Riflessione sull’ossessione del cibarsi, sulla bulimia triturante della società che si ingozza voracemente di lussuosissimi beni di consumo (Rolex, vestiti Armani, cellulari, Suv e navi da crociera), Digerseltz mette in scena il corpo di Elvira Frosini, la sua digestione impossibile di quell’ammasso informe di frasi fatte, spot pubblicitari e luoghi comuni che sommergono ineluttabilmente il nostro agire quotidiano.
Vomitandolo sul palco, raccogliendolo e poi ricacciandoselo in gola, la Frosini compie la sua personalissima discesa agli inferi dell’ordinario in bilico tra anoressie e bulimie. E lungo questa discesa con la bocca perennemente in movimento, riflette sulla condizione dell’attore, che si offre al suo pubblico come cibo, compiendo il gesto simbolico di mangiare in mondo.
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