Nella notte tra il 20 e il 21 agosto del 1968 l'esercito sovietico invase Praga, spazzando via con la minaccia dei carri armati i sogni di libertà e il “socialismo dal volto umano” di Alexander Dubček: finiva così l'intensa “Primavera”, e per la Cecoslovacchia, di nuovo sotto il controllo del regime, iniziava la stagione del sospetto e della paura. “L'insostenibile leggerezza” di Marina Thovez in tournée in Sardegna per M'Illumino di Prosa/ la stagione 2012-13 del CeDAC, nell'ambito del XXXIII Circuito Teatrale Regionale Sardo, rievoca la temperie culturale e politica della Primavera di Praga, la partecipazione di intellettuali e riformatori a quella breve stagione rivoluzionaria, l'inizio dell'auspicato “nuovo corso” fino all'occupazione sovietica, con la fine del sogno e la “normalizzazione” del paese. Lo spettacolo, trasposizione in forma di commedia di una pagina emblematica della storia recente, dopo il debutto giovedì 14 febbraio a Lanusei, sarà in scena venerdì 15 febbraio alle 21 al Teatro Costantino di Macomer; sabato 16 febbraio alle 21 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo; domenica 17 febbraio alle 21 all'Auditorium Comunale di Arzachena e infine lunedì 18 febbraio alle 21 al Cine Teatro Montiggia di Palau.
La pièce originale firmata Ludus in Fabula, con regia e drammaturgia della stessa Thovez, protagonista sulla scena insieme a Mario Zucca, racconta una storia di passioni e tradimenti sullo sfondo della breve parentesi rivoluzionaria innescata da Dubček e poi la fase della censura e della repressione, del silenzio e delle omissioni perché chiunque può trasformarsi in una spia. La chiave dell'ironia e una scrittura metateatrale, con il dialogo tra un'allieva e un professore a far da cornice alle vicende del recente passato, trasformano questo interessante affresco di una capitale europea (in un momento cruciale) in una godibile commedia dal sapore dolceamaro, tra amori e disamori, segrete inquietudini e inconfessati timori dei protagonisti, un uomo e una donna, la cui esistenza si intreccia alla Storia.
Humour e brio permettono di affrontare temi come la libertà negata, la spietatezza del regime e la macchina temibile della burocrazia e i suoi effetti nel quotidiano, la trasformazione delle relazioni tra le persone, l'incertezza, l'ombra del tradimento sottolineandone gli aspetti più grotteschi. La vita di intellettuali e artisti che avevano entusiasticamente aderito al programma di Dubček, e così quella di cittadini e studenti, ricondotta nell'alveo della politica sovietica, ritorna all'antica routine, mentre sogni e aneliti di libertà restano imprigionati in una sorta di labirinto in cui si perdono ricordi e emozioni. “L'insostenibile leggerezza” racconta il contrasto tra l'irrilevanza di scelte e azioni individuali sul corso della Storia, e insieme la pregnanza e l'unicità – agli occhi dei protagonisti – di ogni esistenza umana, un paradosso a volte crudele che si stempera però in un sorriso.
La trama è "semplice": un uomo e una donna, loro malgrado coinvolti nelle vicende praghesi capitate nella primavera del ‘68, i carri armati e le violenze sconvolgeranno la loro vita, segnata da proclami, spiate, carriere distrutte…. circostanze commentate con simpatia e umorismo da un'allieva ed un professore che condurranno il pubblico attraverso quegli eventi. Scrive Marina Thovez nelle sue note di regia: «Ho ambientato la vicenda in un labirinto. L’appartamento del protagonista, la stessa Praga sono un dedalo da cui non c’è via d’uscita. Lui e lei si muovono nel poderoso allestimento di Nicola Rubertelli come topi in gabbia, spiati e costretti in un percorso obbligato, quello del regime stalinista, che censura ogni movimento. Frontiere sbarrate, mezzi d’informazione che diventano mezzi di disinformazione, scuole chiuse, intellettuali in galera o sottoterra. Questa è la punizione per quella bellissima città che con la sua Primavera stava cercando di riportare il socialismo verso gli ideali di democrazia sotto cui era nato…»
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