Riccardo Sinisi

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Spettacoli

A Chorus Line
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Contenuti redazionali

Guerra santa: una battaglia dialettica
Guerra santa, l’ultimo testo di Fabrizio Sinisi, nuova produzione del Centro Teatrale Bresciano, è una battaglia dialettica sul tema del contrasto tra generazioni.
"Guerra santa" di Fabrizio Sinisi debutta a Brescia
Il testo vincitore del Premio Giovanni Testori 2018 viene allestito dal Centro Teatrale Bresciano
Torino, I promessi sposi in chiave pop
La nuova produzione di Michele Sinisi debutta giovedì 1 febbraio al Teatro Astra di Torino.
Sinisi e "I promessi sposi": la genialità di un regista e un’opera sempre nuova
Anche la nostra piccola Italia ha la sua epica. Chi l’avrebbe mai detto… e non si tratta della grande epica dell’epoca classica, niente dèi o eroi invincibili. Non si tratta neanche delle fantasie del Risorgimento, niente Garibaldi. Renzo e Lucia, Don Abbondio, l’Innominato: questi sono i personaggi che popolano, forse nel nostro inconscio, l’Italia più autentica, quella nata dal basso. Questa è l’impressione più importante che lascia la messinscena de I promessi sposi ideata e riadattata da Michele Sinisi. Noi siamo loro Non siamo poi tanto diversi da Renzo, Lucia e Don Abbondio: in loro è facile riconoscersi. Quando una cultura si riconosce in una propria storia di fondazione, si immedesima nei personaggi e nei fatti della narrazione. Deve quindi esistere un ponte ben visibile tra ciò che viene raccontato e la contemporaneità vissuta. Così Sinisi sceglie gli episodi chiave dell’opera manzoniana e, invece che raccontarli nuovamente, offre chiavi di lettura del tutto originali. Immediatamente si prende coscienza che da sempre è esistito e sempre esisterà il problema moderno del chiasso mediatico, anche se nel 1600 era generato della rivolta del pane e adesso da altri fatti; si prende coscienza che oggi incontriamo di nuovo i volti dei migranti italiani del 1600: Renzo e Lucia nella loro fuga dalla casa natia condividono parte della loro storia con chi, scappando dal proprio Paese, arriva in Italia oggi. Ognuno ha il suo Don Rodrigo e ognuno ha la sua battaglia per la sopravvivenza. Il simbolo che di due fa una sola cosa Sinisi sostanzialmente trasporta dialoghi scelti e i personaggi originali in scene che sono dei quadri simbolici, che non hanno bisogno di scenografia perché scaturiscono dall'azione stessa. Sta allo spettatore leggere il simbolo e capire il linguaggio del regista per connettere idee, situazioni e luoghi che vivono a secoli di distanza. Non c’è un singolo elemento sul palcoscenico che serva solamente a raccontare la storia. Ad esempio il primo, singolo atto che fa da innesto a tutta la vicenda (la minaccia dei bravi a Don Abbondio) è simboleggiato da quella scritta “non s’ha da fare”, che rimane visibile dalla prima all'ultima scena, perché ogni storia comincia da un fatto particolare. Ci si domanda cosa sarebbe successo se i bravi non avessero minacciato Don Abbondio a proposito del matrimonio che doveva celebrare: forse nulla. Riscoprire un’opera e se stessi A prescindere dalle proprie idee su vita, religione e politica, questa ricca, divertente e commovente messinscena de I promessi sposi è un viaggio a riscoprire di cosa siamo fatti, qual è l’origine della nostra cultura, dei nostri affetti e delle nostre fatiche. Forse una possibilità per l’Italia c’è ancora, e nasce non da un sistema politico mai all’altezza del proprio compito, ma dal più semplice dell’individuo, che nel suo piccolo e, a volte, nella sua ignoranza, vive di quel respiro comune che è la cultura generata da secoli di storia.
Miseria & Nobiltà: workshop diretto da Michele Sinisi
Dal 3 al 13 settembre al Teatro Cantiere Florida si terrà un workshop a cura di Michele Sinisi sul testo di Scarpetta. Aperto ad un massimo di 12 partecipanti di età superiore ai 18 anni. Per partecipare alla selezione è necessario spedire curriculum, foto e lettera motivazionale all’indirizzo e.mail organizzazione@teatroflorida.it. Le iscrizioni saranno aperte fino al 31 luglio. La partecipazione è gratuita.