Più che narrare, si sondano i territori della favola. Gli umori che presiedono alla loro lettura. È come descrivere lo stato d'animo che porta alla necessità del racconto favolistico, la spinta a varcare quella soglia che divide l'uomo, immerso nella sua realtà quotidiana, dal realismo magico del sentimento, che pure ci attraversa nella vita di tutti i giorni e al quale non cediamo per pudore o per paura di sprofondare nell'analisi del nostro sentire.
È come una sequenza ininterrotta di immagini, di passaggi, di attori, che un po' raccontano della loro vita e un po' delle storie che hanno depositate nella propria memoria.
Un'iterazione di suoni come fosse una sola musica, con i relativi andante, largo, crescendo, diminuendo ecc.
A loro sono abbinati i colori, che cambiano con gli sfondi, l'alternarsi delle stagioni…
Piccoli cristalli di azioni che potrebbero essere viste dentro una casa, ma che non hanno niente di magico. La magia è il dolore del sentimento non corrisposto, dell'amore
Leggi tutto
Leggi di meno