Racconta di me e della mia causa, non dimenticare....
Sono queste le ultime parole che Amleto morente rivolge ad Orazio, l'amico carissimo, l'unico sopravvissuto della storia.
E questi accoglie la preghiera e ne diventa il testimone.
Col procedere del tempo però, com'è normale, il ricordo si sbiadisce e si deteriora e nella mente di Orazio la vicenda si confonde e si scompone.
In una stanza vuota raccontiamo ma, forse è più esatto dire, ricordiamo la vicenda di Amleto, così come la memoria di Orazio ce la rimanda: una sequenza più o meno logica di quadri in cui i volti e le immagini emergono dal buio con la rapidità di un battito di ciglia.
La scena è una stanza della memoria, claustrofobica e senza via d'uscita.
Le azioni si susseguono al ritmo ossessivo del ricordo, si confondono e si mischiano come avviene nella mente di Orazio, che ci restituisce una storia spezzata, frammentaria, ma colma di umanità.
Dopo il successo degli spettacoli Otello, Romeo e Giulietta
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Regia:
Corrado d’Elia
Autore:
William Shakespeare