Mel Brooks

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Spettacoli

FRANKENSTEIN JUNIOR - Il Musical
Regia Adriano Tallarini
FRANKENSTEIN JUNIOR - Il Musical
Frankenstein Junior
Frankenstein Junior
Frankenstein Junior
Frankenstein Junior
FRANKIE - ovvero Frankenstein jr
FRANKIE - ovvero Frankenstein jr
The Producers
The Producers

Contenuti redazionali

Terry Brooks a Bauladu e Maurizio De Giovanni a Uri per il Festival Éntula
Éntula, come una canzone dei Kenze Neke (in cui soffia un vento di rivoluzione contro il perpetuarsi di ingiustizie e prepotenze): emblematico fin nel titolo, il primo "festival letterario diffuso" firmato Lìberos continua a mietere successi con la formula antica e felice dell'incontro fra scrittori e lettori, con eventi che si trasformano in piccoli tour e portano la voce degli autori fin nelle più interne regioni dell'Isola. Pensato come progetto aperto, suscettibile di nuove adesioni, il Festival Éntula catalizza l'attenzione con il gioco infinito delle combinazioni nel comporre i suoi programmi: sale il numero di Comuni che prendono parte alla prima edizione della kermesse che coinvolge - ad oggi  - sedici autori che verranno ospitati in 21 Comuni per un programma che mette insieme fantasy e reportage, l’autore da milioni di copie e l’esordiente, la Sardegna e l’Argentina. Uri, Marrubiu, Bortigiadas e Tissi si aggiungono a Bauladu, Cagliari, Cheremule, Fonni, Fordongianus, Galtellì, Isili, Macomer, Mara, Neoneli, Nulvi, Nuoro, Pozzomaggiore, Samugheo, Sassari, Terralba, Valledoria. Così come lievita il numero degli autori convolti, nati al di qua e al di là del mare che è insieme strada e confine per giungere in Sardegna: settembre regala un fine settimana in compagnia di  Terry Brooks, celebre e amato autore americano di fantasy, ospite insieme a Chiara Valerio giovedì 12 settembre alle 19 nell’ex Convento Santa Tecla di Nulvi, venerdì 13 a Galtellì nel Giardino Finutti-Domo nostra (località Finutti) empre alle 19, e l'indomani, sabato 14 a Mara alle 18 in località Bonu Ighinu; infine - domenica 15 settembre lo scrittore approderà a Bauladu - dalle 19 all'Anfiteatro comunale per una conversazione con Michela Murgia. Sempre domenica 15 settembre, ma a Uri, arriva Maurizio de Giovanni; il maestro del giallo e del noir è infatti il sedicesimo scrittore coinvolto nel festival. L’incontro con i lettori si terrà nella biblioteca comunale alle 19, grazie alla collaborazione con il Festival Mediterraneo del giallo e del noir 2013, il Sistema bibliotecario Coros Figulinas e la cooperativa Comes; insieme all’autore interverranno anche Gianni Caria e Enrico Pandiani per parlare del suo romanzo I bastardi di Pizzofalcone (Einaudi). Éntula, il Festival Letterario Diffuso a cura dell’associazione culturale Lìberos proseguirà lunedì 16 settembre a Cagliari: sarà Marta Pastorino, in compagnia di Lucia Cossu, a parlare del suo libro d’esordio, Il primo gesto (Mondadori), al Caffè Savoia alle 19, a parlare del suo libro d’esordio, Il primo gesto (Mondadori). Genovese ma torinese d’adozione, l’autrice sarà anche a Fonni, martedì 17 sempre alle 19 nel Chiostro della Basilica dei Martiri con Gianni Cossu. Mercoledì 18 Marta Postorino, insieme a Lalla Careddu, incontrerà i lettori nella biblioteca comunale di Pozzomaggiore alle 18. Il giorno dopo saranno nella biblioteca comunale di Sassari, sempre alle 18. Francesco Abate farà parte di Éntula a partire dal19 settembre, sarà infatti Cagliari ad ospitare la  prima presentazione sotto forma di reading del nuovo romanzo dello scrittore cagliaritano Un posto anche per me (Einaudi), con l’attore Nicola Nocella e i musicisti Stefano Guzzetti, Irene Nonis e Matteo Sau. La stessa formula sarà proposta il 29 a Samugheo e, a ottobre, a Fordongianus, Fonni e Neoneli.Gianfranco Viesti partendo dal suo libro “Il Sud vive sulle spalle dell'Italia che produce”. Falso! (Laterza) affronterà con i lettori di Cagliari, Nuoro e Marrubiu alcuni dei luoghi comuni che investono le regioni del Meridione. A Cagliari l’appuntamento è fissato per venerdì 20 settembre alle 18,30 alla MEM con Nicola Pirina, a Nuoro sabato 21 Viesti sarà ospite del Museo Tribu alle 19 con Roberto Deriu e, infine, a Marrubiu domenica 22 alle 17,30 a Casa Pra-Masongiu con Luigi Manias. Il primo mese di incontri si chiuderà con altri importanti appuntamenti che vedranno protagonisti Fabio Stassi, nella cinquina del Campiello con L’ultimo ballo di Charlot (Sellerio) e le storie a fumetti di Manuelle Z. Mureddu, in libreria con Oi mama (Condaghes). Ottobre e novembre saranno ugualmente ricchi di appuntamenti con l’arrivo di Viviana Mazza – giornalista del Corriere della Sera – autrice di Storia di Malala (Mondadori), Ricardo Coler - medico, fotografo e scrittore argentino che ha attraversato il mondo per conoscere il popolo che il matriarcato lo pratica per davvero (Il regno delle donne, Nottetempo), Stefano Bartezzaghi che nel suo Il falò delle novità (Utet) ridefinisce il concetto di creatività ai tempi degli smartphone e dei social network. E poi ancora la portoghese Dulce Maria Cardoso che a ottobre farà parte di Éntula, per parlare del suo romanzo Il ritorno, tra poco in libreria nella nuova collana Indies, frutto dell’incontro tra Feltrinelli e alcuni editori indipendenti particolarmente attenti allo scouting, tra cui, in questo caso, Voland.
Gassman ed il suo Riccardo tra Burton e Brooks
Alessandro Gassman, nel presentare la sua versione del RICCARDO III, ha dichiarato alla stampa di essersi ispirato a Tim Burton. In scena, effettivamente, abbondano le teste mozzate, grembiuli insanguinati, caratterizzazione estreme, ma, ci chiediamo, basta questo per rifarsi ad un regista che , dopotutto, esprime il suo estro con il mezzo cinematografico, e, soprattutto, era poi così necessaria un’operazione simile? Gassman sacrifica, ed è questa la più imperdonabile delle azioni della sua operazione, il verso shakespeariana in nome della spettacolarità, e, ancora più incredibilmente, lo fa con ingenuità, cedendo alla battuta ridanciana, alla ridicolizzazione dei personaggi e delle situazioni. Il suo Riccardo, che, come qualcuno ha notato ricorda la Creatura di Frankenstein, rimanda, più che a Burton, alla nota parodia di Mel Broooks, con quei gridolini ed i tic esagerati, e tutti volti al facile apprezzamento del foltissimo pubblico accorso ad applaudire il divo. Poco apprezzabile, a nostro avviso, l’Hastings che usa il turpiloquio per destare la risata, quasi come si trattasse di una gag de “Isoliti idioti”, o la regina madre, interpretata da Mauro Marino, che assomiglia alla strega della Bella Addormentata, o, ancora, il fantozziano Catesby che ripete all’ossesso l’inutile quanto scontata gag che lo vede sbagliare ogni volta l’uscita. Insomma lo spettacolo eccede in una piuttosto ordinaria propensione a strizzare l’occhio ad un pubblico che, forse, ha più dimestichezza con il cinema e la televisione, piuttosto che con il teatro, e questo viene confermato anche dalle oramai più che abusate immagini video, e l’uso obbrobrioso dei microfoni. Gassman gigioneggia tanto, ed il suo Riccardo è un sadico che gioca a palla con la testa delle sue vittime, un uomo che agisce più per il piacere del sangue che per la sua sete di rivalsa e di potere. In scena si fanno apprezzare Manrico Gammarota e, soprattutto, la splendida Paila Pavese.
Mel Gibson rinuncia ad ARMA LETALE 5
Il poliziotto fuori di testa e dalla mira infallibile è andato in pensione per sempre? Sembra proprio di sì, quanto meno stando all'intervista che il regista e produttore Richard Donner ha rilasciato al Los Angeles Times. Ecco tutti i chiarimenti: da qualche tempo il produttore Joel Silver sta cercando di mettere insieme "Arma Letale 5", ennesima puntata della serie in cui Mel Gibson e Danny Glover interpretano una delle coppie di poliziotti più famosa del cinema. Tutto bene, se non fosse che Silver ha intenzione di lasciare a casa proprio Richard Donner, regista dei precedenti quattro capitoli. Ecco allora le parole di Donner: "Mel Gibson ha detto di no e mi piace pensare che l'abbia fatto perché io non sarei stato della partita. Conosco Mel e so che lui è tipo da comportarsi in questo modo". Insomma: senza Mel Gibson il sequel si impantana di brutto. È però vero che Hollywood ci ha abituato ai salti mortali pur di spremere un franchise, dunque aspettiamoci una contromossa da parte di Joel Silver.
E' ufficiale: Mel C è incinta.
Mel-C delle Spice Girls ha annunciato di essere incinta. La 34enne Sporty Spice ha pubblicato la notizia il 22 agosto scorso proprio sul suo sito web. Il testo recita così: " Ci sono delle belle novità! Posso ormai annunciare che io e Tom aspettiamo un bambino. Siamo felicissimi! Sono sicura che capirete...abbiamo avuto bisogno di tempo per aspettare che i risultati dei test fossero sicuri e per poterlo comunicare alle nostre famiglia. Grazie a tutti per la gentilezza e il supporto! La prenderò in maniera rilassata. Non vedo inoltre l'ora di iniziare a registrare il mio quinto album. Sicuramente avrò bisogno di prendermi del tempo per dedicarmi ai miei obblighi di mamma, ma tornerò prima che ve ne accorgiate!" Mel-C (all'anagrafe Melanie Chisholm) è l'ultima delle cinque Spice Girls ad essere diventata mamma.
Si spegne Mel Galley in passato con i Whitesnale e i Trapeze
Mel Galley, il chitarrista che ha militato in gruppi come Whitesnake e Trapeze è morto ieri, 1 Luglio, all'età di 60 anni a causa del cancro all'esofago di cui era afflitto da tempo. Il musicista aveva annunciato di essere malato terminale di cancro a Febbraio, dichiarando sul suo Myspace: "Sono stato davvero fortunato, ho visto dei gruppi grandiosi, ho suonato con tanti musicisti fantastici e ho avuto delle esperienze uniche. Sono davvero grato di tutto questo e la cosa più giusta che posso fare ora è salutare tutti gli amici che ho incontrato e che ora sono qui vicino a me."
Mel Gibson ritorna a fare l'attore in EDGE OF DARKNESS
Dopo 6 anni di astinenza dalla recitazione, impiegati come regista, Mel Gibson torna al cinema davanti alla cinepresa. Lavorerà, infatti, con un esperto dell’action movie come Martin Campbell in "Edge of Darkness". Il personaggio di Gibson è Ronald Craven, protagonista dell’omonima serie tv trasmessa dalla BBC nel 1985. Craven è un detective deciso ad inchiodare l’assassino della figlia, all’interno di un contesto politico e sociale decisamente complicato. Il film, il cui script è firmato da William Monahan, sceneggiatore di The Departed, darà inizio alle riprese nel prossimo agosto a Boston, coinvolgendo anche la stessa BBC. Gli ultimi film come attore di Gibson sono stati "Signs" e "We were soldiers".
Un altro film a Veracruz per Mel Gibson
Mel Gibson ha visitato un carcere a Veracruz, uno stato messicano nel Golfo del Messico, per effettuare secondo le autorità locali sopralluoghi per le location di un nuovo film. Gibson ha spiegato ai giornalisti all'esterno della prigione 'Ignacio Allende' che è difficile per lui parlare di fronte ai microfoni. Ma il direttore del cinema dello stato di Veracruz ha sostenuto che lo scopo della visita odierna fosse proprio di visitare le location. Prospero Rebolledo ha spiegato che l'entourage di Gibson sta semplicemente valutando l'ambientazione per un film, "non c'è un copione, per ora stanno cercando con precisione i posti per farlo". Gibson ha realizzato nel 2006 il suo film "Apocalypto" in un'altra parte dello stato di Veracruz. Fonte: Alice
MR. BROOKS
Un altro film su un serial killer psicologicamente deviato. Una volta inseritolo in questo genere ben preciso e già così ampiamente frequentato in passato da fin troppi registi senza qualità, Mr. Brooks di B. A. Evans acquista comunque una sua dignità per una certa originalità nella trama. A parte l’inizio in cui si mettono le basi per il seguito (un ricco commerciante dalla doppia vita che ha il “vizio” di uccidere), la storia acquista interesse quando di fronte a certi snodi le direzioni prese risultano imprevedibili e stimolano lo spettatore. Temi come quello del “doppio” (cui riversare le colpe dei propri difetti e mancanze), o dello scontro con un investigatore puro e nobile, seppur roso da tarli personali,vengono usati con una certa decisione e dunque superati: non vengono mostrati come elementi originali, ma invece utilizzati come ponte per arrivare a quelli che con molte probabilità potranno stupire ed incuriosire (il rapporto con la figlia non mancherà di lasciare un bel punto di domanda come finale della storia). Nel complesso, il film regge: la trama è semplice ma nel contempo stupisce per vari colpi di scena; il ritmo si smorza ben poche volte ma nei modi giusti (e la durata è di 2 ore…); la tensione è supportata da una curiosità sagacemente stimolata; la recitazione degli attori (i principali sono K. Costner, D. Moore e W. Hurt…) non lascia perlomeno insoddisfatti o perplessi. E’ dunque un buon film da televisione confezionato da mani sapienti, senza le pretese di essere capolavoro ma non per questo raffazzonato o trasandato. Anzi.
Mel C: nuovo album ad aprile
Nuovo album in arrivo firmato Melanie C. La ex Sporty Spice pubblicherà il mese prossimo la sua quarta fatica solista, intitolata "This Time". L'album è stato preceduto venerdì scorso dal singolo "I Want Candy", già una hit dal suo debutto in radio. Nel video del brano, Mel C danza come non faceva dai tempi delle Spice Girls, la cui è reunion è congelata proprio perché Melanie vuole perseguire la sua carriera solista.
Megan Mullally nel cast del nuovo musical di Mel Brooks!
Si sta delineando il cast del nuovo musical di Mel Brooks, che dopo il grande successo di "The Producers" dal prossimo autunno metterà in scena "Young Frankenstein". La star di "Will&Grace" Megan Mullally avrà il ruolo di Elisabeth.
“APOCALYPTO” di Mel Gibson
Il cinema di Mel Gibson non finisce mai di stupire. Nelle sue prove da regista, da “Braveheart” (1995) all’eccentrico “La passione di Cristo” (2003), il non più giovane e funambolico film maker americano ha sempre presentato pellicole dai toni forti, iperrealiste e storicamente pasticcione. La sua ultima fatica, “Apocalypto”, nomination per i Golden Globe del 2007, (‘Rutellianamente’ vietato ai minori di anni 14), rientra perfettamente nel genere cinematografico ‘azione-drammatico’, che poi ha da sempre fatto la fortuna del regista-attore Gibson. Un film caratterizzato da ritmi tesissimi e ipnotici. Un’overdose di adrenalina e violenza, perché no, genuina, che fa pompare il cuore del film per 135 minuti ininterrotti (quasi che la pausa dell’intervallo crei subito scompensi cerebrali). Azione pura in classico stile hollywoodiano. Ma se tecnicamente il risultato è ineccepibile, storicamente e a livello narrativo siamo di fronte a un pastiche davvero memorabile. L’intera sceneggiatura ruota intorno alla vita di un giovane Maya, Zampa di Giaguaro, (il bravo Rudy Youngblood), abile cacciatore, agile e di bell’aspetto. Un mondo primordiale, dove alla caccia si uniscono quotidianamente i doveri e i piaceri, comunitari e famigliari. Jiaguar Paw ha molti amici, un padre fiero, una moglie incinta e un bambino. Di colpo, all’inizio di un bel giorno, il suo villaggio ancestrale è assalito da un gruppo di sanguinari guerrieri e ne viene fuori una strage. Moriranno quasi tutti. Zampa di Giaguaro, che nel frattempo riesce a nascondere la famiglia in un pozzo naturale nel terreno, è portato insieme ai superstiti come prigioniero in un lontano insediamento urbano. Presto capirà il motivo di quella lunga marcia e della prigionia. Fatti salire alla cima di una piramide dovranno essere sacrificati al Dio Sole Kukulcan. Poi il colpo di scena, la fuga e l’inseguimento cruento e pieno di effetti speciali che molto ricordano le tecniche utilizzate nella trilogia di “Matrix”. Una corsa infinita, piena di agguati, salti, ferite mortali che lacerano il corpo del giovane, fino a quando l’antenato di Rambo, ricoperto di sangue-fango-sudore, si libera dei suoi inseguitori uno ad uno e ritrova la sua famiglia nel frattempo imprigionata nel pozzo, intenta a sopravvivere a mille insidie. Fin qui la trama, alquanto semplice, ma resa viva dal montaggio, dalle riprese incrociate e dalla fotografia rapace di Dean Semler. Solo che l’antesignano di Rambo, una specie di soldato-survivor, non si capisce molto bene in che epoca viva. Parla lo Yucateco (il film è totalmente in lingua originale sottotitolato), ma non si capisce bene se è un Maya o un ibrido. Il popolo guerriero, così feroce e stilizzato nei costumi, peraltro bellissimi (brava la Costume designer Mayes Castillero), era quello Maya o quello Azteco? Gli spagnoli che alla fine del film giungono sulle coste dello Yucatan, presumibilmente nei primissimi anni del XVI° sec., non possono essere coevi del regno Maya. Quest’ultimo scomparve almeno due secoli prima. E comunque gli Aztechi non parlavano lo Yucateco (ufficialmente il ‘Nahuatl’). Gibson fa iniziare la pellicola con la frase dello scrittore Will Durant: “una grande civiltà non viene conquistata fino a quando non si distrugge da sola dal di dentro”. Forse è stato così, fino a quando ‘qualcuno’ non ha inventato i Servizi Segreti. Forse è vero, Gibson voleva solo fare un film un po’ fantastico, “sulla caccia”, “su qualcuno che caccia qualcun altro”. Probabilmente c’è riuscito, come un gioco ‘da panico’ della X-Box (in alcune scene sembra di starci dentro). Ma nulla, neanche in modo vagamente celato, potrà mai cancellare ciò che l’uomo bianco (con la croce al suo fianco) è riuscito a fare in quei luoghi di incontaminata umanità altra.
Mel Brooks vuole portare a teatro Frankenstein junior
Mel Brooks pensa che sia arrivato il momento di portare Frankenstein a cantare e ballare a Broadway. Il regista comico, che ha realizzato un musical di successo dal suo film del 1968 "The Producers", ha svelato di stare adattando un altro dei suoi classici cinematografici per il palcoscenico: si tratta di "Frankenstein junior" del 1974, una parodia della saga di Frankenstein che considera il miglior film che abbia mai fatto. Senza alcuna scadenza fissata, Brooks ha detto di essere nel pieno della scrittura della sceneggiatura, compresa una canzone per Frau Blucher, la custode del castello di Frankenstein innamorata dello scienziato pazzo. Quando l'intero musical sarà completato, Brooks ha detto che farà un annuncio formale per raccogliere fondi. "Sarà bellissimo", ha detto Brooks in una intervista telefonica a Reuters, accennando la sua canzone per Frau Blucher. Quando fece "Frankenstein junior" nel 1974, Brooks ha detto di aver fatto di tutto per emulare il film degli anni 30 di James Whale, dal girare l'intera pellicola in bianco e nero all'usare molte delle inquadrature di Whale. Ora Brooks ha detto che la sua sfida è fare un musical a Broadway con un set in bianco e nero, con risate e canzoni.