Giuseppe Verzicco

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Spettacoli

Dirty Dancing - The Classic Story on Stage
Dirty Dancing - The Classic Story on Stage
An American in Paris
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A Chorus Line
A Chorus Line
Singin' in the Rain - Il Musical
Singin' in the Rain - Il Musical
Gran Teatro Reinach
Gran Teatro Reinach

Contenuti redazionali

Lavoratori della Lirica, dopo vent'anni ecco il contratto nazionale
Incontro al Ministero della Cultura tra i vertici delle Fondazioni e i sindacati del settore. Scongiurati gli scioperi imminenti.
Sister Act si conferma un musical spensierato in grado di suscitare emozioni 
Il convento “Regina degli Angeli” ha riaperto le porte, tornato in scena un nuovo allestimento del musical Sister Act, dopo il debutto italiano del 2011.Diversamente dal film, con protagonista una strepitosa Whoopi Goldberg, l’adattamento teatrale è ambientato a Philadelphia, nella seconda metà degli anni Settanta: Deloris Van Cartier è una cantante di night che assiste involontariamente a un omicidio; dovrà fare da testimone al processo contro il criminale di cui è stata amante, perciò la polizia la nasconde in un convento, sotto la falsa identità di suor Maria Claretta.GLI SPETTACOLIIN SCENA IN ITALIAGloria EnchillUn nuovo allestimento, sempre movimentatoLa regia del nuovo allestimento (con la supervisione musicale di Simone Manfredini), come per quasi tutte le produzioni Stage Entertainment, è affidata a Chiara Noschese, che non fa rimpiangere (quasi) nulla dell’edizione precedente; anche se il livello di emotività dello show, questa volta, sembra raggiungere il pubblico in maniera piuttosto “soft”.Le coreografie di Nadia Scherani - di una precisione “geometrica”, soprattutto nelle scene corali - rendono merito alle trascinanti musiche del premio Oscar Alan Menken, che si è ispirato principalmente alla disco-music anni Settanta; la versione italiana a cura di Franco Travaglio (con qualche modifica rispetto alla prima stesura) resta un meccanismo perfetto di ottimismo e comicità, che mantiene costante la contagiosa “febbre da domenica mattina”; i costumi di Ivan Stefanutti sono un trionfo di colori; le “gotiche” scenografie di Gabriele Moreschi rendono protagonista la maestosità di rosoni e altri elementi scenici gradevoli alla vista. Un cast adeguato per un coro strampalatoA livello vocale, tutto il cast si è dimostrato all’altezza dei rispettivi ruoli. Ovviamente, gli applausi non si sono risparmiati durante le scene nelle quali si esibiva lo strampalato coro di suore canterine. Tra loro, Gea Andreotti (Maria Roberta) è un’ottima novizia, timida, ma anche molto risoluta; Mary La Targia (Maria Patrizia, con uno “strumento vocale poderoso”), incarna la simpatia all’ennesima potenza.A guidarle, nel ruolo di protagonista, Gloria Enchill ha saputo trasmettere freschezza, simpatia ed entusiasmo; comunque, è auspicabile che possa ancora sfoderare maggiore disinvoltura nella sua interpretazione.Giuseppe VerziccoNel bene e nel male, colpisce particolarmente l’interpretazione di Giuseppe Verzicco (Curtis Jackson), leggermente penalizzata, fosse anche su indicazione registica, da un look e uno stile “criminale (italiano) anni Settanta”, tendente all’eccesso.Applausi a scena apertaLa simpatia mai caricaturale di Roberto Tarsi (con i suoi irresistibili accenti soul in stile Barry White, ndr.) ha reso quella di Eddie “Umidino”, un’interpretazione da applausi a scena aperta.Stessa sorte è toccata a Floriana Monici (in sostituzione temporanea di Francesca Taverni, nella replica cui abbiamo assistito, ndr.), è una Madre Superiora in stato di grazia, che conferma un’indiscussa padronanza delle numerose sfumature interpretative (autorevolezza, ironia, e senso materno), attribuibili a un ruolo “consacrato”. Infine, verve e spassosa ironia, restano le fondamentali caratteristiche del Monsignore, interpretato con stile e ammiccante disinvoltura da Massimo Cimaglia.Sister Act si conferma un musical spensierato, in grado anche di suscitare emozioni e riflessioni profonde. ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
A Giuseppe Verzicco il Premio Persefone come migliore attore per 'Grease'
L'undicesima edizione del premio ideato dal produttore Francesco Bellomo ha premiato gli spettacoli tratti da soggetti cinematografici nel corso di una serata di gala al Teatro di Villa Torlonia il 24 settembre.
MUSICAL DAY PREMIA MANUEL FRATTINI E ANDREA VERZICCO.
Musical Day premia Manuel Frattini e Andrea Verzicco. In occasione della 6a edizione del più importante concorso italiano del genere musical, per la prima volta ospite a Milano dell’expo evento internazionale della danza (25 / 27 Novembre – Parco Esposizioni Novegro. Info suwww.milanodanzaexpo.it) aggiunge una grande novità al suo già affermatissimo format: l’assegnazione didue premi speciali ai professionisti italiani che con successo incarnano il genere teatrale più amato dal pubblico. Musical Day, ideato da Irene Romano e organizzato dallo staff di DanzaDance ha deciso di inaugurare questa nuova importante esperienza che celebra il musical ed i suoi protagonisti con due straordinari interpreti, molto conosciuti anche dal grande pubblico: Manuel Frattini con il premio alla carriera, eAndrea Verzicco in qualità di miglior performer musical italiano. La consegna dei premi direttamente sul Palco Concorsi, venerdì 25 novembre, alle ore 20, a conclusione del concorso.   Manuel Frattini non ha certo bisogno di presentazione, oggi il più famoso dei performer di musical in Italia. Sa fare tutto: canta, balla, recita. Tra gli spettacoli che l’hanno visto protagonista ricordiamo “Pinocchio”, “Peter Pan”, “Aladin”, “Cantando sotto la pioggia”, “A Chorus Line” e tanti altri straordinari titoli.       Ottimo cantante e superbo danzatore, Andrea Verzicco è tra i Performer Musical più popolari. Ha lavorato in grandi produzioni tra cui “Pinocchio” (nel ruolo del Grillo Parlante), “Grease”, “3 Metri Sopra il Cielo”,Cats (in cui era anche Capo Balletto) ed attualmente fa parte del cast di “Priscilla la Regina del deserto”. E’ protagonista (al fianco di Eleonora Abbagnato) nello spot TV per il marchio Ferrarelle.   Non solo talenti emergenti. A Milano Danza Expo anche i giganti del Musical!   Maggiori informazioni www.milanodanzaexpo.it  
Intervista con Andrea Verzicco - PAOLO MANCINI
Danzatore, cantante e attore, si è formato a Firenze presso il Centro Studi Danza e Movimento, studiando con F. Monteverde ed altri; dalla metà degli anni Novanta ha occasione di lavorare in diverse produzioni al Teatro alla Scala di Milano: “Il Barbiere di Siviglia”, “I racconti di Hoffman”, “La Dama di picche”. Nel musical, la sua carriera inizia nel 2000, quando partecipa a “Dance” (Compagnia della Rancia); in seguito, sempre con la Rancia, partecipa alla ripresa di “Sette spose per sette fratelli”, nel ruolo di Caleb e a “Bulli e pupe”, nel ruolo di Padre Armido. Il pubblico lo conosce soprattutto per la sua partecipazione a “Pinocchio”, nel ruolo del Grillo Parlante (2003 e 2004). Altri impegni successivi sono nel musical “Studio 54” e nel recentissimo “Sweet Charity”, con Lorella Cuccarini, coreografie di Luca Tommassini. Paolo Mancini, il fratello di Step. Che rapporto avete nello spettacolo? Guarda, il rapporto fra i due inizialmente rispecchia quello che un fratello maggiore solitamente fa nella vita normale con un fratello “scapestrato”, però a mio parere, sono comunque fratelli, quindi si vogliono molto bene e quel senso di ribellione che Paolo ha represso per tanti anni lo ritrova invece nel fratello minore Step. Infatti, alla fine dello spettacolo si vede che questa voglia di capirsi, questo punto di incontro lo trovano. Paolo è veramente così inquadrato, fissato con le regole? Posso dire che Paolo è un po’ il paciere, il trait d’union nel rapporto che c’è tra Step e suo padre. E’ inquadrato perché ha sempre creduto in un certo stile di vita. Come è stato per te lavorare con Mauro Simone come regista, dopo che avete condiviso il palcoscenico in “Pinocchio”, ad esempio? Mauro Simone è principalmente un mio amico, poi collega, adesso è il mio regista. E’ sempre stato un piacere stare con lui, in tutte e tre le versioni…[…] Esiste una reale sinergia in questo gruppo, il primo giorno di sala prove sono entrato in un cast che mi ha assolutamente “abbracciato”. Molti dei personaggi che hai interpretato sul palco rappresentano dei caratteri con la testa sulle spalle…io ricordo sempre il Grillo Parlante! Sì, è una cosa che mi porto dietro! E me lo auguro che sia davvero così… Paolo Mancini ha una canzone tutta sua nello spettacolo? Una canzone mia e solo mia non esiste, ma perché oggettivamente non credo che ci sia il bisogno di questa cosa. Intervengo a livello canoro nel gruppo degli adulti con mio padre, esiste una canzone degli adulti dove ognuno ha la sua variazione. C’è un momento in cui Paolo si lascia un po’ andare? Decisamente. Paolo si ammorbidirà molto ma perché Step finalmente glì darà il modo di capire che non si tratta di una lotta o una sfida tra i due, ma è un volersi bene.