“Se non moriva l’autore, magari la scriveva ancora ‘sta bestia di vita e ci faceva murire a tutt’e due. Invece ci tocca vivere”.
Pare proprio di sì: ci tocca vivere. Soprattutto ai due protagonisti di questo nuovo spettacolo, abbandonati lì da Flaubert che muore prima di compiere l’opera. Dal romanzo incompiuto dell’autore francese ho tratto questa profonda e ridicolissima solitudine dei due uomini che, pur essendo in due, sono soli. Due impiegati parigini che nella mia riscrittura si trasformano in due uomini del nostro tempo che, chiusi volontariamente in uno spazio non meglio identificato, tentano l’impresa impossibile: conoscere lo scibile umano, in una vorticosa ascesa verso il ridicolo involontario. Sperimentano tutto ciò che possono per ritrovarsi, ogni volta, con un nulla in mano. E quel nulla gli ricorda continuamente la loro solitudine, la loro impotenza davanti alla vita.
Mario Perrotta
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