno collegati agli spettatori per tutto il viaggio. Pigeranno l’uva con le dita delle mani, e ormai convertiti in lavoratori di questo microcosmo della vendemmia, scopriranno che estrarre il succo dell’uva è come estrarre il succo della vita stessa. Dopo, il riposo, la fermentazione in uno spazio che, grazie al gioco drammaturgico, si sarà trasformato in un barile coperto durante il percorso, per proteggere e decantare il sapore, la polpa, il profumo. L’oscurità aumenta l’intensità del viaggio. Trasformandosi lentamente in vino, mentre, solo in apparenza, dorme, il succo dell’uva trasporta i viaggiatori nel suo passato di pianta e nel suo futuro di liquido depurato e prezioso; dalla foglia al ramo, dalla radice fino al pianta, fino nel profondo della terra, da dove già si anticipava come premonizione, come sogno e come certezza, la sua trasformazione in vino. I viaggiatori si svegliano da questo sogno con il suono che li guida verso la condivisione di un bicchiere di vino. Il profumo diventa memoria di tutto quello che il vino è stato, legno, mela, noce, erba. Il sapore ha la forma non solo di quello che il palato riconosce, ma anche il corpo intero e la sua anima. E alla fine, la celebrazione, la festa, la musica che accompagna la nascita del vino, la libertà, la follia; incontrare il proprio altro, svelare il segreto o meglio ancora, conservarlo, si, proteggerlo, come ogni segreto.
Un viaggio intimo dentro di te.
All'inizio era il grano, terra, crescita, radice. Il vino libertà dell'aria, fermentazione, trasgressione e fusione dei limiti tra ebberezza e sapienza, realtà e pazzia, identità e frammentazione, “solo la pazzia salva il mondo”. Così scrive Vargas nelle note di regia allo spettacolo la Memoria del vino, cui Fermentacion è certamente legato. E la critica gli fa eco “Il pubblico non assiste ma partecipa pienamente al rituale della preparazione del vino: si assaggia il chicco, si odora il mosto, si pesta il vino e si beve l'istruttivo succo (zumo) che ti conquista all'allegria e al ballo carnevalesco” (Francesc Massip, Avui); “C'è sempre un segreto,. C'è sempre una storia. E lo spettatore/visitatore ne diviene parte durante il suo stare? In questo spazio senza tempo, calmo, irreale” Santiago Fondevila, La Vanguardia, I progetti del Teatro de los sentidos hanno la loro origine nella constatazione che, con sempre maggiore frequenza, il pubblico teatrale si converte in elemento passivo. Obiettivo primario del lavoro è potenziare la partecipazione creativa degli spettatori facendoli viaggiare dentro se stessi in un ambiente tale da risvegliare l’immaginario ancestrale. Le proposte del Teatro de los Sentidos sono esperienze intime. La drammaturgia fa sì che l’esperienza del pubblico sia individuale. Le esperienze e le emozioni che lo spettatore incontra nel percorso fanno sì che da un primo impatto di curiosità verso l’ambente in cui si trova, lo spettatore si converta non solo in viaggiatore, ma nel protagonista del suo labirinto interiore dove la memoria del corpo gioca un ruolo primordiale. La miglior forma di trovarsi è perdersi. Il Teatro de los Sentidos offre con Fermentación uno spettacolo che si nutre della memoria del vino e dell’immaginario ancestrale dionisiaco. Guidati da un gruppo di attori si crea un'installazione ludico-sensoriale che, nella forma del labirinto, al quale si accede in gruppi di 30 persone, si vincola alla memoria del corpo e alla poetica dei sensi.
Lo spettacolo ha debuttato nel 2011 al Festival Internacional de Teatre de Tarragona. E' stato presentato nello stesso anno al Festival Benevento Città Spettacolo e alle Vie dei Festival di Roma
Teatro de los Sentidos è una compagnia stabile di artisti-ricercatori provenienti da discipline differenti e da paesi diversi che collaborano da più di 20 anni con Enrique Vargas. Insieme, lavorano a una poetica delle emozioni e indagano la relazione tra linguaggio sensoriale e creazione teatrale. La compagnia sviluppa la propria ricerca verso un linguaggio basato sul non detto. Seguendo la huella? di tradizioni orali ancestrali mette in scena il Silenzio come condizione indispensabile per una comunicazione tra l'opera e il pubblico.
Tra i numerosi riconoscimenti internazionali si ricordano: Premio della stampa per la Migliore Opera dell'anno 2008 (Pittsburgh. EEUU), Premio TZ Rosen del pubblico e della critica. Monaco (2008 y 2005), Premio de Honor del Festival Internacional de Teatro de Valladolid (2006) per il nostro lavoro di ricerca e percorso artistico, Premio MAX per le nuove tendenze sceniche (2005), Premio Sebastià Gasch. Barcellona (2004).
Enrique Vargas
Drammaturgo, regista e antropologo colombiano. In più di 30 anni ha sviluppato un linguaggio poetico che ha profondamente influenzato il teatro contemporaneo. Da piccolo inventa giochi e piccoli labirinti nell’intricato paesaggio delle coltivazioni di caffè, classiche del territorio andino in cui è cresciuto. Il suo lavoro di creazione si dedica alla ricerca dello stesso spirito dei suoi primi giochi e allo sviluppo di una poetica dei sensi che lo riempia di significato.
Si forma nella Scuola Nazionale di Arte Drammatica di Bogotà e successivamente studia Antropologia Teatrale presso l’Università del Michigan, negli Stati Uniti. Dedica 15 anni alla ricerca sui rituali del gioco e sui miti dell‘Amazzonia Colombiana. Nel 1993 lascia l’insegnamento nell’Università Nacional di Bogotà e con la sua compagnia, il Teatro de los Sentidos, continua la ricerca e il lavoro di creazione di opere con grande impatto emotivo come “Il Filo di Arianna”, “Oracoli”, “La Memoria del Vino”, “El eco de la sombra”, il progetto “Habitantes” realizzato finora in 5 grandi capitali del mondo, “Piccoli esercizi per il buon morire” e “Fermentacion”. Attualmente, oltre ad essere il Direttore Artistico della Compagnia, dirige il corso dottorato universitario “Poetica dei sensi. Linguaggio sensoriale e poetica del gioco” per l’Università di Girona, e dirige i corsi avanzati della Scuola dei Sensi a Barcellona.
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Nata dalla Luna
di Virginia Viviano
MUSICAL DI TEATRO CIRCO
Liberamente ispirato a un racconto di Italo Calvino
Nata dalla Luna è uno spettacolo per grandi e bambini.
Tutti possono sentire, gustare il brivido e la magia del Corpo Acrobatico sul trapezio, o mentre gioca col fuoco o si arrampica su sino alla luna.
Tutti possono vedere i pesci volanti, la Luna che si tuffa in mare...tutti possono sentire il sapore dolce del Latte Lunare
Questi sono gli ingredienti di uno spettacolo prezioso come un gioiello, ideato e interpretato da Virginia Viviano: un'attrice, acrobata, giocoliera cantante e incantatrice che vi trasporterà in fantastici mondi lunari dove è possibile volare.
CINEMA
"Faust" di Aleksandr Sokurov
Dopo la trilogia dedicata ai grandi uomini politici del ’900, il regista russo Aleksandr Sokurov torna sul tema del rapporto dell’uomo con il potere, misurandosi con quello che è uno dei classici per eccellenza della letteratura mondiale. Recitati proprio nella lingua di Goethe e di Mann, i dialoghi fortemente letterari contribuiscono a spersonalizzare i protagonisti. La regia di Sokurov insegue i personaggi con una ferocia che non concede tregua, andando a cogliere gli aspetti più sgradevoli dei loro gesti e dei desolanti luoghi che attraversano. Dall’incontro tra Faust e il suo compare/aguzzino fino alla fine non c’è un attimo di respiro, in una corsa continua al prossimo oggetto del desiderio, sia esso il denaro, la conoscenza, una donna. Una corsa che al tempo stesso è una fuga senza pace da qualcosa: un’accusa di omicidio, un pericolo incombente, ma soprattutto la noia di ciò che si è già ottenuto. Le interpretazioni teatrali dei protagonisti, la gravità del testo originale, la fotografia violentemente virata sul verde di Bruno Delbonnel, tutto viene orchestrato da Sokurov come in un concerto. L’atmosfera è quella di un’angoscia lugubre che non lascia il minimo spazio all’ironia o al romanticismo. Il regista russo non si appiattisce comunque sulla trasposizione letteraria, ma anzi la disprezza, prendendosi delle libertà non indifferenti nella parte finale e nella scelta del significato più profondo di questa nuova opera.
BIGLIETTI
Apertura botteghino un'ora prima dello spettacolo - Biglietteria online: www.vivaticket .it
prevendita:
CAGLIARI:
Box Office- viale Regina Margherita 43
Tel. 070 657428
PULA:
Infopoint Pula - Piazza del Comune
orari mattina ore 9,30 – 12,30 - sera 18,00 – 21,00
Tel. 070/9209333
A cura de
La Redazione
di Teatro.Org