L'avete visto a Satyricon sfigurare con battute al vetriolo i protagonisti della cronaca. Gli siete riconoscenti perché ha avvertito gli italiani del disastro incombente sulla democrazia del Paese con quattro anni di anticipo (non è servito a nulla) . Avete riso a crepapelle quando i suoi monologhi satirici hanno attaccato i bersagli più insopportabili della nostra cultura. Ora Daniele Luttazzi (è di lui che si parla) torna con un nuovo monologo: Come uccidere causando inutili sofferenze, un nubifragio di rabbia intelligente e di dissenso informato che ristora le menti inaridite dalla calura reazionaria di questi anni folli.
Brillante, schifoso, minaccioso, implacabile, Daniele Luttazzi è un clown esibizionista che genera risate e apprensione. Molta della sua satira deriva dal suo modo perverso di vedere le cose, anche se il risultato è tanto semplice e diretto che la purezza della visione resta infantile. Daniele ricorda ancora la sua prima battuta, scritta a dodici anni: - Dottore, credo di essere un coniglio! - E allora? Non le darò mai le mie carote. Freud apprezzerebbe. Nel tempo, Luttazzi ha coltivato una peculiare frivolezza pagana e la sua comicità libidinosa si è fatta primeva, ossessiva, mitica.
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Regia:
Daniele Luttazzi
Autore:
Daniele Luttazzi