Il nodo drammaturgico per comprendere Anna Cappelli di Ruccello è racchiuso in una frase che la protagonista dice al suo uomo mettendola in mezzo ad altre parole, quasi lasciandola andare: “Voglio che tu sia mio, che la casa in cui andremo a vivere sia mia”.
Il desiderio di possedere qualcosa per sé è la costante fissa di questo personaggio. Una donna indubbiamente provata da una famiglia tutt’altro che felice, che è cresciuta con complessi di ogni tipo, che si è dovuta rendere indipendente con troppo anticipo perché ingiustamente maltrattata (così crede lei?), costruendosi un’esistenza priva delle basilari necessità: non per sua volontà, ma per cause di forza maggiore.
Ruccello tutto questo lo rappresenta, come è il suo stile: per situazioni significative, attraverso le quali lo spettatore può ricostruire l’intera vicenda del personaggio.
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Produzione:
Carnezzeria, Teatri di Bari, Teatro di Roma
Regia:
Claudio Tolcachir
Autore:
Annibale Ruccello
Protagonista:
Valentina Picello
Durata:
90 minuti
Numera atti:
1
Anno di produzione:
2024