Laura Magni

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Spettacoli

Six in the city - Comiche metropolitane
Six in the city - Comiche metropolitane
Fermenti lattici
Fermenti lattici

Contenuti redazionali

Elisabetta Pozzi sale in cattedra a Genova: "L’idea è diventare un’Accademia, con una vera laurea"
Così si presenta la nuova direttrice della scuola di recitazione del Teatro Nazionale: "L'attore deve sporcarsi le mani di sangue, terra e fuoco".
Ecco la stagione n. 75 dell’Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma
Il cartellone dei Concerti dell’Aula Magna della Sapienza di Roma conferma il proprio carattere trasversale con protagonisti di altissimo livello.
Alla Sapienza Carolin Widmann e il suo splendido Guadagnini
La grande violinista bavarese per la prima volta all'Aula Magna della Sapienza accompagnata dal pianoforte di Dénes Varjon
l'Orchestra del Wiener Concert-Verein inaugura i concerti della IUC a Roma
Vienna capitale della musica per il concerto inaugurale della stagione dei Concerti dell'Aula Magna della Sapienza di Roma
Rizzuto: "La peperonata è il piatto vegano dei siciliani"
Prima nazionale il 13 maggio al Teatro Condominio diGallarate per "Ridi come mangi" di Francesco Rizzuto.il vigile palermitano di Zelig dedica al cibo della Sicilia il suo nuovo spettacolo. "Mimerò i piatti tipici"
Avallone e Fiorentini di nuovo insieme per Magni
Torna sul palco del Teatro Dell’Angelo di Roma la compagnia di Antonello Avallone con una seconda rilettura di un capolavoro di Luigi Magni: dopo l’esperimento magnificamente riuscito di “In nome del Papa Re” della scorsa stagione teatrale, vediamo ora Avallone nei panni di Cornacchia, ancora accompagnato da Sergio Fiorentini nel ruolo del Colonnello Nardoni, insieme ad un ricco cast in “Nell’anno del Signore”, ispirato al film del 1969. Il racconto dell’esecuzione capitale di due carbonari nella Roma papalina, basato su un fatto realmente accaduto, si mescola a una storia di fantasia che riguarda le vicende del calzolaio Cornacchia, da tutti ritenuto analfabeta, che si rivela invece essere Pasquino, autore di quelle satire anonime in cui si esprimeva da anni il malcontento del popolo romano. I numerosi personaggi dello spettacolo aprono la scena intonando una marcetta dedicata alla libertà che immediatamente ci mostra gli animi coraggiosi, rivoluzionari e talvolta incoscienti dei giovani carbonari protagonisti di cospirazioni ai danni del potere. Ma quest’introduzione all’apparenza trionfante lascia il posto, per tutto il resto della messa in scena, ad un’atmosfera cupa, fatta di penombra e musiche inquiete. La regia fa muovere gli attori su un palco “allungato” sfruttando anche la platea e i corridoi tra il pubblico, per rappresentare la loro fuga continua, il loro cercare un nascondiglio, il tramare nell’ombra. In scena non vediamo scenografia che alluda alle varie ambientazioni ma solo delle pedane rialzate che indicano i diversi livelli di rappresentazione. Il ciabattino Cornacchia, armato della sua semplicità e della sua povertà, forse più sveglio e furbo dei giovani e spavaldi cospiratori, combatte la sua battaglia senza farlo sapere, sempre pronto ad aiutare i giacobini come può. Proprio al suo personaggio, caratterizzato da grande generosità e sensibilità, spettano le battute più divertenti che spezzano la tensione dei momenti drammatici regalando al pubblico qualche risata. I dialoghi spesso seri non rischiano, così, di annoiare e si mescola sapientemente la suspense ad una semplice e divertente comicità romana. E Cornacchia, con i suoi sentimenti più dolci e sinceri, si svela in particolare in una canzone interpretata in solitudine nel secondo atto, quando viene abbandonato dalla sua amante. Giuditta, l’unico personaggio femminile, contesa da tre uomini, ci conquista per la sua passionalità; a lei viene affidata una riflessione su Paolina Borghese mentre la ascolta suonare il pianoforte e la immagina invecchiata e decaduta, per allargare poi la considerazione alla caducità delle cose che riempie di paura questa donna apparentemente tanto coraggiosa. Ci commuove, ancora, un personaggio come quello del frate che fa di tutto perché i due condannati a morte si pentano e possano andare in Paradiso. Una ghigliottina dall’aspetto imponente ed impressionante viene, quindi, montata sulla scena proprio davanti ai nostri occhi e gli unici sentimenti ai quali non viene lasciato spazio sono proprio quelli di Leonida Montanari e Angelo Targhini, condannati alla ghigliottina e mossi unicamente dai loro ideali, fino alla fine.
Avallone come Magni, serio ma ironico
Dal 26 Dicembre 2009 al 31 Gennaio 2010 Antonello Avallone porta in scena insieme a Sergio Fiorentini la sua versione teatrale di uno dei più grandi capolavori cinematografici di Luigi Magni, “In Nome Del Papa Re” del 1977, secondo film di una trilogia che vide protagonista la Roma papalina del XIX secolo, che si aggiudicò nonostante le critiche, cinque David di Donatello. Se quel lavoro colpiva per la capacità dell’autore di raccontare una storia seria con ironia, non è da meno la sceneggiatura realizzata e diretta da Avallone. La forza di questa messa in scena, infatti, sta nell’abilità di affrontare argomenti impegnativi con il sorriso, grazie anche ad una perfetta costruzione dei personaggi, caratterizzati da sentimenti spesso diversi e finanche contrastanti ma tutti accomunati dalla capacità di mascherare e sdrammatizzare quei moti interiori, permettendoci di sentirli sempre vicini e reali. Veri protagonisti del palcoscenico sono un giudice della Sacra Consulta, Monsignor Colombo da Priverno ed il suo perpetuo Serafino, che è un po’ anche la sua spalla, un fratello ed il più caro amico: la coppia Avallone/Fiorentini è formidabile nel rappresentarli, conquista il pubblico, colpisce per la semplicità e l’umanità così vera. Non sono da meno tutti gli interpreti che fanno parte di questo cast scelto con attenzione e affiatato sul palcoscenico. Fra le altre, si nota in particolare la scena che si svolge presso il tribunale ecclesiastico e l’arringa tanto semplice ma profonda di Monsignor Colombo; ma sono molte, nello spettacolo, le scene toccanti realizzate con maestria e cura dei dettagli. Ben sfruttato l’ampio palco del Teatro Dell’Angelo tramite una scenografia intelligente che vede i personaggi spostarsi su due diversi livelli, i quali rappresentano, con l’aiuto efficace delle luci, le diverse ambientazioni.
Workshop di Marcello Magni , attore di Peter Brook
Workshop di Marcello Magni , attore di Peter Brook VENERDI’ – SABATO e DOMENICA 20 – 21 – 22 Marzo 2009 Treviglio . Palestra Sc.media “T-Grossi “ Orari : venerdì dalle ore 19 alle ore 22 Sabato dalle ore 14 alle ore 17 e dalle 18 alle ore 21 Domenica dalle ore 10 alle ore 13 e dalle 14 alle ore 17 Il seminario è organizzato dal T-A-E Teatro di Treviglio -bg- , per info e prenotazioni chiamare Lele tel 349/3428707 laboratorio@taeteatro.org Al seminario possono partecipare 16 allievi ( con esperienze teatrali sia scolastiche che professionali ) e dati i posti limitati le prenotazioni si accettano entro il 14 marzo Costo del seminario 140 € Physical Theatre - Il teatro del corpo All theatre is physical from “commedia dell’arte” to Shakespeare, from theatre “noh” to Ibsen, but at the centre of all they are actors and their presence and how they work together. DEVISING Come dare forma scenica ad una storia. Sviluppare l’Individualità scenica dell’attore come consapevolezza della propria struttura fisica e mentale. Lavoro sulle relazioni dinamiche tra performers a partire dalla relazione fisica e corporea. Sviluppo della consapevolezza delle modalità di contatto con il pubblico. Ricercare l’elettricità che esiste tra due attori. La scintilla essenziale della loro relazione in scena: “le jeu”- theatre alive. L’ENSEMBLE Il gruppo di attori e il lavoro di insieme: il collettivo come individualità dotata di propria fisicità e intenzionalità. La potenzialità del collettivo nel generare trasformazioni e trasfigurazioni dello spazio teatrale e della percezione fruitiva: generazione di climi emotivi e di ambientazioni immaginarie. La ricerca del gruppo di attori verso un’ espressività e una comunicazione teatrali che vanno oltre la parola e il testo. Giochi, prove, challenges e improvvisazioni, fisiche ed emotive, saranno usate per scoprire il testo fisico di situazioni e come esplorare la costruzione/creazione e rappresentazione di una storia. Un altro aspetto trattato sarà la commedia umana (una nuova commedia dell’arte). Trovando cosi un elemento fondamentale nell’attore: il piacere, il divertimento e l’ironia. Marcelo Magni, 49 anni, nato a Bergamo, è cresciuto a Parigi alla scuola di Jacques Lecoq, e ha perfezionato la sua formazione con Philippe Gaulier & Monica Pagneux, Pierre Byland, Yves LeBreton, Peking Opera, Frankie Armstrong, Donato Sartori… Fondatore a Londra del Theatre de Complicite, autore-attore presso il Shakespeare’s Globe, attore di Peter Brook. www.myspace.com/apute