Focus su amore e fede ne “Il mare in tasca”, lo spettacolo ideato, scritto, diretto e interpretato dall'attore e regista argentino César Brie in scena venerdì 9 agosto alle 21.30 nel Teatro di Piazza Mercato a Santu Lussurgiu (OR) per l'evento clou del Festival Percorsi Teatrali 2013 (ideato e diretto da Stefano Ledda e organizzato dal Teatro del Segno in collaborazione con il Comune di Santu Lussurgiu, con il prezioso contributo della Fondazione Banco di Sardegna).
La storia di una vocazione mancata, o perduta, affiora da un immaginario e duplice dialogo interiore, quasi una confessione davanti a un immaginario pubblico in cui un artista e il suo alter ego, il personaggio cui presta corpo e voce, s'interrogano da punti di vista opposti sul mistero dell'umano e del divino, che sottende l'eterno contrasto tra il Bene e il Male. Un gioco di specchi e interni rimandi, per un viaggio nei labirinti della mente e del cuore, una ricerca di senso oltre le assurdità e le ingiustizie del quotidiano, in un incrociarsi di domande e risposte sui temi cruciali dell'esistenza.
Nel segreto di una stanza dietro la sagrestia un prete si rivolge a Dio, così come l'attore dal palco trova un possibile interlocutore al di là della quarta parete: le loro parole si rincorrono e sovrappongono, i dubbi e le convinzioni profonde restano sospese nell'aria, la verità laica e la tensione spirituale formano un ideale contrappunto cui gli spettatori, testimoni in platea, sono chiamati a rispondere dentro di sé. Una provocazione intellettuale dunque, ma non solo, attraversata da forti emozioni, in cui l'autore e interprete riflette sulla propria storia, sull'agire nel presente e nel futuro, sulla sottile linea di confine tra etica e morale, tra fede e ragione.
Scrive César Brie nelle note di regia: «“Il mare in tasca” è la storia di un attore che, svegliatosi, scopre di essere stato trasformato in un prete. Da qui inizia un dialogo tra l'attore, il prete e Dio.
Tutti e tre parlano attraverso una sola voce; tutti e tre hanno un ruolo, degli spettatori, un impegno sociale. Tutti e tre hanno bisogno di dire la loro, in modo forte, irruento.
Un mare di parole, di metafore tra divino e profano. Tutto si mischia e si ammucchia sul proscenio.
Il tema di questo spettacolo è l'amore. Il personaggio è un prete; e l'azione si sviluppa nella stanza del prete dietro la sagrestia. Il tema permette all'autore di rivedere la sua esistenza e il prete permette all'attore di dialogare con Dio, nel quale non crede. Il pubblico fittizio, rappresentato sulla scena, permette al sacerdote di rivolgersi al pubblico reale senza confonderlo con il suo gregge.
Deve essere chiaro: il personaggio del prete esiste affinché si accetti la sua irrealtà. Non si tratta di credere nella veritá della scena ma nella veritá della finzione.
Un attore è un uomo che scolpisce un altro uomo tra gli uomini. La sua falsa autobiografia ha interrogato la vostra biografia? Su questo argomento l'autore e l'attore sono gli unici che non possono aprire bocca.»
Una pièce originale, quindi, in cui note autobiografiche si fondono a riflessioni sul senso della vita e il dialogo tra uomo e Dio, e sul ruolo sociale dell'arte, nel cartellone della quinta edizione della kermesse firmata Teatro del Segno, che ospita anche il laboratorio diretto da César Brie (dall'8 al 12 agosto), intitolato “Pensare la Scena/ Orfeo e Euridice - Rapporto Amore e Morte: Eutanasia...” e rivolto ad attori, performers, danzatori e allievi.
Racconta César Brie, sulla genesi de “Il mare in tasca”: «Sono nato e cresciuto in un paese cattolico: L’ Argentina. Mi sono allontanato dalla chiesa a sedici anni ma ho potuto riflettere su questo rifiuto soltanto molti anni dopo, quando sono stato in grado di rivedere il mio passato.
La religione allora rappresentava una via, un tragitto di azioni sociali e spirituali che affermavano la mia fede, la diffondevano e mi inducevano a comportarmi secondo le sue regole e ad osservare il mondo attraverso di esse.
Nell’abbandonare la religione, avevo coscienza di dover percorrere un’altra strada. Mi sono dedicato al teatro e ho formato parte di quel movimento teatrale in cui il lavoro artistico si mescolava all’impegno sociale.
Non sono religioso ma non ho messo una pietra sopra le mie esperienze dell’infanzia e della adolescenza.
Così, oggi, davanti ad un bivio nel mio cammino nel teatro, trovo una tonaca appesa ad un albero. La tonaca è quella di un prete Il bivio è la mia scelta di tornare a vivere e lavorare in America Latina, una terra così ricca da esportare caffè, mais, calciatori, scienziati, artisti, e così povera da non riuscire a tenerseli. L’albero dal quale pende la tonaca rappresenta questi anni di lavoro ostinato e di esilio volontario. I suoi frutti non sono soltanto le mie opere. Sono anche i miei errori, quello che ho distrutto, le fatiche inutili.
Sono il primo a stupirsi: i miei fallimenti hanno germogliato. Con quella tonaca e questi frutti ho costruito quest’opera.»
L'Estate Culturale Lussurgese proseguirà domenica 11 agosto alle 21.30 nel Teatro di Piazza Mercato a Santu Lussurgiu con “Il sogno svanito” del Teatro del Segno, tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore e poeta lussurgese Antonio Cossu, e interpretato da Stefano Ledda (che firma anche drammaturgia e regia) sulle note della chitarra di Andrea Congia, con la partecipazione de Su Cuncordu Lussurgesu, e incastonato nella prima edizione della Summer School in Teatro Sociale e di Comunità. INGRESSO LIBERO
Il Festival Percorsi Teatrali 2013 s'intreccia infatti con il progetto della Summer School in Teatro Sociale e di Comunità (fortemente voluta dal Comune di Santu Lussurgiu e realizzata in collaborazione con il Teatro del Segno,con la direzione artistica di Stefano Ledda e il contributo della Fondazione Banco di Sardegna): OGGI (giovedì 8 agosto) alle 22.30 a Santu Lussurgiu (OR) il primo appuntamento con i Corti-li Teatrali - il progetto di teatro di prossimità che porta gli spettacoli nelle case - nell'Antica Dimora del Gruccione. In scena la compagnia Quinte Emotive con un estratto da “Memorie di un tavolo” di Coco Leonardi e poi le atmosfere nordiche de “La donna di Porto Pim” di e con Giorgio Piano, liberamente ispirato a un racconto di Antonio Tabucchi e infine “La rabbia”, collage di testi d'autore a tema curato e interpretato da Luciana Arca.
Sono ancora aperte le iscrizioni ai laboratori della Summer School, tra cui "La Rosa di Gerico" a cura di Andrea Meloni (16-18 agosto) - rivolto a docenti, operatori sociali e artisti - sulle pratiche teatrali come strumento di inclusione sociale e risposta a situazioni di disagio, attraverso la creatività e la valorizzazione delle peculiarità individuali per rafforzare il senso di comunità. Sono previsti anche un laboratorio sulle Tecniche di Memoria e Apprendimento con Iolanda Mason (13-14 agosto) e il laboratorio su “Il Racconto, la Verità, la Scena” tenuto da Stefano Ledda (16-18 agosto) su una drammaturgia del vissuto e della memoria collettiva. Per i più piccoli il giocoso “Io+Voi=Noi” tra arte e comunità con Alessia Marrocu e per ragazzi e adolescenti “SRAC/ Scultura Riuso Arte e Collettività” sulla realizzazione di scenografie con materiali di riciclo.
Info e iscrizioni: 392.9779211 – laboratori@teatrodelsegno.com
Per saperne di più: www.percorsiteatrali.it – www.teatrodelsegno.com