Terzo atto della trilogia sull’uomo contemporaneo, Atto finale - Flaubert si interroga ancora su un tema fondante della letteratura novecentesca: l’insostenibile leggerezza dell’esistenza umana e il rapporto tra questa e le relazioni nell’era della libertà.
“Tocca vivere” ai due impiegati parigini, che, chiusi in una stanza che è riverbero della loro solitudine, intuiscono il loro bisogno di verità, ma paradossalmente non sanno dove cercarla, se non al di fuori di sé: nei libri, nella televisione, su internet. Da qui la riflessione si apre sul sentimento di fine di una civiltà, o meglio, sulla fine del modello occidentale di civiltà, che non ha saputo dare all’individuo risposte, ma solo un elenco di sintomi, come il lungo menù di un ristorante dove niente può essere realmente ordinato.
“Sperimentano tutto ciò che possono per ritrovarsi, ogni volta, con un nulla
in mano che gli ricorda continuamente la loro solitudine.”
Tratta da Bouvard et Pécuchet, opera incompiuta di Flaubert, la pièce porta a termine una ricerca che comprende anche i due lavori precendenti, I cavalieri e Aristofane cabaret. Prodotto da Teatro dell’Argine in collaborazione con Castel dei Mondi Festival Internazionale di Andria, Lunatica Festival, Provincia di Massa Carrara, Teatro Pubblico Pugliese, Regione Puglia, Unione Europea, lo spettacolo di Mario Perrotta
vede in scena lo stesso regista, insieme a Pala Roscioli, Lorenzo Ansaloni e al musicista Mario Arcari.